lunedì 20 ottobre 2025

I VERSETTI PERICOLOSI DELLA BIBBIA

 Il termine versetti pericolosi del contesto del vangelo si riferisce a passaggi biblici che hanno un messaggio diverso o interpretazioni che possono essere considerate difficoltose o provocazioni difficili da comprendere ed accettare. Questi versetti spesso mettono in discussione le norme sociali, le tradizioni religiose o la stessa immagine Dio creando scandali e disagi a diverse persone. Versetti pericolosi sono talvolta provocazioni anche scandalose alla gerarchia ecclesiastica e dei valori non negoziabili della tolleranza zero. D’accordo che è una scienza giovane quella della traduzione di libri sacri de della bibbia è verso ribaltone. Che cosa ci vorrebbe a fare una traduzione corrispondente alla nostra mentalità. È quello che la chiesa non fa o con troppa lentezza. Tutto nasce da 1600 anni fa quando la chiesa è diventata con Costantino una chiesa di stato che da allora si è costretto la gente ad incollarsi discipline, atteggiamenti penitenziali, mortificazione con tremore e paura che nemmeno si comprendono. Per di più la bibbia è stata tradotta da Gerolamo (320-400 d Cr) con diversi errori che adesso si sono potuti appurare e che in pratica ogni traduzione se non si sta attenti diventa tradimento. Quindi ad un certo punto il Padre Maggi, direttore della scuola biblica di Montefano (Macerata) con un gruppo di biblisti ed una fra le tante cose si è preso l’incarico di un più adeguata traduzione della Bibbia e del vangelo di Luca, quello riconosciuto della misericordia di Dio. Vediamone alcuni brani principali.
Nascita di Gesù (Luca gloria a Dio nell’alto dei cieli 2 ,14)
I pastori sono sempre stati una figura simbolica nella capanna di Betlemme. I pastorelli che danzano gloria a Dio in carole nell’alto dei cieli. A dire il vero non immaginiamo quello che rappresentano i pastori. Gente abbruttita, che vivevano fuori nella campagna, nessun contatto sociale, nessun rapporto con gli uomini e molto con il bestiame, ritenuti impuri, che non beneficiavano della purezza legale nella sinagoga. Vivevano di espedienti ed omicidi. Ecco che dal paradiso arriva uno stuolo di angeli con a capo Michele, nessuna spada fiammeggiante, nessuno sfratto dal paradiso dai nostri progenitori. Niente di tutto questo, danzano nel cielo portando la nuova novella. Pace in terra agli uomini che Dio ama. La traduzione però risultava errata, la vecchia traduzione “pace in terra agli uomini di buona volontà”. Quindi Dio non amerebbe quelli di cattiva volontà. Ecco la muova traduzione. “Pace agli uomini che egli ama.” Il verbo sotto inteso è all’indicativo a significare che Dio ama tutti gli uomini. Siamo arrivati da 1600 anni con questa stortura che Dio avrebbe amato gli uomini secondo la sua volontà. La fede consiste da parte nostra nel lasciarci amare da Dio e corrispondere al suo amore. Eppure da 1600 anni abbiamo diviso gli uomini in buoni e cattivi.
Chiesa universale e non solo quella dei cattolici “Giovanni capo X versetto 16”
S. Girolamo (342-400) ha tradotto erroneamente un passo di Giovanni sopra citato. Il testo che recitava che Gesù bramava costruire un recinto sotto un solo pastore. Egli tradusse con Gesù che bramava costruire un solo ovile sotto un solo pastore. Ma con recinto si trattava di costudire le pecore dai lupi. E questa traduzione di Gesù per una svista venne erroneamente interpretata dal copista un “solo ovile con un solo pastore”. Dicono che “Verba volant et scripta manent” Le parole volano e gli scritti restano. Questo è vero da parte di S Gerolamo che incorre in una svista grossolana con una storica verità. Ma da 1600 anni la chiesa è fatta solo per i cattolici e di cattolici. Solo essi hanno il diritto ed il dovere di entrarci, e di farne parte. La chiesa composta solo di cattolici battaglieri e senza remissione a fare micidiali battaglie religiose, e più delle guerre civili. Una traduzione di questo risultato che divenne tradimento e con quali conseguenze. Rispettiamo che le diverse lingue come le diverse fede religiose facciano il loro corso. Poi quando sarà il tempo, con la collaborazione eventuale di tutte le religioni si avrà un solo ovile ed un solo Pastore.
Il merito. (Matteo 5,46) a chi va il merito.
Gesù cita “amerai il tuo prossimo ed odierai il tuo nemico” Gesù risponde “siate figli del Padre vostro che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti e fa spendere il suo sole sui reprobi e su buoni”. Chi pensava che come il popolo ebreo che Gesù facesse distinzione tra i buoni che saranno premiati ed i cattivi castigati verrà smentito. Dio è amore e richiamerà nell’ amore tutto gli uomini. Egli non fa distinzione nell’accettazione di persone.
Il buon samaritano (Luca 10, 25-37)
Un uomo incappò nei ladroni scendendo da Gerusalemme a Gerico fu vittima di ladron e fu lasciato mezzo morto sul ciglio della strada. Passò un sacerdote del tempio, un levita seminarista e tutti tirarono diritto. Ma un samaritano, uomo religioso nemico, si fermò e lo portò all’ albergo. Per Gesù non esistono stranieri, profughi, rifugiati, politici poiché tutti figli dello stesso Padre. Diverse lingue. Diverse lingue ma tutti figli di uno stesso genere umano.
La peccatrice in casa del fariseo Luca (7,36-50) la donna è il patriarcato.
Una donna peccatrice nella casa del fariseo Simone. Avvicinatosi a Gesù gli asciugo i capelli con olio di balsamo. E Gesù le disse “a lei sono stati perdonati molti peccati perché molto ha amato” L’uomo che la peccatrice aveva cercato finalmente l’aveva trovato. Qui l’amore di Dio si riversa su tutte le donne e abbatte ogni discriminazione, ogni ingiustizia sociale. E pensare che per diversi secoli questi 12 versetti sono stati censurati dalla chiesa cattolica e ne venne che la donna fu per secoli umiliata.
Zaccheo (Luca 19,1-10)
Gesù entrato in una città incontrò Zaccheo giovane, pubblicano, un impuro, un ricco. Tre affermativi indigesti per Gesù. E Zaccheo proruppe: oggi in questa casa è entrato il maestro ed io dò la metà dei miei beni ai poveri. E Gesù che aveva proclamato il giorno prima essere più facile che un ricco passi per la cruna di un ago anziché andare nel regno dei cieli lo elogiò e disse che oggi il regno di Dio è entrato in questa casa. Gesù vuole dire che c’è una differenza fra un ricco ed un signore. Il ricco è colui che si trattiene tutto per sé. Il signore è colui che condivide con gli altri. Gesù qui dà una lezione sulla fame del mondo. Egli che aveva moltiplicato i pani ed i pesci conosceva bene la miseria della sua gente.
Il fariseo ed il pubblicano (Luca 18,9-13)    
Il fariseo è colui che si sente separato in tutto tra gli altri. Il pubblicano è il peccatore seduto in fondo al tempio. Il fariseo si vanta di tutto e su tutto, impettito davanti all’altare. Gesù non invita ad essere santi perché la preghiera, l’osservanza delle regole, la precettistica religiosa, essere santi divide per apparire più degli altri. E Gesù dichiara appunto che il fariseo è uscito più peccatore di prima, mentre il pubblicano fu perdonato perché misericordioso.
La mortificazione (Colossesi 3.5-7)
La nostra religione è fatta per i penitenti. Pensiamo che la nostra vita sia una sofferenza sull’esempio di quanto leggiamo in certe vite dei santi che si infliggevano delle sofferenze perché quello era il modo migliore per amare Dio, espiare i propri peccati, salvare le anime de purgatorio, essere fedeli alle necessita professionali, evitare i vizi cui ciascuno è portato o per eliminare le bruttezze di questo mondo. Ma avremo tanti sacrifici da fare per essere fedeli alle nostre necessità al nostro lavoro, alle nostre situazioni impensate, alle circostanze della vita inaspettate, alla nostra quotidianità. Ci sono tanti sacrifici da fare perché innestati nella vita. Che non occorre andare a cercare quelle dei Santi padri. Un minimo di piacere non può essere bandito dalla nostra vita. In questo senso Gesù non vuole sacrifici ma misericordia.
 
Autore: Albino Michelin 19.08.2025
albin.michel@live.com

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