domenica 3 giugno 2018

VARIAZIONI SULLA FESTA DELLA MAMMA

Al di là del fatto che il giorno della mamma venga festeggiato nel mese di maggio, fa riflettere come la figura della madre oggi presenti tali e tante varianti da impegnare oggi giorno dell’anno per darle un volto, tanto essa si è evoluta ed è in continua evoluzione. Sappiamo che dalla preistoria lo stesso Dio veniva adorato come Dea madre terra, in quanto simbolo della fertilità e dei doni della sussistenza. Anche presso i greci avevamo la Dea Rea Silvia, e presso i romani la Dea Cibele, pure a protezione della primavera e garanti della fertilità. Storicamente la festa della mamma la seconda domenica di maggio è sorta negli Usa nel 1914 per iniziativa del presidente Wilson e in Italia nel 1957. Da noi si disse per festeggiarla nel mese della Madonna, ma oggettivamente bisogna dire che non ha nulla a che vedere con questa devozione. La madre è ovviamente inserita nella famiglia, ma già qui iniziano le difficoltà tante sono oggi le sue varianti. Famiglia patriarcale, famiglia sacramentale quella degli sposati in chiesa, famiglia delle coppie civili, dei divorziati, dei separati, dei conviventi, degli accasati temporanei, una costellazione. Come una costellazione è quindi il mondo delle mamme. Madre biologica, madre surrogata, madre adottiva, madre a prestito, madre con fecondazione artificiale, madre con utero in affitto. Abbiamo anche i mammi, coppie di gay che allevano un bambino, e avanti. E questi non accettano di essere schifati altrimenti vi dimostrano che amano i bambini più che certe madri e padri sfascia famiglie. Premesso questo quadro iniziale ci limitiamo a sottolineare l’essenziale della genitorialità e più in particolare della maternità. Anzitutto oggi si costata un calo di natalità e non tanto per il fatto che diminuisce la stessa fertilità non solo delle femmine (sempre colpa loro) ma pure dei maschi, causa lo stress e il tipo di lavoro. Il calo è dovuto anche alla non volontà di generare, o di generare in età avanzata dopo i trent’anni, addirittura verso la quarantina quando, comincerebbe l’età dei nonni. Ricordo di due signore, ad una recente festa di paese, con le quali si istaurò questo discorso. Mi dissero :”caro lei, non si tratta di questione finanziaria, che ci mancano i soldi, che non si puo’ arrivare a fine mese, il precariato dei giovani e tante storie, noi due andiamo verso la quarantina e ad essere sincere preferiamo vivere la nostra vita, le ferie a Majorca, conoscere il mondo, la libertà, i figli pesano. Il resto sono ciance.” Certo non bisogna generalizzare, ma qui c’è parecchio del vero. Un secondo aspetto: un figlio andrebbe preparato e voluto. La coppia deve parlarsi prima, e se per caso capita non programmato e voluto bisognerebbe ricordare la frase di S. Agostino: se non sei chiamato, fai in modo di essere chiamato. Voleva dire che se ti capita un fatto inatteso e inaspettato fa in modo di riprogettarti e accettare la situazione. Non si tratta di far buon viso a cattivo gioco, ma di assumersi le responsabilità della vita. Vi potrebbero essere mamme che risolvono tutto con l’aborto. In verità questo intervento sul feto è oggi di molto in diminuzione. Se pensiamo che nel 1978 al tempo dell’approvazione della legge in materia avevamo in Italia 200 mila aborti all’anno in confronto al 2016 calati a 85 mila, dovremmo concludere si tratti dell’effetto dei contracettivi. Esatto e sinceramente si tratta di un male minore. Anche la Chiesa parla di guerra giusta, cioè piuttosto che una guerra globale è meno peggio una guerra territoriale, limitata. Anche se la guerra è sempre guerra quindi un male da evitare, cosi all’aborto è preferibile usare l’anticoncezionale, perché il primo interviene sulla vita, il secondo no, la previene. E la differenza è enorme. Certo un figlio tollerato sarà sempre sul rischio di diventare il capro espiatorio, come si sente di qualche adolescente, che racconta umiliato delle discussioni di qualche genitore:” ti ho sempre detto con che con questo si doveva fare l’aborto, e tu non hai voluto”. Fondamentale nella maternità è pure il periodo della gravidanza. Il periodo in cui si forma l’inconscio del bambino, evitando strapazzi, stress, traumi, litigate. Un periodo di tranquillità psicologica e anche spirituale è di grande vantaggio. Essendo noi energia spirituale, il feto la recepisce anche nella gestazione comunicata dalla madre. Il caso di quel bambino di tre anni che ripeteva la canzone che sua madre gli cantava durante la gestazione non è certo un miracolo di qualche santo, puo’ essere fenomeno ricorrente. E poi abbiamo i primissimi anni dell’infanzia in cui lì la madre e i genitori si giocano tutto. E’ l periodo in cui il bambino legge sul loro volto il modello di comportamento da apprendere, Il periodo delle regole dettate con amore, evitando la stizza, la fretta, l’approssimazione. Tanti blocchi, complessi, trasgressioni, strade sbagliate dell’età più avanzata in genere hanno origine da questi anni in cui si forma il disegno e il quadro globale etico dell’agire futuro. E poi abbiamo il periodo della socializzazione in cui delle mamme e papà arrischiano di guastare le relazioni umane. Quando si raccomanda al figlioletto di non giocare col bambino negro si costruisce un mondo razzista, fatto di muri e non di ponti. E poi arriva il periodo dell’adolescenza, certo il più turbolento, ma anche una risorsa. L’occasione per garantire educazione, istruzione, formazione. Tante mamme invece ripiegano sul rapporto facile. Sia alla prima comunione come alla cresima, periodo del commiato ufficiale dalla chiesa, regalano ai figli lo smartfone, dove “il dott. Google” li sostituisce in tutto, nel controllo delle amicizie, nell’impegno scolastico, nell’educazione sessuale. Fino al punto che anche a tavola non si riesce più a garantire un dialogo, tutti distratti dalla TV e dal cellulare. Con la conseguenza che i genitori impotenti e frustrati diventano protettivi e proiettivi, inventano lo wahtsapp di gruppo scolastico per malmenare il corpo docente, e se boccia il figlio passano all’aggressione e alle botte. Per questo il psicoterapeuta Galimberti scriveva:” escludere i genitori dalla scuola”. Non bisogna però sempre fare nemmeno le mamme i capri espiatori degli sballi e insuccessi dei ragazzi. Non ostante tutto dicano ad ogni figlio:” sono contento che tu ci sei”. Se non altro si sentirà incoraggiato, non perderà la speranza.

Autore
Albino Michelin
10.05.2018

Nessun commento:

Posta un commento