domenica 15 luglio 2018

CATTOLICI IN CONFUSIONE PER TANTO POCO

Non vale la pena qui perdersi in diatribe fra cattolici conservatori e progressisti, perché per tutti il termine di riferimento dovrebbe essere il vangelo. Le correnti o le religioni e relative interpretazione qui non entrano in linea di conto. Nemmeno interessa la distinzione fra dogmi fissi ed immutabili della chiesa da una parte e costituzioni, encicliche, leggi ad tempus dall’altra. I cattolici comuni non fanno queste distinzioni, invece si chiedono come mai nel passato, non importa se fino a 20 o a 70, anni erano tenuti ad obbligazioni addirittura sotto pena di peccato, ed oggi di peccato non si parla quasi più. Quasi storditi si chiedono: ma cambia anche la religione? Per certa gente la domanda è seria. Soltanto che le risposte la chiesa non si è mai o si è poco preoccupata di darle, ripiegando sul solito “proibito capire obbligati a obbedire”, oppure è arrivata in ritardo, o addirittura aspetta che la gente divenga più ”matura”. E intanto i buoi sono già scappati dalla stalla. Il discorso non vale ovviamente per tutti i cattolici, i quali si potrebbero distinguere in due categorie, anche se con espressioni inadeguate e non se ne offendano: cioè i sedentari stanziali e i ricercatori critici. I primi sarebbero i fondamentalisti, saldi nelle verità certe e sicure, e anche coloro che preferiscono una religione ed un catechismo ripetitivo, senza preoccuparsi dei perché, un po’ pigri, seduti comodi in poltrona, paghi delle loro certezze. In genere gli anziani, non quelli anagrafici, ma quelli nati vecchi pure ventenni e allergici al pensare. Dall’altra parte vi sono invece i ricercatori critici o che desiderano motivare la propria fede, e dei cambiamenti farsi una ragione. L’esigenza che la chiesa dia risposte secondo le mutate esigenze dei tempi in continua evoluzione. Se ad esempio quelli della prima categoria vanno ad una messa in cui il prete parla all’antica, ripete le solite cose sia pure edificanti, magari con linguaggio altisonante e minaccioso allora si trovano a loro agio. E ti ripetono che loro vanno in chiesa per Dio, non per il prete. Ma se ti capitano da un prete che traduce il vangelo in discorsi di attualità e fa riflettere, lo tacciano di contestatore, dissenziente, fuori di testa, lo disertano ed emigrano altrove. I secondi, spiriti critici, invece se nelle funzioni religiose s’incontrano con un tipo del genere se ne vanno perché ti addormenta, non è comunicativo, resta in bigoncia, per niente accogliente, ti racconta la storia dell’orso, e non li vedi più. E ti ripetono che loro non vanno in chiesa per Dio, ma per il prete se glielo rende interessante. Non è certo questa l’unica spiegazione del calo a picco delle messe festive, ma non l’ultima. La legittima preoccupazione da parte del clero di tenere al sicuro le pecorelle nell’ovile e quindi non destabilizzarle sarà una preoccupazione legittima, ma forse è preferibile oggi la fedeltà alla verità e di conseguenza che ciascuno tiri le somme delle proprie scelte. Qualche esempio delle ”confusioni”, dalle più insignificanti alle più complesse. Nella messa fino a poco tempo fa era proibito prendere l’ostia in mano e masticarla. Oggi invece è cambiato tutto. Si prende e si mangia. Una volta era proibito fare la comunione se non si era digiuni dalla mezzanotte, oggi la si fa anche poco dopo aver consumato un lauto banchetto. Una volta era proibito leggere la bibbia, persino con scomunica dei papi e recentemente aberrazione dei testimoni di Geova, oggi invece si inducono tutti a studiarla e meditarla. Una volta era obbligatorio il digiuno e l’astinenza dalle carni al venerdì, oggi invece ci si abbuffa tutti i giorni eccetto qualche rara occasione, come il venerdì santo. Un tempo i cattolici che si permettevano di diffondere le loro idee contrarie alla tradizione venivano condannati quali eretici al rogo, vedi Savonarola, Giordano Bruno, ecc. Oggi invece corre il libero pensiero, scomparsa la pena di morte. Una volta era proibita la comunicazione con gli ebrei, rei della crocefissione di Gesù, i rapporti con Lutero anticristo e i protestanti, oggi invece si deve dialogare, e magari anche imparare da loro. Una volta si dichiaravano guerre sante a liberare il santo sepolcro e contro i musulmani, oggi invece si dice che Dio non è cattolico, è di tutti e bisogna fare testimonianza e non proselitismo. Un tempo la devozione ai santi era radicata nel popolo, oggi ti vengono a dire con la riforma di Paolo VI del 1966 che S. Marina, S. Sabina, S. Giorgio, Santa Filomena e tanti altri sono leggendari, per niente storici e mai esistiti. Ai tempi di Gesù gli apostoli si sposavano e avevano la libertà di scelta, oggi invece un prete sposato viene esonerato dall’incarico. Fino a qualche tempo fa i fidanzati che convivevano prima del matrimonio erano allontanati come concubini ed eventualmente sposati per penitenza alle prime luci dell’alba, oggi invece conviventi, separati, sposati in civile vengono contattati e pressati per fare il sacramento ecclesiastico. Ieri i divorziati venivano esclusi dalla comunione oggi si concede loro il diritto al discernimento secondo coscienza e se la possono fare. E avanti con una infinità di casi. E la gente, quella in genere dei cattolici tradizionalisti e conservatori, a chiedersi “ma chi ne capisce più qualcosa”? E con un certo ammutinamento ti dicono di perdere la fede. La risposta potrebbe essere scontata: basterebbe che preti, catechisti, insegnanti si prendessero cura di spiegare la logica dell’evoluzione nella natura, nell’ambiente, nella cultura, nella storia, nella tradizione, nella psicologia, nella formulazione religiosa, nel magistero, distinguendo il tronco dalle foglie, l’essenziale dall’effimero. Diversamente per delle piccolezze si finisce nel caos cattolico. Certo è ad ogni modo opportuno che un prete o chi per lui allorché parla ufficialmente distingua con esattezza ciò che la chiesa ritiene per definitivo, ciò che ritiene per riformabile, ciò che ritiene in fase di studio. E’ per questo motivo che il sottoscritto modestamente dopo di aver pubblicato nel 2017 il volume “Interrogativi sulla esistenza umana” si sente in dovere di dare prossimamente alle stampe un secondo dal titolo ”La costante e le variabili della fede e della morale nel nostro tempo”.

Autore
Albino Michelin
09.07.2018

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