venerdì 26 ottobre 2018

MA NOI QUANTI ANNI ABBIAMO?

Molti di noi restano confusi quando sentono parlare del tempo della creazione del mondo raccontato dalla Bibbia e quello del suo inizio insegnato a scuola e dalla scienza. Per chiarezza ripartiamo dal testo della Bibbia, genesi capitolo primo. Dio avrebbe creato il primo giorno la luce, il secondo giorno il firmamento, il terzo giorno la terra e le acque, il quarto giorno la luce e le stelle, il quinto giorno i pesci e gli uccelli, il sesto giorno l’uomo Adamo col fango della terra, la donna Eva traendola della costola di Adamo. Il due disubbidirono al divieto di Dio di mangiare il frutto proibito, la mela, e furono cacciati dal paradiso terrestre, tirandosi dietro castighi, sofferenze, morte per tutti i loro discendenti (Episodio chiamato peccato originale, cioè delle origini). Nel medioevo si datava persino l’età di questo evento, 5 mila anni. In effetti anche nelle scuole superiori di teologia di 50-60 anni fa così si imparava, finché la scienza moderna Hubble, Einstein, ecc. datarono l’inizio del cosmo a 13-14 miliardi anni fa. Per esplosione di energia da un punto come capocchia di spillo. Non dilunghiamoci sui dettagli: da energia, massa gassosa, galassie, pianeti, oceani, vegetazione, pesci, ominidi, homo faber, homo sapiens attuale. Qualcuno con ironia afferma che oggi si va verso l’homo insipiens. A grandi linee la vita sarebbe comparsa 4 miliardi di anni fa, l’uomo 3 milioni di anni fa, come dimostrerebbe un primo scheletro appartenente ad una donna, nostra nonna Lucy in Etiopia. Come dire che noi siamo discendenti di africani. Comunque veniamo da molto lontano e siamo orgogliosi di conoscere le nostre origini. Viviamo nel pianeta terra con un raggio di appena 6 mila km. che ruota attorno ad una banale stella di seconda generazione, situata fra altri cento miliardi di stelle. Siamo composti di 25 elementi, ma soprattutto di ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, calcio, zolfo, fosforo. Il valore dei miei atomi non va oltre i 15 euro. La mia interiorità si ribella all’idea che io sia un essere superfluo senza alcun significato. La scienza oggi è più consapevole dei suoi limiti. Cerca di spiegare come funzionano le cose, ma non ha la capacità di dare loro un senso. La religione può dare un senso ma non è in grado di analizzare come avvengono i fatti. Guardando le cose a ritroso, tutto il lungo cammino pare tendere verso l’essere umano, sino all’apparire della coscienza, come se l’universo desiderasse la comparsa dell’umano. Cosi scienziati come Teilhard de Chardin e Barrow. Caratteristica del processo evolutivo è la relazione esistente fra il tutto. Nessuna specie è autosufficiente, tutto è interdipendente. Esseri viventi, oceani, natura, suolo, temperatura. Complessità e mistero. Dalla rivoluzione agraria, a quella industriale, a quella cibernetica, a quella ecologica. Dialogo fra cielo e terra. Solo un essere intelligente superiore può aver tratto questo mistero dal nulla, perché dal nulla spontaneamente non nasce nulla. Che tutto sia avvenuto per caso, che il “Big Bang” formi un universo ordinato, la probabilità è stata stimata di 1 su 10123, come per caso potrebbe comporsi la Divina Commedia estraendo lettere alfabetiche da un contenitore. In noi c’è la registrazione di una storia molto lunga. Gli atomi che mi costituiscono esistono infatti da milioni di anni avendo fatto parte di essere sia animati che inanimati. Prima sono stati presenti chissà nelle montagne, negli invertebrati, nei colibrì, negli uccelli, pesci e anche in altri uomini preantenati. Catena umana, catena cosmica. Ora costituiscono l’originalità che sono io. Per questo mi sento in comunione con tutta la natura. Un giorno le mie cellule si scomporranno, i nostri atomi passeranno a far parte di un’altra realtà della terra, torneranno alla terra senza che per questo il mio spirito segua necessariamente lo tesso destino. E qui resta aperto un discorso. La mia corteccia cerebrale è capace di pensiero astratto, cioè di autoriflessione. Capace di percepire in qualche modo la presenza divina nel cosmo. Come indica la scoperta dei lobi frontali, battezzata non dai preti, ma dagli scienziati come “Punto Dio” che si attiva e si alimenta in occasione di una esperienza spirituale, dagli stessi chiamata mente mistica. Non solo dal credente L. Boff ma anche da tanti atei e agnostici privi di pregiudizi. Come se l’universo si fosse evoluto in miliardi di anni fino a produrre nel cervello umano lo strumento attraverso il quale è possibile captare la presenza di Dio che c’era da sempre, ma che non era percepibile in mancanza di coscienza adeguata. E considerando l’attuale nostro cervello con i suoi 100 miliardi neuroni e 500 mila miliardi di sinapsi nulla vieta di pensare (J. Arregi) che le sue prestazioni possano essere incrementate sino all’infinito. Cervello più complesso, intelligente, potenza della evoluzione. Così dobbiamo parlare di una cosmogenesi, di un mondo che si ricrea, si rifà, rinasce, al di là di tutti i cataclismi e apocalissi profetizzate da maghi e veggenti di oggi. Da quanto detto non è vero che noi veniamo dal nulla, quando veniamo concepiti portiamo nel nostro DNA la sintesi e il riassunto di un passato millenario non solo cosmico ma anche umano. E allorché si parla di peccato originale (vedi inizio presente articolo), va interpretato in modo simbolico (da non intendere leggendario), cioè che ognuno di noi si porta dietro un passato umano con pregi e difetti, che lo arricchisce o che lo appesantisce. Di qui in ognuno di noi l’istinto di progredire e scoprire (=positivo), ma anche quello di valicare i confini del suo attualmente concesso e possibile (=negativo). In quanto poi alla creazione secondo i sei giorni della bibbia, anche questo un simbolo, non va preso alla lettera come un verbale: significa che il mondo al di là delle modalità di creazione è frutto di una intelligenza e di un amore verso il cosmo e verso l’umanità. Questo il senso profondo del versetto “lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque” Considerazioni queste non tanto peregrine, ma frutto di una riflessione sull’enciclica di Papa Francesco” Laudato sii o mi Signore” (24.5.2015). Lodare Dio nel caso non è una umiliazione, ma un sentimento di compartecipazione con lui, con il creato, con l’umanità tutta. Allora quanti anni abbiamo? Attualmente 14 miliardi più’ quelli anagrafici del nostro compleanno. Date queste premesse ci auguriamo un promettente futuro.

Autore
Albino Michelin
26.09.2018

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