sabato 20 giugno 2020

DIO CRESCE INSIEME CON GLI UOMINI


Oggi non mancano persone religiosamente agnostiche o anche praticanti legati a formule tradizionali che dichiarano: non c’è più religione. In realtà invece teologi di diversi paesi e studiosi professionalmente preparati contribuiscono ad un'altra visione di Dio. Se l'immagine di Dio non tiene il passo c con la realtà in evoluzione allora l'interesse per Dio potrebbe affievolirsi o scomparire. In certo senso Dio è pensato a nostra immagine e somiglianza, per cui non è Dio a mutare, ma la sua figura nei confronti dei devoti. In questo senso si può affermare che Dio cresce, si rivela, si vela con il cammino degli uomini. Per cui i libri sacri, Bibbia, Corano. Veda hanno bisogno continuamente di essere reinterpretati, se non nel nucleo del messaggio, certo nelle loro applicazioni. Non occorre qui iniziare sempre dalla preistoria per rendersi conto come l’immagine di Dio si è evoluta. Quando il primo dio non era maschio ma femmina, la dea madre terra, quando Dio si confondeva con le divinità pagane del politeismo, quando si accasò sul Monte Olimpo a lanciare fulmini e strali contro i malvagi, quando 2500 anni fa con Mosè si ebbe i primo parziale suo volto: "io sono colui che sono (per te)" della strada se ne è fatta tanta e non ci si è fermati lì. Perché anche quello dell'Antico Testamento era mescolato con diverse divinità pagane E' cresciuto ancora, basta pensare a Gesù. E qui bisogna fare il punto anche se provvisorio. Egli non è venuto nemmeno a portarci una religione in quanto tutti gli uomini una religione se non ce l'anno se la creano. Gesù ci ha fatto crescere Dio, perché anziché una religione ci ha portato una fede. Nella religione l'uomo si rivolge verso Dio per ottenere la benevolenza, nella fede invece è Dio che prende l'iniziativa e l'uomo ha soltanto da accoglierla. Nella religione c'è la categoria del nostro merito, nella fede invece la categoria del suo dono. L'amore Dio ce lo dona gratuitamente, all'uomo il compito soltanto di accettarlo. E anche la cosiddetta osservanza dei comandamenti o la si fa per amore, che poi è nel nostro interesse, o non serve per accaparrarsi meriti per l'aldilà, cioè per egoismo. Però anche oggi dopo 2 mila anni questo concetto rimane sommerso in una farragine di paganesimo e ancora non ci si è liberati dal Dio Giudice, padre-padrone, Ad esempio anche noi continuiamo ancora a pregare nell'atto di dolore: "mi pento perché ho meritato i vostri castighi", o nella Salve Regina a gemere nella valle di lacrime. Dimenticando persino il messaggio di Gesù':" misericordia voglio e non sacrifici". Molti sono convinti che Dio consegna a ciascuno la sua croce, come se stesse tutto il giorno a fabbricare croci per assegnarle sulle spalle dei neonati. Finché si ha il concetto che Dio impartisca castighi e sofferenze continuiamo a confinare Dio ancora nella preistoria e nel paganesimo. Quasi un dio famelico, esigente la nostra autolesione per sentirsi gratificato. Il concetto di Dio del dolorismo e del sacrificio della croce è tutt'ora il leitmotiv della nostra messa cattolica. Quando verso il 1965 ebbe luogo la riforma liturgica si formarono due schieramenti di vescovi. L'uno che sosteneva la messa come sacrificio della croce, l'altro come cena del Signore. Prevalse la prima tendenza, con la conseguenza che oggi solo in ltalia e nelle tradizioni ad essa affiliate abbiamo l’espressione "questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi", mentre in tutta Europa si usa l’espressione: "questo è il mio corpo offerto in amore per voi". E anche in Svizzera per chi pone attenzione si dice" das ist mein Leib der für euch hingegeben wird". A conferma si osservi come nei racconti della cena di Matteo, Marco, Luca, Paolo 1a lettera ai Corinti non si usa mai questa espressione, ma si accentua che il pane spezzato è la condivisione della vita con il prossimo. Il “sacrificio” ce l'abbiamo solo in ltalia, e non è qui il caso di approfondirne i motivi storici. Che Gesù nel vangelo ripeta 5 volte "prendere la propria croce", certo non intende tenersi la pandemia, la polmonite, la paralisi, ma" sopportare la perdita della propria reputazione”, protagonismo, potere a causa del bene che si compie. Sì perché la tentazione è sempre quella di fare il bene per interesse, vantaggi, plauso. ln questo ambito Dio deve crescere ancora molto fra gli uomini. Accontentiamoci del poco che abbiamo raggiunto e che possiamo raggiungere. Un caso fra gli innumerevoli? II Concilio di Firenze nel 1442 stabilì che l'uomo si salva solo se appartiene alla chiesa cattolica. Cinque secoli dopo nel 1965 col decreto del Concilio Ecumenico: "Dio salva ogni uomo che si comporti secondo la retta ragione". Un abisso-Con un decreto si passa dall’inferno al Paradiso. Non c’è da perdere nessuna fede. E' il volto di Dio che cresce e si svela lentamente con gli uomini di buona volontà, quelli che per stare alla visione biblica credono con fiducia a cieli nuovi e terre nuove.

Autore:
Albino Michelin
14.04.2020

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