domenica 6 settembre 2020

L'INFLUSSO DEI SANTI LEGGENDARI SUL COMPORTAMENTO SOCIALE

C’è chi utilizza il periodo estivo delle ferie per turismo, e relax e chi per studio d’ambiente. E’ il caso del sottoscritto che preferisce un contatto sociale con i paesi di origine dei nostri emigrati in Svizzera i quali proprio in tale periodo ritornano ai luoghi natali, specie del sud, in occasione magari delle feste patronali. Recentemente l’argomento di attenzione e d’inchiesta che il sottoscritto si è posto è quello citato nel titolo. Ovvio che non si tratta di affrontarlo con pregiudizi e, ironia. Si sa però che nel 1969 papa Paolo VI fece una riforma del calendario depennando diversi santi, o declassandoli perché privi di documentazione storica e basati su leggende popolari, e praticamente mai esistiti. E quindi sono spariti fra i tanti anche Bibiana, Quirino, Prisca, Sabina, Alessio, Prassede, Eustachio, Vitale, Pantaleo, Anastasia, Costanza, e 15 titolari di chiese. Il concetto era: prudenza con la fabbrica di santi. Che poi il suo successore Wojtyla abbia battuto strade diverse mettendo sugli altari 1338 beati, fra cui un’ammucchiata di 495 spagnoli uccisi dai repubblicani (1936-39) sotto Franco, incluso ovviamente qualche infiltrato, e 482 santi, questo non ci interessa, stante la sua preoccupazione di una chiesa fondata sulla visibilità, potenza e quantità più che sulla qualità (fra l’altro i silenzi sulla pedofilia del clero gettano un’ombra). Il discorso qui è un altro: come mai esistono santi frutto solo di leggende, e se non sono mai esistiti come mai compiono tanti miracoli secondo le dichiarazioni dei devoti, e infine questi santi vengono considerati come modelli esemplari di comportamento e di onestà nella vita sociale? Ci limitiamo ad alcuni molto comuni, premettendo un breve excursus sulla loro vita. San Giorgio, dal greco “agricoltore,” festa il 23 aprile. La leggenda lo fa nascere nel 280 d.C. in Turchia. In Libia incontrò un drago che faceva strage di mandrie e di viandanti. Salì a cavallo e spada in resta lo uccise a singolar tenzone. In Italia più di 100 comuni portano il su nome. Edifici sacri in tutto il mondo, persino l’ex Ponte Morandi di Genova inaugurato il 3 agosto u. s. è a lui dedicato, ad onore di un gruppo di genovesi che nel 1098 battenti bandiera S. Giorgio sconfissero i Musulmani (l’inconscio razzista non muore mai). San Cristoforo, dal greco “portatore di Cristo”, festa il 25 di luglio. Leggendario, nato verso il 250 d. C. in Asia minore un gigante di statura, cinocefalo, trasportava sulle spalle pellegrini da una sponda all’altra del fiume. Una volta raccolto un bambino non riusciva a reggerlo tanto era pesante. E il bambino gli disse:” tu stai portando il Creatore del mondo.” Di qui patrono dei viaggiatori, carrettieri, automobilisti. Santa Marina, festa a fine luglio. Leggendaria, nata in Libano verso il 750 d. C. Il padre vedovo entrò in monastero e si portò dentro anche la bambina che voleva farsi monaca. La vestì da maschio e monaco si fece chiamare Marino, e solo alla morte i frati costatarono che si trattava di una femmina. Simbolo di chi ama la vocazione al convento fino all’eroismo. Patrona di Polistena (Calabria) e di molti paesi del Salento, nonché seconda patrona di Venezia, città marinara lagunare. San Gennaro, localmente chiamato Genna’, festa il 19 settembre. Benché sia un santo esportato in tutto il mondo, purtroppo non regge ad una documentazione storica. Ma ciò non disanima i napoletani dall’attaccamento al santo giallutu (faccia gialla per l’oro dei suoi ornamenti). Pare Vescovo a Benevento verso il 300 d. C. martire a Pozzuoli nel 305. La leggenda lo fece protettore contro le eruzioni del Vesuvio. Che il sangue si liquefi dipende, secondo gli scienziati, dal fatto che si tratta di materiale tissotropico, mutante di stato in caso di movimento. Potremmo definirlo un santo in panchina dal momento che la riforma del calendario non ritenne opportuno opporsi ad una tradizione popolare plurisecolare. Non vale la pena continuare con una serie infinita di leggendari, fra cui San Nicola di Bari, accoppiata di Babbo Natale nonostante solo in Italia 247 comuni portino il suo nome I santi leggendari nascono dal fatto che l’uomo ha bisogno di protezione. Se non la trova se la inventa con l’idolo o il santo. Leggendario o storico non ha importanza. Caso mai i prodigi non è tale figura che li compie, ma la eventuale fede del singolo indipendente dall’ancora di salvataggio a cui si appiglia. In effetti Gesù disse:” Se avete un granellino di fede trasporterete anche le montagne” (Mt.17,20). Al limite non c’è bisogno nemmeno di scomodare Dio, dal momento che Dio stesso ha messo nel nostro essere energia spirituale e vitale a fondamento della nostra fede. Lo stesso criterio va tenuto nel giudicare pellegrinaggi, visioni, santuari. Che poi questi santi influiscano e migliorino il comportamento sociale è cosa dubbia. Noi italiani abitiamo il miracolo, e le feste patronali spesso sono una religione da spettacolo. E talvolta occasione da sfruttare per rendimento di conti da parte di cosche criminali. Non basta depennare i santi dal calendario, andrebbero storicizzati e ricristianizzati almeno per rendere più umano questo nostro mondo.

Autore: Albino Michelin
21.08.2020
albin.michel@live.com

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