sabato 8 maggio 2021

GESÙ: FRA CHI LO RITIENE MESSIA E CHI RIVOLUZIONARIO POLITICO

Statistiche abbastanza credibili ci dicono che ogni anno escono su Gesù oltre 700 libri. Però non tutti lo presentano dallo stesso punto di vista. Chi secondo la storia, chi secondo l’arte, le devozioni, i miracoli, i santini pattinati. Altri invece secondo un’ottica politica. Gesù sarebbe stato un rivoluzionario antiromano, una specie di Che Guevara, intenzionato a liberare la Palestina dall’invasore di turno. Al tempo di Gesù questa contava circa mezzo milione di abitanti, 28 mila kmq, 250 km di estensione dalla Galilea del Nord alla Giudea del Sud, situata fra due grandi imperi, la Mesopotamia ad est e l’Egitto ad ovest, attraversata dalla strategica strada del mare, frequentata ovviamente da mercanti e da truppe di brigantaggio, e collegante le due potenze del tempo. Coloro che ritengono Gesù un belligerante politico fanno un assemblaggio di diversi brani dei vangeli e di reperti archeologici e ti danno del Nazareno una figura secondo la loro logica di partenza. Riassumiamo: Che la Palestina per due mila anni prima di lui sia stato un terreno fertile per invasioni, battaglie fra popoli confinanti, deportazioni è noto. Come pure una grande esasperazione e volontà di sovvertire l’assetto politico, di un Messia che venisse a liberarli dalle schiavitù. In modo accentuato dopo l’anno 63 a. C. quando Pompeo aveva concluso l’occupazione romana, aumentando così la ribellione e la guerriglia dei sudditi. Tanto che il legato Varo partì dalla Siria nel 4 a.C. e crocefisse 2000 ebrei in quel di Sefforis-Tiberiade. Quindi sempre più forte era l’esigenza di un Messia liberatore, un po’ come oggi si attende con ansia l’avvento di una Virologo Messia per debellare la pandemia covid. Nel sottobosco popolare si era formato anche un gruppo di partigiani antiromani, specie di comitato di liberazione chiamati Zeloti, fra altri di diverso genere, sacerdoti, farisei, sadducei interessati invece ad appoggiare gli occupanti. Sunteggiamo l’opinione dei sostenitori del Gesù rivoluzionario. “Al suo apparire all’età di 30 anni egli si sarebbe scelto un manipolo fra gli zeloti. Pietro, figlio di Bar Jona era un guerrigliero, che poi nella cattura del Getsemani avrebbe mozzato un orecchio ad una guardia, Giacomo e Giovanni figli del tuono, Giuda Iscariota portava un coltello (sica) sotto la tunica. Gesù frequentava i villaggi piuttosto che le città per poter reclutare amici fuori dal controllo delle guardie, predicava l’avvento del regno di Dio con l’intento di sostituirlo a quello romano, beneficava i poveri con lo scopo di adescarli alla sua causa, in nome del suo Dio trasgrediva le leggi della sanità nei confronti dei lebbrosi e quelle della religione curando di sabato, scacciando i commercianti dal tempio, tuonando contro i ricchi. Si è organizzato un ingresso trionfale a Gerusalemme per dare una dimostrazione di forza, ma venne catturato perché il suo esercito era una ciurma di montati. Nel processo di Pilato vedendo imminente la mal parata e la sconfitta si dichiarò re, ma non re di questo mondo, di quello futuro, con l’intento di farsi così giustizia a tempo differito, giudicando i vivi e i morti. Mentre portava la croce al Calvario riuscì a sfuggire e darsela a gambe, tanto che le guardie dovettero sostituirlo con Giuda, che così finì sul patibolo al posto del suo maestro. Le donne poi sparsero la notizia che Gesù se n’era volato in cielo, completando così la sua rivincita”. Questo in sintesi il pensiero comune degli interpreti “Gesù il rivoluzionario” Ma per i gli interpreti studiosi la suddetta è pretestuoso forzatura. Qualche controrisposta. Fra gli apostoli Gesù si era scelto quegli incontrati, senza selezione e concorso, nella prospettiva di una adeguata formazione. Nei rapporti con i romani è stato rispettoso come quanto disse date a Cesare quello che è di Cesare (Mt 22,21), quando a Cafarnao pagò la sua dogana (Mt.17,27), quando amorosamente guarì la figlia del centurione romano. (Mt,8,13). Se predicava per costruire il regno di Dio non intendeva “di” ma “in” questo mondo, uno spirito nuovo, fraternità solidarietà perdono ai nemici. In effetti parlava sempre di un cuore puro. Con la Samaritana ebbe a dire che Dio non si adora nel tempio di Samaria o di Gerusalemme. Ma in Spirito e verità. Ha collocato Dio nel cuore dell’uomo. Ha dichiarato di non essere venuto a portare la pace ma la spada, cioè la decisione e separazione netta fra il bene e il male, Gesù non ama il grigio. Con i peccatori non fu mai giudice colpevolizzatore, consolò l’adultera, nemmeno la condannò. Con la parabola della pecora smarrita invitò a lui tutti gli affaticati e gli oppressi. Certo aveva un rapporto di preghiera e di estasi (ex=fuori) con Dio, ma la sua vita era completamente intasi (in =dentro) cioè Identificata con le sofferenze della gente. Compassionevole fino alle lacrime. Garantisce che sarà con ogni uomo fino alla fine della vita e del mondo, dopo la quale lo spirito di ciascuno vivrà nella trascendenza di Dio. Ha predicato che l’uomo non è un tubo digerente, ma un figlio di Dio, dalla dignità infinita. La vita di Gesù va considerata nel suo rapporto di continuità e di coerenza, nella fedeltà ai fondamentali della religione proposta. E di qui l’influsso nei duemila anni di storia fino ad oggi. Non entrando in merito alle solite questioni, fatti e misfatti della chiesa (che non va identificata con Gesù) la presenza di questo Vivente Messia ha valicato i tempi e i confini: Si prenda atto di quanti ospedali, case di accoglienza, orfanotrofi, missionari eroismi di singoli, madri terese, martiri lungo i secoli nel mondo, tutti contagiati da lui. E quanti che non conoscono il vangelo vivono inconsciamente il suo messaggio laico: Emergency, Medici senza frontiere, Ricoveri, Croci rosse, Case per anziani, volontariato… Infinite sono testimonianze e testimoni del Cristianesimo di Gesù’ il Messia

Autore: Albino Michelin   18.03.2021
albin.michel@live.com

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