lunedì 26 agosto 2024

CARLO ACUTIS UN SANTO PATRONO ALL'INTERNET

E sono 1726 i santi della chiesa cattolica che ora diventano 1727 più le apparizioni Mariane che al sospetto delle migliori tradizioni sono fluttuanti verso l’alto. Una vera sagra. Fa uno strano effetto questa magia del sacro, quando si pensa che per una certa tradizione noi siamo più affascinati dal sacro e più insensibili all’umano. Questa volta però si può dire che il cardinale di Milano Scola ha voluto lanciare l’idea di fare santo un giovane ragazzo. Egli ha pensato opportuno si trattasse di dare un modello ai giovani sia nel comportamento umano, sia nei valori cui possono fare attenzione. Carlo ha bisogno di un cenno dell’anagrafe. Figlio di Andrea, emigrato italiano a Londra, della borghesia di stato, agente della Vittoria FA, e della madre Angela Salsano, nasce il 3 aprile 1991. Tornò con loro in Italia per l’educazione scolastica, ma all’età di quindici anni morì colpito da una leucemia fulminante dopo breve agonia di tre giorni: era il 2 ottobre 2006. In un sogno fatto alla madre predisse che avrebbe avuto un altro figlio. Infatti nacquero Michele e Francesca. Un piccolo o grande prodigio dopo la sua morte: il 10 ottobre del 2020 un bambino di sei anni guarisce e ciò ha costituito un piccolo o grande passo a vantaggio dell’istituzione chiesa. Fino a qui la sua scarna biografia. Ma quanto fu ricca la sua personalità, intensamente vissuta. Occorre accennare alla sua pratica religiosa. Al mattino la messa, alla sera il rosario, si dedicava alla sua devozione eucaristica, facendo anche delle mostre. Per lui l’eucarestia si presentava come l’autostrada per il cielo. Ma accanto ad essa una profonda sensibilità perché organizzava con il volontariato e con i cappuccini attività tra le missioni. Con il volontariato e la paghetta era tutto per i poveri, organizzava aiuti ai clochard, ai disabili, agli emigrati, tanto ne aveva e tanto spendeva. Egli voleva dire, appunto perché era di famiglia benestante, era importante condividere con i bisognosi. Con passione divideva anche le sue attività normali di tutti i giorni. Era un bel ragazzo e giocava al pallone, amava lo sport, la montagna, il nuoto, suonava il sassofono. Molto applicato all’informatica ed all’internet. Piaceva ai compagni perché viveva quello che diceva. Amava dire che voleva vivere in coppia originale per non morire in fotocopia. Era un influencer di Dio, un simbolo di credente milleannias. Per questo il Papa Francesco, così attento alla pienezza della gioia non effimera, ha dichiarato il 23 maggio 2024 che sarà dichiarato santo il 12 ottobre del 2024. A questo punto vorremmo chiederci: che cosa servono i santi oggi? Sono tanti i risvolti che sarebbe necessario la rivitalizzazione della santità e dei suoi protagonisti. Anzi tutto che ogni popolo ed ogni ambiente ha i suoi santi. Così continueremo ad avere i cattolici che si accampano in Italia, Francia e Germania. La Scandinavia con i suoi razionalisti al nord. L’Arabia Saudita ed i suoi islamici all’oriente. Così in un certo modo si continua a dividere i popoli nei suoi santi. Ma il messaggio di Gesù ha un valore universale, appartiene a tutta l’umanità. I messaggi di Gesù sono un tesoro a cui tutti hanno accesso e di cui tutti devono beneficiare. Nessuna istituzione può arrogarsi il diritto, il monopolio di raggiungere Dio, nell’interpretazione e nella comprensione del suo messaggio. Quindi un Dio che si è fatto più vicino al mondo ed è interprete degli aneliti di ogni mortale. Il che avverrà se vi sono santi che rappresentano il superamento anche dei conflitti religiosi, la loro storicità per diventare un messaggio unitario. Una madre Teresa oggi ha più valore universale che una santa Rosalia con le sue processioni palermitane. A che servono oggi i santi? Altro problema oggi è quello dei miracoli, e che il signore gli fa a chi vuole, quando vuole, e come vuole. E un Dio che sembra un po' razzista. Quando invece Dio desidera che tutti gli uomini arrivino al suo regno. Si pensi poi ad Epidauro, nel secolo quinto a.C. in cui vi era un tempio Asclepiade. Zoppi che guarivano, morti che riprendevano la vita, una vera Lourdes e Mediugorie del tempo moderno. Se oggi in qualche modo è un po' cessato questo prodigio è perché più facilmente di un tempo ci si accorge dell’inganno, e perché la scienza ha fatto celermente i suoi progressi e la sua disamina. A che cosa servono i santi oggi? Oltre a quanto detto si pone un’accusa a Dio, del terremoto e delle sue calamità, quasi che Dio le risolvesse di autorità. Risponde Hans Küng con i teologi che Dio non può fare ritorno sul già deciso. E quindi ad esempio guerra e pace dipendono dalla nostra volontà. A che cosa servono i santi oggi? In quanto a Gesù non si devono attendere prodigi in quanto il vangelo di Giovanni parla di segni e non di miracoli. Gesù non ha fatto storicamente il miracolo delle nozze di Cana, ma voleva dirci che la sua comparsa era segno di gioia. Gesù non ha fatto moltiplicato storicamente i pani ed i pesci, ma ha consigliato ad ogni uomo a condividere affinché tutti avessero il necessario. Gesù non ha storicamente risuscitato Lazzaro dalla tomba ma gli ha comandato di vivere ancora pienamente la sua vita. Gesù faceva del bene e non andava alla caccia del miracolo. Ciò che è importante per Carlo Acuntis è che la sua santificazione sia sobria. Anche le due ciocche di capelli lasciate in reliquia ad Alife (Caserta) non avvenga che, come avvenuto con Padre Pio da Petralcina nel 2008, succedano i casi di cannibalismo religioso e di negromanzia. Scherza con i fanti ma lascia stare i santi.

Autore: Albino Michelin 02.08.2024
albin.michel@live.com

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