lunedì 26 agosto 2024

INCOMINCIARE DA DIO O DALL'UOMO?

I nostri concetti di buono, bello, di compassionevole, di gratuito, di dono da dove provengono? È il concetto di brutto, di antiestetico, di crudele, di egoista da dove provengono? Siamo noi ad inventarli? È un po’ la questione del protone e dell’antiprotone. Alcuni dicono che c’è, altri che non c’è e così si arriva aduna serie di stravaganze e immaginabili ed impossibili. Questa è la questione discutibile dagli antropologi, dalla psicologia del profondo, dalla sociologia. È da quanti si chinano su questi problemi. Qui non facciamo dell’accademia ma un cammino di fede. Primo punto: Dio non lo vediamo, non lo vede nessuno. Talvolta vediamo le sue opere, ma non sempre è detto che riescano visibili. Possono essere anche l’illusione ad abbandonarsi a Dio. Nell’antico testamento si parla di un Dio che esiste nella brezza, di un Dio che viene dal vento, di un Dio che è nel fuoco. Ma nessuno di questi eventi è stato dallo scrittore riconosciuto. Dio è altrove, Dio è oltre. E Gesù Cristo, anche qui non si può che tali concetti derivino da Lui. Perché Gesù è vissuto solo trentatré anni i, e praticamente scomparso, non ha lasciato nulla di scritto. Ne mediatico, ne giornalistico. Documenti degli evangelisti sono stati scritti dal venti al cento anno dopo la sua morte. Negli scritti che riguardano la sua resurrezione nessuna coincidenza. Noi crediamo alla testimonianza di alcuni che l’anno visto ed apprezzato, ma non oltre. È chiaro che su Gesù sono tante prove ma che sulla sua esistenza bisogna avere una carica di fede. Poi esistono la Madonna ed i santi, ma su questo possiamo avere una devozione di vita dal momento che esse od essi sono creature di Dio e in questo caso creano un po' di confusione. Dunque l’origine dei nostri concetti del bene e del male non li potremo derivare da Dio dal momento che fra l’altro duo terzi dell’umanità ancora non sono arrivati a riconoscerlo. Incominciamo dall’uomo. Si può notare che nella vita e nella fede di ogni uomo si possono trovare cose promettenti che vale la pena riconoscere ed altre che vale la pena tralasciare. Ad esempio se dico a mio figlio di non mettere la manina nella corrente elettrica egli eviterà di bruciarsi o qualcosa di peggio. Ma può darsi benissimo che nasca qualcosa di bello anche dal brutto. Fino a scendere ad esempio se faccio uno scontro in macchina ed avessi pure ragione. Cose da galera o di fare il diavolo a quattro. Oppure posso passare ad una benigna composizione, e non farlo più. Chi è l’artefice di quella opera onesta. Da un male (lo scontro) ne è saltata fuori la pacificazione. Alcuni schemi di pensiero sono promettenti per le persone. Per esempio, per restare nel caso del fuoco possiamo anche bruciare la casa oppure invitare una famiglia a mangiare insieme le costine. Perché abbiamo distinto l’ambito morale e quello estetico? È il senso che guida il camminare dell’uomo e il cammino dell’uomo serve ad acquistare senso. Certamente ci sono delle idee innate nell’uomo ma pensare che in questo modo si risolva tutto è utopico. Se per esempio il mercante vuole vendere la figlia al cliente di turno lo si mette in galera in quanto ha rifiutato il ruolo di essere sviluppato primordialmente. Ma è importante sapere di queste cose umane e quindi non c’è bisogno né di un signore del mondo, né di Gesù Cristo, né di Maometto, né del Krishna Indù per portarli all’evidenza, per portarli alla sua esperienza. Nel cammino dell’uomo sono cambiate le sorti della questione. Qui è importante una decisione. Il cammino di Dio lungo la storia non è mai compiuto. Non pensiamo che tutto sia completo e sia completato lungo la storia della vita. Ho incontrato tempo fa una signora la quale mi parlava della sua amica che si era innamorata di un uomo più anziano di lei di trent’anni. Storie, è giusto oppure è sbagliato? Cose che non finivano più. Ora il problema è un altro. Questa signora ha trovato la sua felicità. È importante che lei l’abbia trovata al di là de suo tempo di età, al di là di questo periodo storico, un Dio che gli è stato benevolo. Tutte le età sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista dello sviluppo famigliare, sia dal punto di vista del codice di famiglia o sociale ha una valenza suo provvisorio ed è destinata a mutare con il tempo. Un altro esempio. C’è stato un tempo in cui le auto elettriche facevano furore però inquinavano l’aria e la viabilità. Sarebbe un atteggiamento spirituale quello di dire andiamo avanti, miglioriamo ciò che ci danneggia, ma non è necessario cessare. Allora saltano fuori gli estimatori del tempo passato e parlano della fine del mondo e dei tempi dei nefasti ecologici. Ma basterebbe un atteggiamento spirituale di fiducia nel senso che tutto ha un futuro. La nostra civiltà del progresso è a doppia uscita, in negativo e in positivo. È la volontà spirituale dell’uomo a far si che essa possa essere salvifica. In definitiva si deve credere all’anima umana perché come diceva Gesù” farete opere migliori delle mie”. Credere in un diktat che cade sull’uomo senza apprezzarlo sarebbe un’ingiuria. Ogni religiosità è fine a sé stessa se non valorizza ma l’aspetto spirituale è quello che dà un significato. Varrebbe la pena per la provenienza del lecito e dell’illecito, anziché incominciare da Dio, sarebbe opportuno incominciare dall’uomo. Anche perché S. Vincenzo da Lerino (450 d.C.) lo definisce “l’uomo è la gloria di Dio”.

Autore: Albino Michelin 25.07.2024
albin.michel@live.com

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