lunedì 9 febbraio 2015

LA RIVALUTAZIONE DI LUTERO FRA GLI EMIGRATI


Pronunciare il nome Lutero e pensare ai protestanti di cui egli è il fondatore è la stessa cosa. Da bambino del catechismo, da adolescente, da studente, confesso, i protestanti mi hanno sempre fatto paura: perché gli altri, la cultura, la chiesa, la teologia me l'avevano messa addosso. Un lavaggio del cervello con il mito anti Lutero: figlio di Satana corruttore della chiesa, scomunicato e fondatore di una masnada di scomunicati, ribelle al Papa, distruttore di santi e della Madonna, frate impudico voglioso di maritarsi con una monachella.

E il dramma non era solo dei preti giovani, usciti e modellati così. Era soprattutto dei nostri emigrati degli anni 50-60, specialmente le ragazze. Erano tante allora, mentre i nostri giovanotti cattolici pochini. Avveniva che si innamorassero e sposassero con protestanti. Una tragedia per loro, per i genitori in Italia, per i preti che dovevano obbligarle a trascinare il partner nella chiesa cattolica, a convertirlo e giurare un'educazione cattolica ai figli. Tante non ci sono riuscite ad imporre questa violenza al coniuge, tanti protestanti hanno obbligato invece la ragazza italiana a passare dalla loro parte, a educare i bambini nella loro chiesa.

Allora ecco il verdetto: questa donna è come Lutero una scomunicata, troncare i ponti, togliere la parola, non benedire la casa a Pasqua, segnarla in nero nella cartella anagrafica. E si ricordano ancora altri particolari: quando noi, emigrati o meno, siamo in quel tempo arrivati in Svizzera, eravamo muniti di tutte le istruzioni. Mai entrare nelle chiese sopra il cui campanile ci stava un gallo. Solo dove ci stava la croce. E poi in quelle chiese, quelle del gallo, mai entrare durante una funzione religiosa a curiosare, a sentire: ci poteva essere la scomunica, cioè l'espulsione dalla chiesa cattolica.

Sono passati solo alcuni decenni: quanto è cambiata la situazione, quanto maestra di vita questa breve storia è stata. Lutero nacque ad Eisleben nella Germania centrale il 10-11-1483 e morì a 63 anni, dopo di aver causato una scissione all'interno della chiesa cattolica con la riforma e fondando la religione protestante che oggi conta 700 milioni di adepti, e il cattolicesimo alcuni milioni di più.
Perfino Papa Wojtyla, che quanto a dottrina e magistero è piuttosto tradizionalista, ha pubblicato su Lutero un interessante documento in data 5 novembre 1983. Non fu ancora una riabilitazione, né una abrogazione della scomunica (che probabilmente arriverà tra qualche tempo) ma è una chiara revisione del giudizio cattolico su Lutero e sui protestanti. Questo Papa scrive: “La colpa della rottura dovunque esiste deve essere riconosciuta da qualsiasi parte si trovi». Viene riconosciuta in Lutero una personalità profondamente religiosa, una grande fede in Dio e nella parola della Bibbia, un carattere sensibile, preoccupato della sua salvezza eterna. Questo Papa ammetteva quindi implicitamente anche delle colpe nella chiesa romana del tempo. E raccomandava di studiare profondamente il passato e la situazione storica del cinquecento per non continuare ad attribuirci a vicenda inutili torti: questo è il punto di partenza da qualche tempo per il dialogo fra cattolici e protestanti e la premessa per l'ecumenismo cioè per la ricomposizione delle due religioni.

L'intenzione di Lutero non era quella di fondare un'altra chiesa, ma di riformare quella cattolica di allora. Troppo accentramento romano, troppa pompa, troppo sfarzo, troppo commercio di indulgenze per costruire la Basilica di S. Pietro. Poca fede, poca parola di Dio, poca testimonianza evangelica. Ma Lutero diceva delle cose giuste nel modo sbagliato e l'allora Papa Leone X l'ha tolto dai piedi o si è illuso di toglierselo, comminandogli la scomunica. Una chiesa che si spacca in due, con una lacerazione secolare: Lutero non l'avrebbe voluto. Un Lutero troppo irruento, un Papa Leone X troppo autoritario e la frittata è fatta.

Dopo quasi 5 secoli di storia, di inimicizie, di guerre, il clima sta cambiando. Anche nei matrimoni misti oggi nessuno più deve convertirsi alla religione dell'altro e l'educazione dei figli preferibilmente segue la religione della madre o secondo comune accordo. Le passioni, i preconcetti e i pregiudizi, le calunnie e diffamazioni reciproche sono scomparse. Anche la chiesa cattolica ha imparato qualcosa. Sì, essa non ha solo da insegnare, ma anche tanto da imparare: dal Vangelo, dagli altri uomini di buona fede e volontà, in silenzio, in umiltà, da tutti e sempre' perché uno solo è il maestro: Gesu’ di Nazareth.

Autore:
Albino Michelin
12–11-1983

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