venerdì 23 ottobre 2020

LETTERA APERTA AL PRIMO SINDACO ISLAMICO NEL VICENTINO

Nelle recenti elezioni italiane del 20-21 settembre 2020 a Malo, comune vicentino sui 15 mila abitanti è stato eletto per la prima volta un sindaco Islamico, Moreno Marsetti con circa 45% di preferenze. Il primo assoluto in Italia è stato Arturo Cerullo a Montario nel Grossetano e risale al 2008. Un articolo sul Giornale di Vicenza del 23.9 (M. Carollo) descrive l’esultanza e il brindisi dei maladensi che festeggiano il primo cittadino a bottiglie di spumante con l’etichetta “non sono praticante”. Il tutto seguito dalla prima intervista in cui il Marsetti ripete il suo logo agnostico. Ora che cosa c’entri questo proclama nel momento dell’incoronazione lascia perplessi perché chiaramente fuori luogo. Forse un lapsus che tradisce un fondo inconscio anti islamico. Ma è uno schiaffo ai suoi quasi a significare il distanziamento da loro e dalla loro religione, che è pure la sua (in linea materna), uno schiaffo ai cattolici quasi a rimarcare che bigotto non è e quindi a garantire la sua indifferenza e relativismo. Qui insomma non c’entrava, né Dio né Allah. Senso aveva soltanto un ringraziamento a tutti i cittadini che l’avevano votato. Sembra una quisquiglia ma è contagiosa e si presta ad una legittima riflessione. Tant’ è vero che il Marsetti prosegue a slancio quasi profetico (v. internet) con degli svarioni discutibili.” Sono musulmano, ma in Italia c’è una legge che impedisce la costruzione di moschee” Di grazia quale legge? Il no ad una moschea da parte di un’amministrazione comunale viola la costituzione (art.3 e19) e la carta europea dei diritti dell’uomo Ma che cosa vuole interessi ai paesani maladensi questo messaggio islamofobo? Un sindaco non ha da valutare i cittadini in base alla religione ma in base all’onestà civica, al senso civico, all’etica civica e su questi valori impegnare l’amministrazione comunale tutta. A tanto proclama fantomatico” non sono musulmano praticante” ne segue un secondo:” In Italia esiste una religione di maggioranza e va rispettata. La lega non è né razzista, né xenofoba, la religione deve stare fuori dalla politica”. Ma qui si perde la memoria. Anche se capo della lega locale un sindaco non rappresenta la lega ma tutti i cittadini, anche quelli che non l’hanno votato cioè il 55% e quelli che si sono astenuti dalle urne, il 33%. L’amministrazione della polis e della civis, della città e della cittadinanza non ha nulla da spartire con partitocrazia, ma mira al benessere di tutti, anche degli avversari di partito. Da che pulpito viene la predica. Troppo comodo chiudere porte e porti e lasciare “i negri feccia della società” annegare nel mare e non impegnarsi per una integrazione in loco dei “negri” da tempo residenti. A Malo sembra (internet) che solo la parrocchia si interessi di apprestare corsi di inglese e spagnolo per stranieri, attività invece che competono all’amministrazione comunale. E poi non estrometta la religione dalla politica se il suo guru mentor Salvini traina e inebetisce gli italiani biascicando rosari, sbaciucchiando santini di carta, vantando visioni e rivelazioni mariane da Medjugorje, tutta una regia leghista per strumentalizzare la religione a scopo politico. Qui va inclusa anche la difesa delle nostre tradizioni dai “barbari” stranieri: è il mantra leghista. Pubblicamente strapazzato dal su citato leader che di origine anagrafica cattolica vive una morale islamica con un harem di 4 donne, che non giova qui elencare. E questo in un territorio da secoli monogamico. Meglio atei che ipocriti. Nel programma elettorale il neo sindaco aveva presentato 75 punti o progetti di lavoro. Lodevole impegno. Però ad esaminarli attentamente non vi è un solo accenno all’attenzione e all’integrazione degli stranieri. Significa che a Malo come in Italia gli stranieri devono loro integrarsi se no se ne vadano a casa. Questa non è pedagogia né sociale, né politica. I primi immigrati come i successivi vanno aiutati ad integrarsi con adeguati strumenti. Pare che a Malo non esista nessun locale allo scopo e che il comune se ne disinteressi tanto i musulmani hanno il loro centro a Bassano del
Grappa,25 km. di distanza e là se ne vadano. Lo scrivente che risiede in Svizzera ricorda che nel 1960 il Cantone protestante (per 300 anni in guerra con i cattolici) ha collaborato finanziariamente e robustamente per la costruzione della missione cattolica italiana secondo il principio che se gli stranieri vengono inizialmente aiutati a sentirsi un po’ a casa loro secondo tradizioni, aggregazioni, religione saranno meno inclini a delinquere. Il Signor Marsetti professa ad alta voce di essere un musulmano non praticante. Però giova sapere che al di là dei nostri pregiudizi anche loro non soltanto Isis e che la “spiritualità“ del Corano alla radice è simile e contigua alla cattolica, dal momento che Dio non è ne’ cattolico né musulmano, ma tutto in tutti. Lo dimostra anche un piccolo gesto del suddetto Centro islamico di Bassano che ha raccolto e donato all’ospedale cittadino locale 4.000 euro a beneficio degli italiani contagiati dalla pandemia Corona virus.

 Autore: Albino Michelin   30.09.2020

albin.michel@live.com

 

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