martedì 12 febbraio 2019

P. PIO PRIMO FRA I SANTI: GESÙ ALL'OTTAVO POSTO

Mercoledì 19 settembre 2018 in una trasmissione televisiva l'attuale nostro presidente del Consiglio pure in coincidenza con il 5O.mo anniversario della morte di P. Pio da Pietrelcina estrae dalla giacca una immaginetta del santo e la esibisce alle telecamere e ai telespettatori dichiarando di essergli fedele devoto perché "uomo di preghiera e vicino alla gente". Nella graduatoria delle devozioni popolari il frate Forgione e papa Wojtyla precedono nostro Signore che si trova in panchina verso la decima posizione, sintomo di una alterazione delle priorità che dovrebbe allarmare gerarchie cattoliche e clero tutto. Le statue del frate sono disseminate in tutto il paese più del crocefisso, nei covi dei mafiosi troneggia o viene esposta la sua immagine insieme con quella di S. Michele, l'arcangelo dall'atteggiamento bellicoso di buttafuori dal paradiso terrestre dei nostri progenitori Adamo ed Eva. In questa figura andrebbe distinto e studiato l'uomo delle stimmate, il suo carattere personale ricevuto da madre natura, i suoi talenti miracolistici, il suo messaggio a favore dei sofferenti e contro la sofferenza, la sua strumentalizzazione postuma da parte del popolo. Come si vede difficile una chiarifica in tanta stratificata complessità. In quanto alle stimmate conosciamo le contrapposte interpretazioni, alcuni lo considerano un mistificatore, affetto da disturbo istrionico, di trance dissociative, di origine isterica. Tanto che il suo confratello P. Gemelli nel 1920 consigliava di ricoverarlo in un ospedale psichiatrico. Comunque resta un mistero se siano manifestazioni di uno stato morboso, oppure procurate artificialmente mediante la tintura di iodio di cui si faceva largo uso in convento. Psichiatri e teologi rimangono ancora distanti nell'interpretazione, ma non sono queste diatribe che ci dovrebbero interessare. Il suo carattere? Per esperienza molti fedeli anziani lo ricordano ancora come un frate severo dai modi bruschi, poco paziente con i penitenti, specie con quelli non rigorosamente democristiani, o che fossero attraversati da qualche dubbio sulla fede. P. Pio sembrava ignorare che anche Gesù fu assalito da dubbi e mica di poco conto. Al riguardo una certa sorpresa suscitò la decisione di papa Francesco nel 2016 in occasione del giubileo della misericordia, cioè di portare le sue spoglie da S. Giovanni Rotondo a Roma. Gesto che si può ascrivere alla pressione di alcuni informatori o un tributo personale alla religiosità popolare, di cui il Concilio 1965 aveva messo in guardia, ma riportata in auge da papa Wojtyla sotto il cui pontificato madonne disperate piangevano lacrime di sangue, per alcuni ritenute fenomeno da baraccone, scomparse poi con quel papa stesso. Si sa che le devozioni popolari garantiscono un maggior afflusso di gente alla chiesa tanto che nella prima guerra mondiale i sacerdoti esclamavano: “non esistono gli atei, le chiese sono piene". I miracoli di P. Pio? Giudicare un santo dai miracoli è pure entrare in un terreno scivoloso, perché questi potrebbero venire compiuti anche in altre religioni non cristiane, e originati dalle   più diverse motivazioni. L'esempio ci viene da S. Francesco, di cui P. Pio è confratello, anche se separati da otto secoli, un santo fra i più eccezionali della storia che non fa mai miracoli ma che offre un modello di vita e ha praticato la misericordia verso tutte le creature, anche verso gli animali, lupo compreso. Allora quale potrebbe essere la specificità di P. Pio? Va detto subito: la sua sensibilità verso la sofferenza umana, soprattutto fisica oltre che morale. Di qui la sua grande opera di assistenza voluta nella fondazione delle case di cura e di ospedali come quello di S. Giovanni Rotondo. Ora la gente ha motivo di riporre la speranza delle guarigioni in questi, nelle medicine, nella professionalità sanitaria. La quale se viene esercitata con competenza e coscienza può compiere dei veri miracoli, talvolta più che non attenderseli dalle reliquie dei santi, dagli oli sacri, e dai gesti del clero. Conviene lasciare in pace i santi rendendoli disponibili all'occorrenza per "miracoli" autentici a favore dell'intera umanità. Che poi questo S. Giovanni Rotondo sia ad un certo punto sbandato anche un po' verso una struttura sanitaria chiacchierata, di scorrettezze speculative e poco francescane, è anche vero, ma allora si tratta di una irresponsabilità dei successori, non prevista nelle intenzioni del fondatore. Esibire l'immaginetta in pubblico, e nei talk show, nelle piazze richiede un po' di pudore perché se è vero che bisogna dare testimonianza della propria fede è altrettanto vero che va evitato l'esibizionismo per scopi altri, e questo lo si deduce dalla coerenza del comportamento, evitando baratti e sfruttamenti della buona fede e della sofferenza delle persone. I santi vanno tirati fuori quando siamo disposti a cambiare noi stessi, e la vita delle persone come fece Gesù con Zaccheo e la Samaritana senza abbandonarsi alla devozione morbosa delle loro spoglie mortali. I nostri politici si accontentano di sbandierare amuleti sacri, ma quali rancorosi giullari non provano nessuna compassione verso i disgraziati dell'ultima ora, ostentano muscoli verso i deboli, privano i bambini non appartenenti alla razza bianca del piatto alla stessa mensa scolastica dei loro figli. I devoti parlamentari si leggano il Vangelo e scopriranno che anche la famiglia di Nazareth si rifugiò in Egitto per scampare dalle persecuzioni del potere del loro tempo.  Ciò recepito estraggano pure il santino di P. Pio dal taschino della loro giacchetta e lo esibiscano al popolo italiano.

Autore:
Albino Michelin
28.01.2019

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