La domenica 16 novembre 2003 nella Cattedrale di Caserta si chiudeva la due giorni dedicata agli immigrati e l'omelia del Vescovo in parte ebbe come oggetto anche la commemorazione dei nostri connazionali di Nassiriya: 19 fra militari e carabinieri massacrati cinque giorni prima e i cui funerali si sarebbero svolti due giorni dopo. Un quotidiano di Napoli del lunedì 11 novembre, precisamente " Il Mattino", riporta un riassunto del sermone con alcune dichiarazioni che sul giornale suonano così: "gli uomini di chiesa che benedicono quelle bare benedicono chi porta le armi e chi porta la guerra". Il che in pratica vorrebbe dire divieto di funerali religiosi. Ed è subito bufera all’italiana. Corifeo in testa parte Cossiga, ex presidente della Repubblica, che definisce il prelato leader del terrorismo cristiano. Dopo la polemica del 15.11.2001 l'onorevole cattolico lo aveva tacciato di esibizionista fuori dall'ovile, in seguito ad alcune affermazioni del vescovo stesso che dichiarava incostituzionale il nostro interbvento in Afghanistan in quanto la costituzione italiana non prevede guerra di attacco, ma solo di difesa. Da aggiungere che anche in quella circostanza Monsignor Nogaro si era distanziato dalla linea ufficiale dell'episcopato di casa nostra, dichiaratosi attraverso il suo rappresentante, favorevole all’intervento. Conoscendo questo vescovo già da tempo per la sua onestà di pensiero e per la sua autonomia dai poteri politici ho pensato subito ad un golpe mediatico, proprio ad un colpo basso. Nel senso che quelle espressioni così offensive, disumane e sacrileghe non potevano essere state proferite da un uomo come lui. Quindi non c'era bisogno, a che i rappresentanti della sua istituzione si affrettassero a cucire lo sbrego per salvare le apparenze. Anche se noi siamo leader del terrorismo cristiano. Dopo la polemica del 15.11.01, esattamente due anni orsono, l'onorevole cattolico lo aveva tacciato di esibizionista, fuori dell'ovile, in seguito ad alcune affermazioni del Vescovo stesso che dichiarava incostituzionale il nostro intervento abituati a sentire qualche nostro capo di Governo in giro per il mondo esibirsi in esternazioni e cacciare sparate, giustificandosi poi essere stato male interpretato e strumentalizzato. E così riveduto e corretto chi ha mollato un ceffone passa come colui che ti ha fatto una carezza. No, il Vescovo di Caserta non aveva bisogno di queste cosmesi e nemmeno della difesa di ufficio da 'parte dell'Assemblea dei Vescovi italiani che il 18 novembre nelle vesti del suo segretario Mons. Betori precisò che ’’l’indiziato aveva smentito le sue affermazioni, in quanto offesa alle vittime e alle Forze Armate. Nell'equivoco, che se non chiarito rasenta la diffamazione, ci sono cascati in tanti, pure il correligionario E.Todeschini in un articolo su "L’Eco", settimanale in Svizzera, del 27 novembre scorso, che fortunatamente parò in angolo usando il condizionale. No, Mons. Nogaro non ha smentito nulla, perché non c'era bisogno, in quanto tale espressione non era mai da lui stata pronunciata.
Ma
allora come si spiega questo linciaggio morale, questa ignobile sassata? Semplicissimo
non è giusto abbandonare l'incolpevole viandante evangelico giù nel fosso, è doveroso
che tutti sappiano ciò che a tutti si è voluto nascondere. Anzitutto l’autore:
apparso sul Mattino di Napoli si chiama Claudio Coluzzi, il quale essendo
arrivato in ritardo alla messa non ha potuto seguire il sermone del Vescovo.
Quindi ha deciso di andare in sagrestia a conversare con l'interessato a
celebrazione ultimata. Il presule gli ha riassunto l'omelia la quale non riportava
certo il divieto e l'istigazione a non benedire le salme, ma sottolineava le affermazioni
ufficiali che noi tutti conoscono: "Non facciamo il culto dei martiri e
degli eroi della Patria strumentalizzando la morte di questi giovani per
legittimare guerre ingiuste". In pratica Monsignor Nogaro non intende identificare
la partecipazione al lutto che rimane doverosa con il consenso alla guerra che
rimane per lui immorale. E' la sua opinione, valida come quelle di lato opposto,
che potrebbe non essere condivisibile. Ci mancherebbe! Ma non ha nulla a che
vedere con il divieto di benedire le bare. Questa è l'opinione lucida, per
niente mercenaria, del Vescovo di Caserta. A suo favore non ha bisogno né di
santi in cielo, né di avvocati sulla terra, né di interpreti benevoli, né di
credenti e laici solidali, benché i suoi gesti e la sua testimonianza ne abbia
suscitato parecchi. Tutti sappiamo che il ruolo dei media è forte, potente, ma anche
prepotente, distruttivo, omicida. La stampa in generale, e a Caserta "Il Mattino”
in particolare, non vede con grande simpatia l'azione condotta da questo vescovo.
Da anni quella redazione ha ricevuto l'ordine di non dargli voce, perché lui
non si fa i fatti suoi, non ha mai smesso di denunciare situazioni di degrado
politico e sociale nella diocesi e nel Paese, intervenendo su questioni che non
lo dovrebbero riguardare: tipo la camorra, il problema delle cave di Caserta,
la sanità, l'immigrazione (ricordiamo il gesto dei missionari comboniani incatenatisi
davanti alla questura), la guerra, la pace.
E'
probabile che nemmeno il Coluzzi abbia voluto con il suo articolo tendere un tranello
al Vescovo. Egli sostiene addirittura di
non esserne l’autore, ma un’operazione fatta in seconda battuta alle sue spalle.
Si è cercata l’occasione per gettare discredito su Mons. Nogaro e darlo in pasto
ai vari Cossiga, parlamentari, rappresentanti della: cattolicità italiana e compagnia
varia. Sul caso pure il sottoscritto si è sentito in dovere di compulsare accuratamente
le fonti. Grida ingiustizia davanti a Dio e agli uomini seminare zizzania farneticando
con notizie maldestre allo scopo di togliersi di addosso persone scomode, come
re Erode fece con Giovanni Battista il precursore di Gesù, mozzandogli la
testa: cosi cantano nelle chiese i nostri salmi durante l'avvento.
Nel
nostro cattolicesimo patrio accusiamo ammanco e deficit di profeti, sul tipo appunto
dei Giovanni Battista, gente cioè che arrischi tutto per parlare in nome del
Vangelo, che dia spazio al "potere della parola" anziché alla "parola
del potere", che sappia in definitiva liberare Gesù Cristo dal
cristianesimo, da quello strumentale a scopo elettorale, politico, e di
innumerevoli altri interessi mondani. Monsignor Nogaro, vescovo di Caserta, cammina
in quella direzione e se non altro merita tutta la nostra ammirazione.
Autore:
Albino Michelin
Anno
2003
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