martedì 3 marzo 2015

SULLA CONFESSIONE DEGLI ITALIANI

Veramente questo articolo studio avrei potuto anche intitolarlo "Sulla confessione dei cattolici", ma si sa che esiste una grossa distinzione in questo ambito fra i cattolici di lingua latina e quelli di lingua tedesca o anglosassone. Colpa o merito della diversa interpretazione data a questo gesto religioso dalle due diverse culture e conseguenti tradizioni istauratesi lungo la storia. Con tutti i problemi poi per gli italiani provenienti dal fatto di risiedere geograficamente sotto tutela della Roma papale. Nel primo caso riesce un po' difficile ad approfondire una vera e oggettiva analisi biblica e si arrischia di avere a che fare con uno che pensa per tutti. E quindi o mangia sta minestra o salta sta finestra. Oggi da ogni parte si sentono lamentele e un sacco di piagnistei sull'abbandono della confessione privata (sottolineo privata, cioè nel confessionale e dal prete), deplorando come i nostri bravi cattolici abbiano perso il palato e il gusto di questo rito. In pratica è tutta una lacrima sulla diserzione verso questo sacramento "voluto da Gesù Cristo". ·Ed è qui che, come si dice, potrebbe cascare l'asino. Nel senso che si confonde o s identifica la confessione-dichiarazione-accusa del proprio comportamento al prete con la conversione del cuore che a tali dichiarazioni fa da fondamento. Conversione ed assoluzione, in definitiva possibili anche prima o senza il prete. Interessante sarebbe un'analisi sociologica sui motivi dell'abbandono della confessione privata. In Svizzera è stata tenuta già quarant’anni fa un'inchiesta in diversi diocesi, come pure nella zona dell'Albis zurighese, sulla quale si potrebbe anche parlare con una certa cognizione di causa. Ma il discorso ci porterebbe troppo lontano. Certo oggi la gente sente il bisogno di confessarsi: al bar, con gli amici, davanti alle telecamere. Quello che però fa meraviglia in questo discorso è che mentre la chiesa in Svizzera informa ed istruisce i correligionari della propria lingua, la chiesa italiana invece perde un pò colpi e pezzi a causa di una limitata disanima e preferendo la routine del si è sempre fatto così. E’ opportuno quindi riferirsi alle espressioni di Gesù e al comportamento della chiesa apostolica a lui contemporanea o immediatamente successiva. Questa è la costante. Tutto il resto accaduto lungo i secoli fa parte delle ”storie” (da non confondersi con le leggende), delle applicazioni temporanee e provvisorie, variabili del tempo. Premesso un dato di base, cioè che è sempre e solo Dio a perdonare il peccato e la colpa personale, andrebbero esaminate le diverse modalità o segni esterni (= sacramenti) attraverso i quali tale evento si verifica. Nel Vangelo noi riscontriamo 4 modalità di confessione, nessuna da privilegiarsi sull'altra, ma ognuna adatta eventualmente alla circostanza o situazione di peccato.

l) Modalità privata. Si fonda su Matteo 5,23. "Se tu stai per fare la tua offerta all'altare e sai che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì tutto e vai a riconciliarti prima con lui". Gesù non dice: "vai a confessarti dall’apostolo, cioè dal prete, dal frate cappuccino dalla manica più o meno larga, dal penitenziere straordinario. Non scappare da un altro: vai dall'interessato! Lì si opera il sacramento del perdono o della riconciliazione. Una domanda di attualità: che senso ha litigare con la moglie o col marito e poi andarsi a confessare dal prete? Un esempio fra tanti.

2) Modalità pubblica. Si basa sul passo di Giacomo 5,16 "Confessate l'uno all'altro i Vostri peccati". Trasferito al nostro tempo potrebbe significare che se un certo mafioso Don Ciccio o Don Totò o qualsiasi altro don avesse ucciso Falcone a Capaci o un artigiano nella sua bottega o un agricoltore nel suo podere o messo sul lastrico innocenti, è deviante che lui vada a confessarsi nella" Cooperativa della misericordia" dall’eminenza Cardinale o dal Monsignore Vescovo o dal confessore di Medjugorje che con un'assoluzione cancella tutto assumendosi il ruolo di ultima Corte d’ assise. No, il Don Ciccio e tutto il corteo malavitoso dovrebbe attraverso i microfoni della Rai dichiarare pubblicamente il suo malefatto, chiedendo perdono alle parti lese, e giocando la propria vita sulla riparazione. O basta la solita confessione privata tradizionale? E come meravigliarsi che stia andando in disuso e a farsi benedire questo spaccio delle assoluzioni facili?

3) Modalità comunitaria. Si fonda su Matteo 18,18-20. Gesù dice "Quanto legherete sulla terra sarà legato anche nei cieli e quanto scioglierete sulla terra sarà sciolto anche nei cieli …  Dove due o tre sono riuniti nel mio nome là ci sono io". L'espressione non è rivolta agli apostoli e successori, ma alla comunità dei credenti in quanto tale. Se essa si riunisce in nome di Dio (anche se non in nome del Papa, del parroco, del curato), pure in assenza di un incaricato ufficiale ad hoc essa diventa fonte di perdono e di riconciliazione. E qui saltano dentro tutte le questioni inerenti alle confessioni comunitarie organizzate da parecchi sacerdoti e alle assoluzioni generali impartite durante l'atto penitenziale all'inizio della Messa. Secondo il passo di Matteo sarebbero gesti di perdono sacramentale, cioè indipendentemente dalla confessione privata. Ma su questo quando la chiesa ufficiale si pronuncerà d'accordo? O teme di perdere il potere, che i preti si sentano desautorati e privati del loro ascendente dando valore ad una modalità proposta da Gesù?

4) Modalità gerarchica. Si fonda su Giovanni 20,22. “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete saranno ritenuti.” Questo passo o testo estrapolato dal suo contesto è quello che viene continuamente usato ed abusato per fondare la confessione privata al prete, come unica forma di ottenere il perdono del peccato. Correttamente invece dobbiamo dire che è una delle forme fra le 4 emerse da una lettura oggettiva del Vangelo. A parte il fatto che questa frase è stata rivolta ai 75 discepoli componenti comunità dei primi credenti, e non solo a 12 apostoli. Quindi da riferirsi più alla modalità comunitaria (la 3a di cui sopra). Ma riteniamola pure rivolta alla gerarchia. Orbene è una forma fra le altre, con possibilità di scelta, non da imporsi come condicio sine qua non. Ciò emerge dal Vangelo. Ma che è successo lungo la storia? ·Ovviamente degli adattamenti a seconda delle circostanze:

a) Periodo della penitenza: II- V secolo.
 La confessione come il battesimo si poteva fare solo una volta in vita e per i tre peccati considerati socialmente gravi: l'omicidio, la rottura del matrimonio, l'abbandono della propria fede. Prima di venire assolti pubblicamente, si doveva premettere lunghi anni di penitenze, macerazioni digiuni, astinenza dai rapporti sessuali per tutta la vita, proibizione di fare il bagno vita natural durante. Succedeva che molti, come l'Imperatore Costantino, rimandavano la confessione in punto dì morte. I furbi non mancavano nemmeno allora. Nel 459 Papa leone Magno per motivi discrezionali proibì questo tipo di confessione.

b) Periodo della confessione privata dal VI secolo
 Il tipo di confessione a quattr'occhi come l'attuale è stata introdotta dai monaci irlandesi, per venire incontro al bisogno della gente di confidarsi. Sorta come forma di possibilità psicoterapeutica, la si volle rendere più tardi obbligatoria per tutti. Un salto poco comprensibile.

c) Periodo del tariffario dall'VIlI secolo.
 Per ogni peccato si doveva riparare con una determinata penitenza. l nobili e i ricchi però dietro compenso potevano esimersi da tali gravami obbligando i loro servi della gleba a sostituirli, oppure facendo celebrare messe dietro pagamento di marenghi d'oro. Così la confessione diventò un obbligo per i poveri ed un sollazzo per i ricchi.

d) Periodo della confessione gestita dal clero: secolo XIII
Mentre fino a questo tempo assolvere i peccati poteva pure un laico, il Concilio Laterano IV del 1215 stabilisce che ad assolvere sia incaricato il prete. Le penitenze si fanno più sobrie, l'accento viene posto sull'assoluzione.

e) Periodo della confessione tribunale: dal secolo XVI
Lutero si ribellò (1517) a questo degrado del sacro. Il concilio di Trento 40 anni più tardi fece calare la mannaia e gli rispose con uno strano tipo di riforma: la confessione è un tribunale, il prete è il giudice. Il peccatore è l'accusato che deve dichiarare tutti e singoli i peccati mortali per specie numero, circostanza. Così la confessione da 4 secoli fino ai nostri giorni è stata ridotta ad un controllo anagrafico degli abitanti, delle coscienze, ad una forma di umiliazione coatta. · ·

f) Periodo della confessione riconciliazione: dal I965.
Ci riferiamo alla riforma del Concilio Vaticano Il. Si vuole riprendere in mano le modalità esistenti nella prima chiesa, secondo la quale la confessione privata è una forma possibile ma non coercitiva, per ottenere il perdono del proprio peccato. Mentre si vorrebbe dare maggiormente valore alla confessione comunitaria e all'assoluzione generale prima della messa, come nella chiesa primitiva in occasione della frazione del pane. Indubbiamente anche 'ai bambini è giusto dare una Istruzione su tutte le forme di confessione, quella privata compresa, affinché possano in seguito scegliere quella che Ii aiuti maggiormente a crescere nella fede. La Chiesa svizzera in una istruzione dei suoi vescovi datata al 4.11.1970 dice: È teologicamente possibile che la chiesa cattolica apporti dei cambiamenti alla pratica attuale della confessione ... l vescovi sono pronti a intervenire presso l'autorità superiore affinché in un prossimo avvenire si possa concedere l'assoluzione sacramentale durante le celebrazioni comunitarie.” La Chiesa di Roma non ha accettato questa soluzione. E qui forse entra più un discorso di mentalità che non di teologia o di interpretazione della Bibbia.  Si sa, non c’è da meravigliarsi. La Curia vaticana è lenta, lentissima, non arriva mai per prima, caso mai per ultima. Importante ci arrivi. Comunque non va dimenticato che la Chiesa ha ritenuto sempre più importante la conversione interiore, il pentimento che non la confessione al prete. In effetti in caso di necessità, viene concessa l’assoluzione (in guerra o per malattie) anche a masse di persone senza la confessione al prete. Non va confusa quindi la costante con le variabili.

ALBINO  MICHELIN 
03-03-2015

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