lunedì 2 marzo 2015

IO STO CON STACCHIO: HA SPARATO IN NOME DELL' ITALIA

All’inizio di gennaio dopo la strage di Parigi contro la redazione di Charly Hebdo nella grande manifestazione di solidarietà milioni furono i cartelli con la scritta: ”je suis Charly”. Mercoledì 12 febbraio a Montecitorio molti parlamentari indossarono t-shirt:” io sto con Stacchio” in segno di solidarietà appunto con l’uccisione di un rapinatore ad opera di un benzinaio, certo Graziano Stacchio, di Nanto in provincia di Vicenza. Il fatto: venerdì 6 febbraio sera una banda di rapinatori sta per assaltare la gioielleria Roberto Zancan. Genny la commessa accortasi del pericolo riesce a bloccare la bussola d’ingresso. I banditi con mazze tentano di rompere la vetrata. Si accorge il benzinaio vicino, sale in casa, abbranca la carabina e spara tre colpi in aria. Gli altri gli rispondono, lui ne colpisce uno alle gambe, fuggono in macchina, il ferito poco più tardi muore dissanguato. Si trattava di Albano Cassol, di origine vicentina, residente nel trevisano, di professione giostraio. Non era un extracomunitario, né uno dell’est, ma del territorio, vera razza Piave, come si dice con orgoglio nel Nordest. Indubbiamente lo Stacchio verra’ indagato, come atto dovuto, per appurare se ha agito per legittima difesa ed entro quali limiti. La famiglia del Cassol d’altro canto chiede risarcimento danni e denuncia perché il t-shirt è gratuita diffamazione del congiunto. Lo Stacchio espresse il suo dolore confessando di averlo fatto per istinto umanitario, per salvare la commessa in pericolo di vita, come l’avrebbe fatto co sua figlia, e infine per legittima difesa. Fino a qui il triste episodio. La risposta del paese e del territorio è stata immediata. I sindaci del comprensorio indicono una grande fiaccolata per la sera del 12 febbraio. Una marea di gente con candele accese, in maggioranza portando il t-shirt “Io sto con Stacchio con chi difende il territorio” approntato dall’ amministratore Joe Formaggio, con cartelli e slogan:” Grazie Stacchio. Giù’ le mano da Stacchio. Tutti con te tranne la legge…Lo Stato Veneto non ti lascierà’ solo…hai sparato in nome dell’Italia…Meno libertà più sicurezza…Un terrorista in meno. Stacchio santo subito…” Oltre a ciò gli amministratori locali lanciano una raccolta di fondi per sostenere le spese di un eventuale processo. Indubbiamente l’emotività è sempre un forte disincentivo al ragionamento. Ma pure nella ridda dei sentimenti più diversi da Nanto si vuol una rivoluzione per tutta l’Italia. Il su citato Joe Formaggio esibisce alle telecamere una “Proposta di legge Stacchio, dalla parte della gente onesta. Riprendiamoci la nostra nazione, la nostra dignità per far tornare l’Italia un posto bello in cui vivere. Siamo nel Far West, Pecos bill, le leggi finiscono per dar ragione ai delinquenti, qui passano troppi messaggi culturali sbagliati, ognuno fa quello che vuole, bisogna farsi giustizia da soli, lo stato è assente, Cassol da una decina d’anni continuava a rapinare e nessuno l’ha sbattuto dentro, io devo tapparmi in casa con finestre ad inferriate col fucile sotto il cuscino. La presa di posizione di Joe non fa una piega, la vuole consegnare al parlamento. Magari attraverso i politici che subito si sono precipitati a Nanto, sì perché in maggio vi saranno nel Veneto elezioni regionali, l’occasione è ghiotta. Dove sono i cadaveri lì volano aquile e corvi. Subito Luca Zaia, governatore del Veneto a reclamare:” Renzi non si rende conto dell’emergenza”. Arriva la Moretti del Pd, candidata Governatore:” necessitano uomini, polizia, controlli”. Il tragico epilogo è frutto di una reazione comprensibile dello Stacchio, qualsiasi di noi al suo posto si sarebbe comportato ugualmente. Segue la Giorgia Meloni, fondatrice del partito Fratelli d’Italia. Bacia il benzinaio, gli dichiara che egli è un eroe, e si merita la medaglia al valore. Non Manca Matteo Salvini segretario della Lega e sentenzia: “la legge penale è sbagliata, tutta da cambiare.” Ma si dimentica che il 13.2.06 lui e il suo Partito l’ha   modificata con l’art.52 “legittima difesa consentita per la propria e l’altrui incolumità in maniera proporzionale all’offesa”, al tempo l’ha applaudita oggi la rinnega. Anche qui un messaggio ai politici: meno ipocriti e più responsabili: celere riforma di una giustizia cavillosa e interminabile, sicurezza del territorio. Un pensierino dovrebbero però farlo anche i cittadini italiani, specie quelli del nordest. Questi ultimi nei decenni recenti hanno compiuto dei passi enormi, artigianato, industria, inventiva, benessere, tanti skei(=soldi). In genere arrangiandosi da soli e purtroppo anche ignorando lo Stato, la sua esistenza, la sua formazione. I cittadini hanno lo Stato che si meritano e viceversa. E’ lo Stato a fare i cittadini ma sono anche i cittadini a fare lo Stato. Avere il senso dello Stato significa il senso dei valori, dei diritti-doveri, di idee che non sono quelli di una classe, di una parte, di una religione. L’Italia è così perché così sono gli italiani. E’ il paese dove sono nati Pulcinella, Arlecchino e Pinocchio. Non c’è senso né morale civica, interesse a fare comunità, al tutti per uno e uno per tutti. Un paese specie nel Nordest che è vissuto al di sopra dei suoi mezzi: fare da se’ e anche   farsi giustizia da se’. Per questo la crisi ha prodotto negli imprenditori una forte depressione con circa 70 suicidi nel solo Nordest e l’aumento della micro criminalità’, di cui quella di Nanto rappresenta la punta dell’iceberg. Sì, necessita più Stato. Ma è troppo comodo gridare sempre: piove, Governo ladro.

Aurore: Albino Michelin
02.03.2015

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