L’espressione risale all’inizio
giugno 2014 poco prima dei campionato mondiale di calcio in Brasile allorché al
nostro portiere nazionale fu fatta un’intervista sulla sua vita privata, sulla
separazione dalla moglie Alena Seredova e sul nuovo flirt con la conduttrice TV
Ilaria D’Amico. Alterato, il nostro rispose:” L’Italia è un popolo di bigotti e
di bacchettoni”. Qui l’occasione per
chiederci se noi siamo veramente tali e nell’eventualità quali ne sarebbero i
motivi. Certamente noi siamo un popolo che tende ad esprimersi con stereotipi, luoghi
comuni, pregiudizi rigidi, semplificati, distorti preconcetti,
generalizzazioni. Tipo: gli immigrati sono sporchi, gli islamici sono
terroristi, gli ebrei sono strozzini, i gay sono depravati…E abbiamo degli stereotipi
su ogni popolo: tirchi come gli svizzeri, bestemmiatori come i turchi(che non
pronunciano mai il nome di Dio),poltroni come i portoghesi(che pagano sempre il
loro biglietto d’ingresso).E ci facciamo degli stereotipi autolesionisti anche
contro noi stessi: gli italiani sono pecoroni, ignoranti, beceri, incivili, razzisti,
furbastri, traditori, ingovernabili, banderuole ,chissenefrega…Ma guai se
qualche straniero così ci definisce.
Allora abbiamo pronti altri stereotipi: gli italiani sono poeti, artisti, navigatori,
terra di santi…Lo stereotipo si crea e si esprime sempre con sicumera perché
frutto di chiusura mentale. Ovviamente ci interessa sapere se noi siamo in realtà
bigotti e bacchettoni. Per intenderci sulle parole: bigotto, dalla radice
tedesca “Gott=Dio” è colui che ostenta una grande religiosità alle pratiche
esteriori del proprio culto con poca o nessuna sensibilità’ verso il comportamento
o il libero pensiero di chi così non è. Spesso lo si coniuga con bacchettone, e
proviene dal colpetto di bacchetta che un tempo il confessore dava o da’ ancora
sulla testa del penitente prima di licenziarlo assolto. Bigotto e bacchettone
significa dunque intollerante, assolutista, integralista, ma anche di ambiguo
comportamento, di schizzofrenia fra sacro profano, combinando i due versanti
con perfetto camaleontismo viscido e sfuggevole. Come dice un proverbio veneto:
alla sera una donnetta, alla mattina dopo una messetta. Oppure utilizzando
espressioni ipocrite, come gli Usa cristiani di Bush che nel 2003 scatenarono
la guerra in Iraq quale missione di pace, quando in realtà era una confisca del
petrolio. Che se L’Iraq fosse un campo di patate all’America non sarebbe interessato
un bel niente. Ma restiamo a casa nostra per chiederci se possiamo ravvisare
dei motivi del bigottismo e intravedere qualche rimedio. Una causa la si puo’
trovare anche nel fatto che noi siamo un paese giovane e alle spalle abbiamo secoli
di frammentazione: comuni, ducati, regni, repubbliche, con alleanze, guerriglie
e astuzie reciproche. L ’Italia non si è mai concepita come nazione unitaria.
Altra causa forse nel fatto che noi siamo un popolo di visionari e di romantici
con tendenza umorale fra la dittatura e l’anarchia. La dittatura l’abbiamo già
sperimentata con il ventennio fascista fino al 1945, adesso preferiamo
l’anarchia. Vedasi la nostra politica in cui i suoi rappresentanti si agitano
con una passione ballerina, saltano da una fede all’altra, da un partito
all’altro, da una poltrona all’altra. E qui siamo abbastanza nel vero. La maggioranza
ravvede la causa nella lunga bimillenaria presenza della chiesa nel nostro
suolo patrio, che ha influenzato anche le due su citate. Sarebbe ingiusto qui
sottovalutare il grande suo contributo alla carità’, alla solidarietà’, all’assistenza
fisica e morale e a tant’altro. Ma ci stanno anche i suoi dogmi, tanto paradiso
e inferno, le scomuniche, i roghi. Alla lunga queste soggezioni e intimidazioni
hanno condotto molti ad una approccio dogmatico anche nella vita pratica e
nella politica, cosicché il cliché prese il posto del pensiero, e lo stereotipo
sostituì l’analisi. Far paura è più facile che affrontare dibattiti critici e
serve per tenere ferme le masse perché asseconda le loro fobie. Ed è per questo
che i leader politici e religiosi preferiscono costruire le loro campagne su
pregiudizi razziali, religiosi, sessuali piuttosto che su visioni e informazioni
corrette e adeguate. Invece che affrontare i problemi in modo pragmatico e razionale
utilizzano schemi fissi. L’Italia cattolica è stranamente uno dei paesi più
corrotti d’Europa con il più alto indice di bigottismo seguito solo da Grecia e
Irlanda del Nord. E’ il paese in cui sostanzialmente con qualche apparente
ritocco il cattolicesimo è religione di stato, già definito giuridicamente nel
primo Statuto di Carlo Alberto nel 1848,ribadito nei Patti Lateranensi
Mussolini-Vaticano nel 1929,nell’art.7 della Costituzione del 1947,e nell’Accordo
8 per mille di Craxi nel 1984.Anche recentemente nella primavera del 2014 la
Conferenza dei vescovi italiani è intervenuta per bloccare nelle scuole corsi e
lezioni contro l’omofobia, la paura di una colonizzazione ideologica in materia,
quando la conoscenza di tale ambito porterebbe al rispetto e alla tolleranza nei confronti dei diversi.
Ed il nostro Governo ha subito ritirato e rinviato il tutto alle calende
greche. Con Papa Francesco siamo in periodo di transizione anche nella chiesa
italiana, e c’è da augurarsi che una sana laicità e declericalizzazione ci
abitui ad una maggiore spontaneità’, e al superamento del nostro atavico
bigottismo.
Autore: Albino Michelin
02.03.2015
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