Dal
settembre 2014 un gruppo di eritrei, scampati dai naufragi del Mediterraneo,
hanno trovato accoglienza presso la storica abbazia di Einsiedeln. Il numero, una
ventina, può considerarsi esiguo, ma è il fatto che induce politici o meno a
trovare soluzioni di emergenza per tutti i disperati che intraprendono il viaggio
della speranza per sfuggire alla miseria e alle guerre dei propri paesi di
origine. Anche in questi frangenti la casa di Dio, i conventi e i seminari dei religiosi
stanno diventando la casa degli uomini.
Probabilmente
una sintesi storica dell’abbazia dalle origini mistiche al nostro tempo carico
di sconvolgimenti sociali potrebbe dare maggior significato a questa novità. Bisogna
risalire addirittura a S. Benedetto (480-547) che dopo il declino della civiltà
romana, stante la decadenza dei costumi, con le continue invasioni dal nord e
da ogni parte, pose le basi verso uno sviluppo nuovo da seguire per la civiltà della cultura
dell’Europa. Riuscì a creare una nuova unità spirituale e culturale. Proprio
per questo nel 1964 Papa Paolo VI lo definì patrono d’Europa. Benedetto di
Norcia iniziò fondando monasteri con il motto “ora et labora”, prega e lavora.
La preghiera per formarsi una coscienza vigile ed attenta, il lavoro perché lo
sviluppo dell’agricoltura costituiva unica risorsa per la gente del tempo. Al “motto
ora et labora” vi si aggiunse più tardi anche “et lege= e leggi”. Per la
semplice costatazione che studio e cultura sono i mezzi unici ed efficaci per
approntare strumenti di ricerca e di sviluppo. Dopo due secoli un migliaio
erano i monasteri benedettini sparsi in tutta Europa.
In
Svizzera il più conosciuto è quello di Einsiedeln, posto in una natura di
magia, accanto al laghetto Sihl, sorto ad opera dell’eremita Meinrad (861), che
vi fece costruire una cappella. Dopo la morte i suoi discepoli ampliarono
l’esiguo spazio dissodando il terreno, fino all’erezione dell’abbazia nel 934. Nel
Medio Evo fu importante stazione di passaggio per i pellegrini che
intraprendevano il viaggio verso S. Giacomo di Compostella in Spagna. Dal 1300
divenne meta di pellegrinaggi di devoti e turisti perché vi si era posto un
simulacro della Madonna Nera, che nel prosieguo del tempo fu sostituito
dall’attuale. Questa modesta chiesetta è divenuta un maestoso santuario così
come oggi lo vediamo. Costruito nel 1735, una fra le opere gotiche più famose d’Europa,
architetto Caspare Moosbrugger, oggi il santuario più visitato in Svizzera.
Accanto ad esso ovviamente una ricchissima biblioteca, anche questa fra le più
antiche e le più consultate. Dal 1872 è sorto un liceo, che oggi fra ragazzi e
ragazze raggiunge il numero di 340 allievi, riconosciuto a livello federale. Vi
si affianca una scuola agricola fondata nel 1925. Da quasi un secolo ogni 5
anni viene rappresentato “Il Più grande Teatro
del mondo” di Pedro Calderon de
la Barca. Accanto all’abbazia anche il Diorama Bethlem, il presepio più grande
del mondo con più di 450 personaggi scolpiti. Frequenti sono ovviamente i
convegni culturali e concerti eseguiti dai benedettini stessi, fra cui esistono
direttori musicali, compositori ed insegnanti di rare capacità. La
configurazione allo stato attuale si presenta così: una sessantina di monaci
fra i 29-93 anni, 220 impiegati, 2.140 ettari, corrispondenti a 2.997 campi di
calcio, una scuderia, la più antica d’Europa, diverse officine. E’ in questo
contesto storico e di progettazione futura che si inserisce l’alloggio per gli
eritrei. Qualcuno un po’ frettolosamente potrebbe definirlo uno scempio alla
religione e alla cultura. Si sa che in Svizzera il numero degli asilanti sta
aumentando in modo esponenziale. Dal luglio al settembre di quest’anno, cioè terzo
trimestre, i richiedenti d’asilo sono stati 7.825, qualcosa come un 45% in più
del secondo trimestre. Sono arrivati in Italia attraverso il Mediterraneo e poi
proseguiti per il Nord Europa. Quasi la metà delle richieste provengono dall’Eritrea
(3531) e dalla Siria (816). Indubbiamente l’Eritrea è un paese che non conosce
i diritti umani, né libertà politica, né di culto. Continua repressione contro
chi cerca libertà di pensiero, di movimento, di religione. Conta circa 6 milioni
di abitanti, gli uomini fino all’età di 50-60 sono obbligati a rimanere al
servizio dell’esercito. A suo tempo l’Eritrea è stata pure una Colonia italiana
dal 1935 al 41, e molti anziani parlano ancora la nostra lingua. In questo
clima persecutorio i giovani sono costretti a diventare disertori, obbiettori
di coscienza o cercare speranza di libertà verso altre nazioni e paesi. Interessante
sarebbe conoscere il motivo per cui un gruppo è finito anche al Monastero di
Einsiedeln. P. Lorenzo Moser, benedettino incaricato Media e TV, risponde che nel
caso specifico non è stato il Papa a farsi sentire. Certamente il suo monito” I
poveri sono la carne di Cristo. Aprire anche conventi e seminari per i senza
tetto” ha il suo impatto rilevante nella società attuale. In realtà però la
richiesta è partita dal Cantone Svitto. I monaci guidati dall’abate vescovo
Urban Federer hanno organizzato un’assemblea e a risultato democratico la
proposta venne accolta all’unanimità. Il gruppo ad essi assegnato è di una
ventina, fra i 17-19 anni. La scadenza è di tre mesi fino a che la loro situazione
verrà regolarizzata. Ma ovviamente dal momento che le strutture cantonali e
federali sono insufficienti al caso è probabile che in futuro il rapporto
Abbazia-Ailanti venga prolungato come prassi costante. E così il noto binomio
benedettino ”ora et labora”, “preghiera e lavoro” dopo 15 secoli di storia e di
vicissitudini diventerà il trinomio “preghiera, lavoro, accoglienza “.
Autore: Albino Michelin
Anno 2014
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