Giovedì 6 novembre
2003 nel consueto programma di “Porta a Porta” Bruno Vespa ha presentato alla discussione un argomento che con i suoi interrogativi millenari resterà sempre di grande interesse. l relatori
invitati appartenevano a diverse scuole: dal cattolico prete A. Fasani, al laico Sgarbi, attraverso una gamma di opinioni vicine di volta in volta ora all'una ora all'altra
sponda.
L’input
all’argomento venne dato da una coppia di professionisti, lui docente medico presso una università romana, lei giornalista. Si sono dichiarati di granitica fede cattolica, ma sufficientemente critici e nella fattispecie per nulla creduloni. Tempo addietro avevano perso il loro giovane figlio Emilio in un incidente stradale, dopo di che egli dall'aldilà iniziò a comunicare più volte con i
suoi genitori sino al punto da indurli anche a scrivere e
documentare
su carta
quanto
egli
stesso loro suggeriva. Di qui l'apertura sull'orizzonte e la domanda: esiste l'anima? E' immortale? Esiste Dio? Esiste un luogo
o un modo di
sopravvivenza dell'uomo? Tutti interrogativi collegati fra di loro come su filo di pallottoliere, sino al punto
che se cade uno cadono tutti. Diciamo subito che non abbiamo prove scientifiche per dimostrare che queste realtà
esistono, ma nemmeno abbiamo prove per dimostrare che non esistono. In tale ambito possiamo parlare solo di indizi. Ma ci sembra che gli indizi per
asserire anima, Dio, aldilà siano più numerosi, e forse più convincenti di quelli per negarli. Il discorso non vale la pena farlo vangelo alla mano, è preferibile condurlo attraverso ragionamenti adeguati all’uomo della strada. Quindi
non
parliamo all'indicativo, ma solo al condizionale.
L'uomo: realtà unidimensionale o bidimensionale?
L'esperienza ci dimostra che la realtà non è fatta solo di materia. Quindi registrabile, palpabile, misurabile, ma sembrerebbe superare questi
confini e abbracciare anche un mondo spirituale. Fino al punto da dichiarare che forse l'essenziale è invisibile. Nel ginepraio di questa tematica
fatta
di
morti che ritornano a
vivere, di spiritismo, medium, negromanti, visioni, messaggi ultra terrestri, nonché di illusioni di chi si crea un paradiso nell'aldilà per ricompensarsi delle disgrazie dell'aldiquà (Marx), o di chi proietta se stesso con le proprie paure e desideri in un mondo futuro che mai è esistito e mai esisterà
(teorie della psicanalisi), è difficile in questo universo dare la precedenza a chi e a che cosa. Preferisco partire da
ciò che ci starebbe più vicino: l'anima. Su di essa discorsi l'umanità ne ha fatti all'infinito. Gli antichi greci con Platone
sostenevano che l'uomo è composto di anima e di corpo, che quella si
trova in
questo come in un carcere. Bramosa di ritornare alla sua origine, cioè al mondo delle idee e del divino. Per contro la religione ebraica anche prima di Cristo non accettò mai questo dualismo e riteneva l'uomo un'unica
identità: corpo animato, anima incorporata. La corrente cattolica, specialmente con S.Tommaso ha preferito la teoria di Platone ed ancor oggi si va avanti cosi: l'anima in cielo, il corpo nella tomba. Una terza corrente attuale invece sostiene che l'uomo è composto di corpo, anima e spirito: i primi due con la morte scompaiono, il terzo invece
permane. Abbiamo infine la filosofia materialistica che definisce l'uomo nulla di più che materia e la sua anima un fascio di reazioni biochimiche. Essa nel caso non avrebbe nulla di spirituale e di soprannaturale. Altro non sarebbe che il risultato di un processo neurobiologico dipendente da un piccolo gruppo di cellule cerebrali, un banale prodotto del cervello. In tal caso la coscienza consisterebbe solo di componenti neurologiche. Sarebbe come dire che una cattedrale è un insieme di pietre. Vero, ma riduttivo, in quanto ancor prima di costruirla vi è un progetto unificante e vivificante che dà un linguaggio vivente alle pietre stesse.
Dall'esempio al
caso nostro: andrebbe distinta bene la coscienza dal
cervello, quella compare prima
di questo e lo fa esistere. Ecco perché diciamo che un embrione fin dagli inizi della vita ha un'anima
anche se ancor un piccolissimo cervello. Un secondo aspetto che deporrebbe a favore dell'esistenza dell'anima e per di più spirituale (a differenza di quella delle piante e degli animali) è la presenza
del senso
morale (del bene - del male) e la capacità di
pentimento o di eroismo. Allorché compio un gesto insano mi picchio la fronte come per dire: quanto sono stupido. Perché mi comporto così? Significa che avrei potuto o potrei comportarmi diversamente. Si chiama senso di colpa, qui non ha importanza chiedersi se è innato o indotto. Oppure eroismo: non esistono gatti e cani eroici, uomini si. Fra gli innumerevoli casi di martiri per una fede, o per un'idea sociale o politica che
sia, mi
sovviene di certo P. Kolbe, francescano, che durante la seconda guerra mondiale in un lager tedesco si offrì a morire in sostituzione di un padre di famiglia, destinato per decimazione ai forni crematori E anche di Dietrich
Bonhoeffer, pastore protestante, che nel 1945 accettò l'esecuzione capitale pur di difendere i diritti degli ebrei dalla
dittatura nazista. Oppure citiamo anche i kamikaze che, sebbene per un ideale impazzito, si fanno esplodere e vanno alla morte. Tutto ciò dimostra la capacità dell’uomo
di superare i limiti della materia e del corpo che sono autoconservazione e la salvaguardia della
propria pelle: istinti tipici invece deIle piante e degli animali. ·
Espressioni variabili di una costante?
Cielo, paradiso, nirvana...
In quanto poi
all'immortalità e quindi alla sopravvivenza dell'anima (sia essa in cielo, in
paradiso, in un eden o nirvana. Dipende dalle culture. Si apre un secondo
capitolo, però non diverso, ma conseguente al primo. E qui a riprova alcuni
adducono i racconti di persone morte o moribonde ritornate dall'aldilà. Nella
serata del 6 novembre 2003 la stessa Valeria Marini, raccontò del suo caso
verificatosi dopo un incidente e caduta in coma. Entrata in un tunnel buio la
sua anima contemplava dall'alto il suo cadavere, all'improvviso apparve una
grande luce, una musica celestiale. Uno stato indescrivibile di benessere,
quindi una voce che la consigliò di ritornare sulla terra suo malgrado.
Risvegliatasi disse di essere rimasta con una grande nostalgia di quella esperienza,
la nostalgia del ritorno. Casi del genere sono innumerevoli. Ma appartengono
alla vita, non alla morte. Queste persone erano ancora vive, ma in stato di allucinazione.
Quindi non dimostrerebbero nulla in favore di un eventuale aldilà. E qui in
merito esiste anche una copiosa letteratura, classica quella di R.A. Moody: 'La
vita oltre la vita'. Indizio a favore invece della sopravvivenza dell'anima
potrebbe essere il caso di Emilio. Raccontato appunto in quel 'Porta a
Porta". Come pure gli infiniti casi di visioni, apparizioni, ecc. frequenti
in tutte le religioni, la maggioranza delle quali attribuibili pure a illusioni
psichiche di persone immature, ma alcune delle quali potrebbero anche lasciare
aperti degli interrogativi. Tanto più oggi che questi non sono più riservati ai
cosiddetti "ignoranti" ma aumentano anche nelle persone di cultura.
Di qui una domanda in due: la fede in Dio e nell'aldilà sarebbe solo una invenzione
e una proiezione dell'uomo debole? Ma aggiungiamo: la fede nella scienza (che
asserisce tutto termina qui) non potrebbe essa pure essere una proiezione ed un
invenzione dell'uomo alla vana ricerca di una identità perduta? Non è esatto
sostenere l'esistenza dell'aldilà e dell'anima eterna solo perché lo si desidera.
Ma è altrettanto inesatto sostenere che non esiste solo perché non si desidera
o si sposa la soluzione nichilista. Rischio per rischio, meglio puntare sul
primo. Gode di maggiori indizi. Personalmente. Indipendente dal vangelo, o
dagli incubi dogmatici e catastrofici di certa chiesa, dall'interessante
dibattito in argomento mi piace ritenere quanto espresso dallo scrittore Bevilacqua:
"l'anima è la firma di Dio nell'uomo: se non la cancellerai, questa firma
presto ti sarà insieme".
Autore: Albino Michelin
Anno 2013
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