mercoledì 4 marzo 2015

QUANDO L'AEREO DIVENTA "L'EX CATTEDRA" PAPALE

Domenica 18 gennaio 2015 ritornando dal suo viaggio nelle Filippine papa Bergoglio attorniato nell’aereo da un gruppo di giornalisti venne sottoposto ad alcune domande su temi di attualità’. Sembra ormai una prassi che l’aereo sia diventato il luogo privilegiato per esprimersi su problemi che recentemente altri papi definivano ufficialmente in San Pietro nel concistoro dei cardinali, triregno in testa, plurale maiestatico, con tutto un apparato che veniva definito Magistero Ecclesiastico. Anche tempo fa ritornando dal Brasile ad una specifica domanda dichiarò: “chi sono io per giudicare un gay?”, rompendo il tabù attorno agli omosessuali e all’omofobia. Nell’ultima occasione il Papa venne sollecitato su tre quesiti che per la loro attualità vale la pena elencare e analizzare. Alla domanda sulla strage di Parigi del 7 gennaio nella quale tre terroristi islamici avevano ucciso 12 membri della redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo che ironizzava sul profeta Maometto rispose: ”se uno offende mia madre, quello merita un pugno.” E precisò subito che si richiede prudenza nel parlare per non provocare. Alla seconda domanda sulla corruzione ampiamente diffusa rispose con un’esperienza personale. ” Nel 1994 a Buenos Aires vennero da me due funzioni del ministero e mi offrirono 400 mila pesos perché li potessi utilizzare per i poveri, ma hanno aggiunto di depositarli in vescovado e poi ritornare loro la meta’.   In quel momento ho pensato: li insulto, oppure ci do un calcio dove non batte il sole, oppure faccio lo scemo. E mi sono limitato a dire che io avrei dovuto fare la ricevuta. Mi hanno risposto “piacere” e se ne sono andatati”. Atteggiamento che entra nella logica di Bergoglio che da sempre ripete come corruzione e corruttibilità siano il cancro dell’economia mondiale: uno stato che sfrutta i poveri e i bambini è uno stato terrorista anche se composto di 100% cattolici. Ma gli è stato fatta una terza domanda, quella che ha lasciato il segno. Concerne la famiglia, la procreazione, i figli. E qui Bergoglio risponde ancora con una esperienza personale: ”qualche tempo fa ho rimproverato una donna perché era incinta dell’ottavo figlio con precedenti sette parti cesarei e le ho detto: ma Lei vuole lasciarne orfani sette? Questo è tentare Dio. Alcuni credono, e scusatemi le parole, che per essere cattolici dobbiamo essere come conigli. No, ci vuole paternità responsabile. Credo che averne tre sia oggi un numero adeguato.  Ci sono tanti mezzi leciti per arrivare a ciò e un cattolico può trovare vie di uscita con i pastori per risolvere questi suoi problemi. ”Qui  dribblò e non fece cenno ai contraccettivi, né all’Enciclica “Humanae Vitae” di Paolo VI del 25.7.1968, che temeva un controllo malthusiano della natalità da parte delle potenze mondiali e in cui si afferma che ogni rapporto sessuale deve essere aperto alla vita, dichiarazione inclusa nel 1992 da J. Ratzinger nel nuovo catechismo della Chiesa  al nr.2366.Certamente  il “non fare figli come conigli “si propagò subito quale slogan mediatico di grande effetto, come  fosse il principale messaggio del viaggio in Asia. E qui si possono citare reazioni da diversi fronti. Ad esempio alcuni economisti sostengono che di figli più ce ne sono e meglio è, più lavoro, più reddito, più consumi, maggior ricchezza, e futuro per la nazione. Se in Italia si scende di numero, nel 2024 non ci saranno più fondi per le pensioni. Reazioni provengono anche da coloro che accusano la morale della chiesa che ora sconfessa secoli in cui ha imposto tanti figli, perché altrettanti figli di Dio. Dove va l’esaltazione della donna madre di figli numerosi, delle madri eroiche che davano alla luce decine di figli, anche se poi la meta’ moriva ai primi anni di vita, di tante donne poste sugli altari e fatte sante per avere messo al mondo numerosa prole?  Certo non è un rimprovero alla fecondità’, per cui anche “l’Associazione famiglie numerose italiane” con il presidente G. Butturini, padre di 9 figli, non devono sentirsi minoritari se i figli li hanno voluti, e cresciuti. L’affermazione papale viene a sottolineare che importante è anche la qualità della vita e non solo la quantità. Quindi un po’ di cautela merita l’espressione: tengo famiglia, tengo molti figli, non posso arrivare a fine mese. Ed altre espressioni: Dio li manda, Dio vede e provvede. Come nutre gli uccelli del cielo, così non lascerà morire i suoi figli.  Ma i cattolici tradizionalisti accusano il papa perché in questo modo lascia la porta aperta ai nemici della vita. Tutto sommato un viaggio papale che ha avuto poche critiche e molti consensi. Critiche, perché Papa Francesco dovrebbe avere più sobrietà di linguaggio, più controllo. Troppo semplicista, da bar sport, banalizza i temi profondi come il concepimento. Fa il populista per acquistare consensi. Alcuni cardinali che l’hanno eletto forse si sono pentiti, discorsi scombinati, mette il vangelo sottosopra. Ignora il cerimoniale e la gente che fa del protocollo una ragione di vita. Troppe sbandate…. Molte invece e di maggioranza le consonanze positive. Ogni sua espressione è pillola di saggezza, pensiero realista, piedi per terra, ti comunica l’essenza del Vangelo senza importelo. Ai giornalisti non manca che attendere il prossimo volo papale.

Albino Michelin
02.02.2015

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