"Fratelli d’Italia, l'Italia· s’è desta.” Era dal 18 giugno 2002 che il nostro popolo non balzava in piedi a vendicare la sua identità nazionale. Fu in occasione della sconfitta dell’Italia, calcistica nel campionato del mondo 2003 ad opera della Corea, ma soprattutto a causa di quel cornuto bambolotto arbitro ecuadoriano passato alla storia con il nome di Moreno. Puntualmente il fenomeno miracoloso si è ripetuto sabato 25 ottobre ad Ofena, paesino dell'Aquila, allorché certo Adel Smith denunciò un'ingiustizia: "i miei due figli sono musulmani. Ho fatto appendere nell’aula accanto al crocefisso una sura -versetto, l2 del Corano ''Allah è l'unico Dio', mi è stata strappata. A parità di trattamento pretendo che anche il crocefisso venga tolto". Il giudice Mario Montanaro motivando che quel simbolo impone il culto cattolico come il migliore in assoluto procedette ad una ordinanza di rimozione del sacro arredo. Male ne incolse. Una bufera nazionale.
Lunedi 27 ottobre
2003 incontrai al Ristorante Lanterna di Como uno dei tanti camionisti, Franco (preferisce
farsi chiamare all’inglese Frenk) intento a legger questo fattaccio riproposto a
caratteri cubitali e gli chiesi se nella cabina del suo Tir avesse appeso il
crocefisso. Al che mi rispose: "a me
il crocefisso non interessa più di tanto, io nel mio veicolo esibisco solo calendari
di belle donne, ma a quello lì non bisogna dargliela vinta". Frenk ha colpito nel giusto: cioè lui non è saltato in
piedi per amore del crocefisso, ma per xenofobia e odio contro l'arabo. Adel Smith che Dio te
“fulmini”.
Così diceva in questi
giorni uno striscione appeso da otto teste rasate in una piazza del paese” Giù
le mani dal crocefisso” portava scritto uno striscione gigante davanti alle
scuole Antonio Silveri di Ofena e sostenuto a turno dalle donne del paese. Falegnami
di tutto il mondo unitevi. A Napoli subito si spalancano i negozi per
crocefissi in legno a misura gigante, media e mini. A Treviso vengono ordinati
crocefissi per 90 edifici scolastici che ne erano privi, a Caravaggio (MI)
viene issato all'ingresso dell'anagrafe comunale un crocefisso alto due metri,
quasi a sbattercelo sul naso, in tutte le chiese messe di riparazione per
l'affronto al Nazzareno, i parroci abruzzesi hanno esaurito tutte le riserve
per regalare ad ogni bambino un crocefisso da appendere al collo, e c'è già chi
programma per natale "operazione crocefissi" accanto a quella dei panettoni.
Persino in Tv ministri e onorevoli dei vari partiti compaiono con la crocetta
sull'occhiello della giacca, come un tempo si faceva da parte dei preti.
Passare per la sagrestia, porta fortuna. E siamo ancora sui gesti. Se andiamo
alle parole, alle espressioni, alle prese di posizione pubblicate sulla stampa
e in Tv c'è da chiedersi se questa non sia una strategia per distrarre la gente
da argomenti di fondo quali la finanziaria, le pensioni, il diritto di voto
agli immigrati, la disoccupazione, ecc. Se un minimo di questo tempo l'avessero
riservato ai veri problemi della scuola a quest'ora noi saremmo il popolo più colto
del pianeta. Dopo tutto il caso Smith si sarebbe potuto archiviare entro limiti
insignificanti. In effetti più che un malintenzionato è una macchietta in cerca
di pubblicità. Italiano, antenati di lontana origine scozzese,
madre araba, nato a Napoli nel 60, cattolico, studia in seminario dai frati
Francescani, a 24 anni arriva a Roma, si converte all'lslam, scrive al Papa invitandolo
a farsi musulmano, nel 2001 si presenta alla Tv e definisce cadaverino il crocefisso.
L'anno seguente nella stessa sede prende a botte il cattolico Pellanda, il 13
aprile 2003 cita in tribuna Gad Lerner per vilipendio alla religione cattolica,
da quello definita macabro deicidio. Un tipo show insomma da non farci molto caso. E qui ci si meraviglia perché un Vespa ed un
Costanzo insistono a volerlo in tutte le prime serate sull'argomento: forse per
la goduria di aizzare attraverso lui la pubblica opinione contro l'arabo e contro
l'lslam? L'ignorarlo non sarebbe anche un intelligente servizio alla pace
religiosa? Se dal popolo passiamo ai nostri rappresentanti la musica non cambia.
L'osservatore Romano, organo della Santa Sede, definisce il provvedimento del
giudice terroristico e vigliacco. Il Vescovo di Como Maggiolini, avamposto
dell'ala conservatrice del cattolicesimo italiano e di Comunione e Liberazione
parla di tirannia umoristica. Linguaggio
che ci riporta indietro all’anteguerra, al tempo dei parroci veneti e bergamaschi.
Non è anche questa una forma di fondamentalismo e di intolleranza di parte opposta?
Fortunatamente a dimostrare che queste sono opinioni infondate ci arrivano alcune
affermazioni provenienti da magistrati
e da Professori di Diritto delle varie Università: “L'ordinanza del
giudice dal punto di vista
giuridico è ineccepibile. Ogni cittadino ha diritto di sporgere denuncia su
qualsivoglia argomento. Potrà essere rovesciata tale sentenza: ma certo non è fondata
su nessuna colpevole ignoranza del diritto e della giurisprudenza come si è voluto
tendenziosamente divulgare'.” In effetti in data 31 ottobre 2003 il ricorso di Stato
ha sospeso il provvedimento e il crocefisso resta al suo posto. Il 19 novembre
vi sarà la comparizione in tribunale di Smith e il sindaco Colletti. Vicenda
giudiziaria che procederà e si concluderà secondo le
regole in un senso o nell'altro.
Posizione invece più mediata e serena è parsa quella del Vescovo Mons. Negro
che propone la convivenza nell'aula scolastica dei simboli di diverse
religioni, senza sfrattarne nessuno.
A favore del Crocefisso: quasi tutto vero,
quasi tutto giusto.Tralasciando i soliti fenomeni di isteria
collettiva, vi sono osservazioni che vale la pena prendere in considerazione.
"Gli stranieri che vengono in Italia devono adattarsi alle nostre leggi oppure
se ne tornino a casa". Quasi vero. Cioè sono obbligati ad osservare le
leggi di carattere civile, amministrativo fiscale, ecc. ma non quelle religiose.
Nessuno può obbligare un musulmano per legge a frequentare la messa domenicale,
fare la Pasqua, confessarsi, venerare le nostre immagini. Ed ancora:
"Vorrei vedere io se noi potremmo avere tutte le libertà religiose in
Arabia Saudita, come quelli là le pretendono da noi. Ci vuole la
reciprocità". Quasi
vero, non tutto. In effetti Gesù nel Vangelo ai credenti raccomanda di
non agire occhio per occhio, dente per dente: “se voi fate del bene a quelli
che ve ne fanno altrettanto, che merito ne avete? Anche i peccatori si
comportano così “(Matteo 5,46).”
Il crocefisso non va tolto, rappresenta la nostra identità nazionale" lo disse
anche il Presidente Ciampi. Quasi vero. Però il simbolo dell'Italia è il
tricolore, non il crocefisso. Nelle grandi manifestazioni civiche si appende la
nostra bandiera, non l croce. La nostra Costituzione non si basa sul
comandamenti di Mosè, ma sui valori umani laici.” IL Crocefisso è il simbolo
ininterrotto da 2 mila anni di storia". Vero ma non del tutto. Fino al 400
d.C. i simboli cristiani erano l'agnello glorioso e il pesce, in quanto le
iniziali del vocabolo greco di quest'ultimo significavano "Gesù Cristo
figlio di Dio Salvatore". Dopo 4 secoli causa il monofisismo (teoria
secondo la quale Gesù aveva solo la natura divina, quindi non poteva né patire
né morire) fu introdotto il crocefisso come prova del contrario. E solo verso
il 1000 d.C. il crocefisso fu posto sugli altari. Ed ancora: “il crocefisso non
si tocca perché è il simbolo della nostra redenzione e della nostra
salvezza". Quasi vero, ma in sé è limitato e mutilato. Cioè l'autentico
simbolo del cristiano non è la croce, ma la risurrezione di Gesù. Troppi
crocefissi in giro, pochi cristi risorti, anzi nessuno. Una fede limitata ad un
morto darebbe ragione a chi ci accusa di adorare un cadaverino e noi saremmo
una religione di fottuti e di disperati. “Il crocefisso è il segno
inconfondibile della nostra civiltà e della concordia fra tutti gli uomini. Giù
le mani". Quasi vero. Ragioniamo
però con un po’ di pudore e di pentimento. Perché nei secoli passati con le
croci, i crocefissi e i rosari abbiamo randellato le schiene e scudisciato le
gambe degli Indios, degli Aztechi, degli lncas. Abbiamo costruito la nostra
civiltà distruggendo quella degli altri. Anche il Papa di questo ci ha
insegnato a chiedere perdono e mea culpa: intanto però quei martiri restano
nell'oblio e nell'ignominia di tutti. Forse anche questo è uno dei motivi per cui
molti sono contrari ad includere l'espressione "radici cristiane"
nella costituzione europea. In conclusione non bisogna prendersela con il Crocefisso,
ma va ripulito e restituito alla sua dignità. Negli anni 1922-24 con decreto
regio Mussolini, nonostante fosse un massone, ha imposto questo simbolo negli
edifici pubblici allo scopo di ingraziarsi la chiesa. Ma con le leggi si impone
un semaforo rosso, non la fede e i simboli religiosi. Per colmo di venalità
politica e di ambizione elettorale il 5.5.2002 venne depositata un'altra legge
che prevede obbligatoria l’esposizione del crocefisso anche nei seggi elettorali,
nelle carceri, negli ospedali, nelle stazioni, nelle autostazioni, negli
aeroporti, negli uffici consolari all’estero: pena mille euro di ammenda. Ci auguriamo
che la chiesa italiana stacchi la spina dalla politica. Rispettosi, ma liberi di
fronte a questo simbolo. Vera promozione evangelica sarebbe quella non tanto di
imporre l'abolizione del crocefisso nelle scuole e pubblici locali, ma di non
imporre con legge nessuna ostentazione. E per quanto riguarda le scuole appunto
recepire la proposta di Mons. Negro: a seconda del numero dei bambini di
diversa religione esporre anche accanto al crocefisso l'immagine degli altri
credo. Evitare quindi il metodo violento di Adel Smith ma invitare i genitori
di ogni scolaresca ad un dialogo sereno e ad una scelta inclusiva delle varie
immagini religiose .Un po’ di
rispetto verso Gesù
Cristo si impone : che ci fa nei
tribunali dove vengono volutamente truffati gli innocenti, nelle camere
d'albergo dove si commercia sesso proibito, nei bar e bistro dove sibilano
bestemmie come saette ....Gesù disse : “'non
gettate le perle ai porci, non gettatemi in quelle immondezze , per
favore!" .. va bene il crocefisso là dove ci porta alla riflessione e alla
conversione: in chiesa, sui monti, ai crocicchi delle strade, all'inizio dei
filari d'uva e dei frutteti, là dove il Creatore si unisce alla sua creazione.
Oppure anche in casa propria, liberamente, per scelta personale. Perché, come
ebbe a dire una signora, a me fa tanta compagnia.
Autore: Albino Michelin
Anno 2003
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