mercoledì 1 aprile 2015

CROCEFISSO: SFOLLAGENTE DEGLI ISLAMICI ?


"Fratelli d’Italia, l'Italia· s’è desta.” Era dal 18 giugno 2002 che il nostro popolo non balzava in piedi a vendicare la sua identità nazionale. Fu in occasione della sconfitta dell’Italia, calcistica   nel   campionato del mondo 2003 ad opera della Corea, ma soprattutto a causa di quel cornuto bambolotto arbitro ecuadoriano passato alla storia con il nome di Moreno. Puntualmente il fenomeno miracoloso si è ripetuto sabato 25 ottobre ad Ofena, paesino dell'Aquila, allorché   certo   Adel   Smith   denunciò un'ingiustizia: "i miei due figli sono musulmani.   Ho   fatto   appendere nell’aula accanto al crocefisso una sura -versetto, l2 del Corano ''Allah è l'unico Dio', mi è stata strappata. A parità di trattamento pretendo che anche il crocefisso venga tolto".  Il giudice Mario Montanaro motivando che quel simbolo impone il culto cattolico come il migliore in assoluto procedette ad una ordinanza di rimozione del sacro arredo. Male ne incolse. Una bufera nazionale.
Lunedi 27 ottobre 2003 incontrai al Ristorante Lanterna di Como uno dei tanti camionisti, Franco (preferisce farsi chiamare all’inglese Frenk) intento a legger questo fattaccio riproposto a caratteri cubitali e gli chiesi se nella cabina del suo Tir avesse appeso il crocefisso.  Al che mi rispose: "a me il crocefisso non interessa più di tanto, io nel mio veicolo esibisco solo calendari di belle donne, ma a quello lì non bisogna dargliela vinta".  Frenk   ha colpito nel giusto: cioè lui non è saltato in piedi per amore del crocefisso, ma per xenofobia e odio contro l'arabo. Adel Smith che Dio te “fulmini”. 
Così diceva in questi giorni uno striscione appeso da otto teste rasate in una piazza del paese” Giù le mani dal crocefisso” portava scritto uno striscione gigante davanti alle scuole Antonio Silveri di Ofena e sostenuto a turno dalle donne del paese. Falegnami di tutto il mondo unitevi. A Napoli subito si spalancano i negozi per crocefissi in legno a misura gigante, media e mini. A Treviso vengono ordinati crocefissi per 90 edifici scolastici che ne erano privi, a Caravaggio (MI) viene issato all'ingresso dell'anagrafe comunale un crocefisso alto due metri, quasi a sbattercelo sul naso, in tutte le chiese messe di riparazione per l'affronto al Nazzareno, i parroci abruzzesi hanno esaurito tutte le riserve per regalare ad ogni bambino un crocefisso da appendere al collo, e c'è già chi programma per natale "operazione crocefissi" accanto a quella dei panettoni. Persino in Tv ministri e onorevoli dei vari partiti compaiono con la crocetta sull'occhiello della giacca, come un tempo si faceva da parte dei preti. Passare per la sagrestia, porta fortuna. E siamo ancora sui gesti. Se andiamo alle parole, alle espressioni, alle prese di posizione pubblicate sulla stampa e in Tv c'è da chiedersi se questa non sia una strategia per distrarre la gente da argomenti di fondo quali la finanziaria, le pensioni, il diritto di voto agli immigrati, la disoccupazione, ecc. Se un minimo di questo tempo l'avessero riservato ai veri problemi della scuola a quest'ora noi saremmo il popolo più colto del pianeta. Dopo tutto il caso Smith si sarebbe potuto archiviare entro limiti insignificanti. In effetti più che un malintenzionato è una macchietta in cerca di pubblicità. Italiano, antenati di lontana origine scozzese, madre araba, nato a Napoli nel 60, cattolico, studia in seminario dai frati Francescani, a 24 anni arriva a Roma, si converte all'lslam, scrive al Papa invitandolo a farsi musulmano, nel 2001 si presenta alla Tv e definisce cadaverino il crocefisso. L'anno seguente nella stessa sede prende a botte il cattolico Pellanda, il 13 aprile 2003 cita in tribuna Gad Lerner per vilipendio alla religione cattolica, da quello definita macabro deicidio. Un tipo show insomma da non farci molto caso.  E qui ci si meraviglia perché un Vespa ed un Costanzo insistono a volerlo in tutte le prime serate sull'argomento: forse per la goduria di aizzare attraverso lui la pubblica opinione contro l'arabo e contro l'lslam? L'ignorarlo non sarebbe anche un intelligente servizio alla pace religiosa? Se dal popolo passiamo ai nostri rappresentanti la musica non cambia. L'osservatore Romano, organo della Santa Sede, definisce il provvedimento del giudice terroristico e vigliacco. Il Vescovo di Como Maggiolini, avamposto dell'ala conservatrice del cattolicesimo italiano e di Comunione e Liberazione parla di tirannia   umoristica. Linguaggio che ci riporta indietro all’anteguerra, al tempo dei parroci veneti e bergamaschi. Non è anche questa una forma di fondamentalismo e di intolleranza di parte opposta? Fortunatamente a dimostrare che queste sono opinioni infondate ci arrivano alcune affermazioni   provenienti da magistrati e da Professori di Diritto delle varie Università: “L'ordinanza   del   giudice   dal punto di vista giuridico è ineccepibile. Ogni cittadino ha diritto di sporgere denuncia su qualsivoglia argomento. Potrà essere rovesciata tale sentenza: ma certo non è fondata su nessuna colpevole ignoranza del diritto e della giurisprudenza come si è voluto tendenziosamente divulgare'.” In effetti in data 31 ottobre 2003 il ricorso di Stato ha sospeso il provvedimento e il crocefisso resta al suo posto. Il 19 novembre vi sarà la comparizione in tribunale di Smith e il sindaco Colletti. Vicenda giudiziaria che procederà e si concluderà secondo   le   regole   in un senso o nell'altro. Posizione invece più mediata e serena è parsa quella del Vescovo Mons. Negro che propone la convivenza nell'aula scolastica dei simboli di diverse religioni, senza sfrattarne nessuno.
A favore del Crocefisso: quasi tutto vero, quasi tutto giusto.Tralasciando i soliti fenomeni di isteria collettiva, vi sono osservazioni che vale la pena prendere in considerazione. "Gli stranieri che vengono in Italia devono adattarsi alle nostre leggi oppure se ne tornino a casa". Quasi vero. Cioè sono obbligati ad osservare le leggi di carattere civile, amministrativo fiscale, ecc. ma non quelle religiose. Nessuno può obbligare un musulmano per legge a frequentare la messa domenicale, fare la Pasqua, confessarsi, venerare le nostre immagini. Ed ancora: "Vorrei vedere io se noi potremmo avere tutte le libertà religiose in Arabia Saudita, come quelli là le pretendono da noi. Ci vuole la reciprocità". Quasi   vero, non tutto. In effetti Gesù nel Vangelo ai credenti raccomanda di non agire occhio per occhio, dente per dente: “se voi fate del bene a quelli che ve ne fanno altrettanto, che merito ne avete?  Anche i peccatori    si    comportano    così “(Matteo 5,46).” Il crocefisso non va tolto, rappresenta la nostra identità nazionale" lo disse anche il Presidente Ciampi. Quasi vero. Però il simbolo dell'Italia è il tricolore, non il crocefisso. Nelle grandi manifestazioni civiche si appende la nostra bandiera, non l croce. La nostra Costituzione non si basa sul comandamenti di Mosè, ma sui valori umani laici.” IL Crocefisso è il simbolo ininterrotto da 2 mila anni di storia". Vero ma non del tutto. Fino al 400 d.C. i simboli cristiani erano l'agnello glorioso e il pesce, in quanto le iniziali del vocabolo greco di quest'ultimo significavano "Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore". Dopo 4 secoli causa il monofisismo (teoria secondo la quale Gesù aveva solo la natura divina, quindi non poteva né patire né morire) fu introdotto il crocefisso come prova del contrario. E solo verso il 1000 d.C. il crocefisso fu posto sugli altari. Ed ancora: “il crocefisso non si tocca perché è il simbolo della nostra redenzione e della nostra salvezza". Quasi vero, ma in sé è limitato e mutilato. Cioè l'autentico simbolo del cristiano non è la croce, ma la risurrezione di Gesù. Troppi crocefissi in giro, pochi cristi risorti, anzi nessuno. Una fede limitata ad un morto darebbe ragione a chi ci accusa di adorare un cadaverino e noi saremmo una religione di fottuti e di disperati. “Il crocefisso è il segno inconfondibile della nostra civiltà e della concordia fra tutti gli uomini. Giù le mani".  Quasi vero. Ragioniamo però con un po’ di pudore e di pentimento. Perché nei secoli passati con le croci, i crocefissi e i rosari abbiamo randellato le schiene e scudisciato le gambe degli Indios, degli Aztechi, degli lncas. Abbiamo costruito la nostra civiltà distruggendo quella degli altri. Anche il Papa di questo ci ha insegnato a chiedere perdono e mea culpa: intanto però quei martiri restano nell'oblio e nell'ignominia di tutti. Forse anche questo è uno dei motivi per cui molti sono contrari ad includere l'espressione "radici cristiane" nella costituzione europea. In conclusione non bisogna prendersela con il Crocefisso, ma va ripulito e restituito alla sua dignità. Negli anni 1922-24 con decreto regio Mussolini, nonostante fosse un massone, ha imposto questo simbolo negli edifici pubblici allo scopo di ingraziarsi la chiesa. Ma con le leggi si impone un semaforo rosso, non la fede e i simboli religiosi. Per colmo di venalità politica e di ambizione elettorale il 5.5.2002 venne depositata un'altra legge che prevede obbligatoria l’esposizione del crocefisso anche nei seggi elettorali, nelle carceri, negli ospedali, nelle stazioni, nelle autostazioni, negli aeroporti, negli uffici consolari all’estero: pena mille euro di ammenda. Ci auguriamo che la chiesa italiana stacchi la spina dalla politica. Rispettosi, ma liberi di fronte a questo simbolo. Vera promozione evangelica sarebbe quella non tanto di imporre l'abolizione del crocefisso nelle scuole e pubblici locali, ma di non imporre con legge nessuna ostentazione. E per quanto riguarda le scuole appunto recepire la proposta di Mons. Negro: a seconda del numero dei bambini di diversa religione esporre anche accanto al crocefisso l'immagine degli altri credo. Evitare quindi il metodo violento di Adel Smith ma invitare i genitori di ogni scolaresca ad un dialogo sereno e ad una scelta inclusiva delle varie immagini religiose .Un  po’  di  rispetto  verso  Gesù  Cristo  si impone : che ci fa nei tribunali dove vengono volutamente truffati gli innocenti, nelle camere d'albergo dove si commercia sesso proibito, nei bar e bistro dove sibilano bestemmie come saette ....Gesù  disse : “'non gettate le perle ai porci, non gettatemi in quelle immondezze , per favore!" .. va bene il crocefisso là dove ci porta alla riflessione e alla conversione: in chiesa, sui monti, ai crocicchi delle strade, all'inizio dei filari d'uva e dei frutteti, là dove il Creatore si unisce alla sua creazione. Oppure anche in casa propria, liberamente, per scelta personale. Perché, come ebbe a dire una signora, a me fa tanta compagnia.

Autore: Albino Michelin
Anno 2003

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