venerdì 24 aprile 2015

PREGHIERE PER IL METEO

Il tempo è rimasto da maritare per non lasciarsi comandare, così recita un proverbio popolare italiano. E se nell'estate degli anni scorsi si parlò d'inondazioni del secolo, quest'anno si scrive che per soffrire un clima del genere bisogna risalire indietro di 150 anni o all'incirca.  Per molti di noi il motivo comunque per cui si desidera la fine della siccità non è tanto il caldo in sé quanto l'ossessionante ripetitività dei discorsi sul caldo.
Ma al di là delle opinioni di turno: in genere in caso d’emergenza, surriscaldamento dell'ambiente e penuria d'acqua si alza sempre lo sguardo verso gli abitatori del cielo e ci si mette ad impetrare la pioggia.
E la chiesa, almeno quella italiana, si è subito mobilitata. Sembrava ritornare ad altri tempi: chi partecipava a fine luglio a qualche messa dal nord al sud, notava che ovunque si faceva da parte del clero pressante invito ai turisti di recitare il santo rosario per la pioggia. All'uscita da qualche chiesa a porre domande in merito si ricevevano risposte fra le più divergenti. Due rappresentative. Un signore rispose: "sto prete vada a consultare la meteo, per 15 giorni intanto siamo sicuri di vivere sotto una calura equatoriale. Certi preti ci trattano da ignoranti sottosviluppati e fanno della chiesa una scuola di superstizioni e credulonerie". Ed una ragazza appartenente al "Rinnovamento dello Spirito" a controbattere "senz'altro il Signore concede sempre miracoli a chi lo prega. Non ha letto Lei nella Santa Bibbia che Eliseo profeta pregò che non piovesse e non piovve, poi pregò perché piovesse e il cielo diede la pioggia e la terra i suoi frutti?”
Fra i due mettiamoci un’opinione mediana: melanconico placebo quello di affidarsi alla Provvidenza per quanto riguarda argomento clima. Si ammetta però che per non disturbare certi equilibri a molta gente vada concesso il loro placebo e le loro pie illusioni. Anzi fino a qualche decennio fa preghiere suppliche, processioni facevano parte integrante del bancomat cattolico per ottenere pioggia ed altri favori del tempo. A dimostrazione di ciò, molti ricorderanno le "rogazioni' che si effettuavano in maggio tre giorni prima della Festa dell’Ascensione. Si partiva al mattino, alle prime luci dell'alba e attraverso sentieri di campagna e di collina si cantavano in lunghissima fila indiana le litanie dei santi, all'inizio delle varie piantagioni si legava una croce di legno con il ritornello: “a fulgore et tempestate libera nos domine" (dalle saette e dalla tempesta liberaci o Signore). Si ritornava a casa verso mezzogiorno, talvolta anche sul far della sera. Pure l'occasione propizia per fondare nuove famiglie, per allacciare nuovi amori, per gettare l'occhio su adolescenze promettenti. In effetti le ragazze specie dei paesi veneti avevano coniato anche una letteratura amorosa in merito: "Santa Rosa fame sposa, Sant'Agnese entro un mese, San Bastian anca doman, tutti santi e sante Dei, magari vedovo ma pien de skei (soldi)". Queste rogazioni non erano nemmeno di origine cristiana. Entrarono nel V secolo d.C. dalla Francia, e a Roma nell'800 sostituirono le Robigalia o Ambarvales, identiche processioni di antichissima origine pagana
I Romani e predecessori avevano le loro tipiche divinità preposte al clima e alle stagioni: Diana protettrice delle acque e della caccia, Cerere della biade, Bacco del vino e dell'uva, e così via, un panteon di divinità come oggi da noi un calendario di santi cattolici. Sicché abbiamo introdotto S. Genoveffa in Francia, S. Calimero a Milano, S. Leuca a Brindisi, S. Nepomuceno in Austria, S. Eriberto a Colonia in Germania. Di lui si dice addirittura che tanto pregò fino a che la città con tutti i suoi abitanti quasi annegò. Troppa grazia S. Antonio. Oltre a ciò fino a qualche tempo fa nel rituale cattolico esisteva una preghiera "Dio grande e misericordioso benedici le nostre campagne dando alle zolle assetate il refrigerio della pioggia ". Ed anche nel messale, un librone voluminoso quanto l'enciclopedia Treccani, vi era per lungo e per largo tutta una messa "ad petendam pluviam” Dovizia di devozioni soppresse o meglio oscurate con la Riforma liturgica del Concilio Ecumenico poco dopo il 1965. Probabilmente con troppa fretta ·e poca psicologia in quanto il popolo non si può privare improvvisamente e di botto dell'effetto placebo, sopra accennato.
Senz'altro è rassicurante vivere anche più di illusioni ché di ragioni, però sta di fatto che alcuni da quel mondo fiabesco non vogliono uscire. Per evitare la destabilizzazione totale del loro psichismo vale la pena lasciarli nel loro mondo magico, inebriante, totalizzante, prerazionale. Anche questa concessione appartiene al consiglio evangelico dell'amore verso il prossimo. Infine si aggiunga pure la Bibbia: parla di pioggia almeno 200 volte.
L'invocazione ad ottenere i suoi benefici sono molto più numerosi di quella per ottenere il sole ed il sereno. Tutto questo mondo orante, sia quello dei cortei pagani, come quello delle rogazioni cristiane, delle citazioni bibliche, dei santi patroni sopra l'acqua e il tempo si riscontra un filo conduttore di fondo, inconscio ma comune: il rapporto fra cielo e terra. Esiste una certa indefinibile comunione fra la divinità, il cosmo, l'umanità. Su questo indizio tutti potremmo convenire
                                      Non identificare la fede con la scienza
Per quanto riguarda invece i contenuti di tale comunione si permetta qualche analisi. La prima si chiama errore: quello di identificare la fede con la scienza. Un limite molto pesante nel passato storico della chiesa che diceva: la fede spiega la scienza, la fede decide sulla scienza, in caso di conflitto la precedenza va alla fede, quando parla la fede la scienza deve tapparsi la bocca. Di qui la classica e a tutti nota condanna contro Galileo. La fede   della   chiesa   sosteneva: „Giosuè pregò il Signore di fermare il sole perché egli avesse luce a sufficienza per sconfiggere i nemici" Allora la fede sentenziò che doveva essere il sole a girare attorno alla terra la scienza invece con Galileo affermava il contrario: la terra gira attorno al sole. Per questo gli è capitato scomunica e botta in testa. Quest'esempio conflitto di competenza può essere trasferito anche sulla meteorologia, cioè sulla preghiera per la pioggia. La fede ci aveva insegnato con linguaggio popolare che quando piove è Dio sopra le nuvole a tenere il chiavistello delle cateratte e dei secchi e quando tuona è Dio che brontola contro i cattivi, quando saetta è Dio che folgora i malvagi, che ci castiga per i nostri peccati, quando rasserena è Dio che viene placato dai nostri sacrifici e ci ridiventa amico. La scienza astrofisica e meteorologica ci dice invece che Dio non è collocato sopra o dentro le nubi a fare sti servizi o dispetti, e che l'acqua e la pioggia scendono per fenomeni naturali di alta e bassa pressione, correnti del golfo, variazione cicloniche e anticicloniche. Realtà tutte che seguono le loro leggi, leggi di natura, leggi poste da Dio.  Siccome noi siamo spesso abituati a sfottere le leggi umane, pensiamo che anche Dio sfotta le sue dietro nostra interpretazione o impetrazione. Invano, perché Dio è fedele a se stesso! Queste sono preghiere all'italiana! Preghiera evangelica invece è quella di capire il progetto di Dio e ottenerne la forza di espletarlo. Qualcuno obbietterà che anche il Papa in una domenica afosa di agosto ha raccomandato a tutti di pregare per ottenere da Dio il refrigerio della pioggia.
Indubbiamente un messaggio affettuoso nel senso che sottolinea la nostra parentela con il creato, il clima, il tempo. Però se non vi si aggiunge anche il contributo della nostra responsabilità nell'evitare le concause della siccità, come il degrado dell'ambiente, dell'inquinamento, dello smog, dell'effetto serra, della desertificazione delle foreste, il consiglio papale potrebbe creare in alcuni un certo fastidio per la creduloneria sott'intesa, che sta al posto della mancata volontà di liberarci dalla nostra cieca avidità.
Addirittura deviante infine ciò che si è potuto udire da alcuni pulpiti: la siccità è un castigo di Dio per i nostri peccati. Si vadano a rileggere i messaggi di Gesù quando annunciò:"siate figli del Vostro Padre celeste che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti e fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi “. Quando si riuscirà a sostituire questi messaggi di morte e a portare invece nel mondo un po’ di speranza?

Autore:
Albino Michelin
29.08.2003

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