domenica 5 aprile 2015

MATRIMONI FALLITI PER CAUSA DEL MAMMISMO

In Italia abbiamo circa un 52% di coppie che si sposano in civile, e un 48% con rito religioso in chiesa. Anche fra queste ultime dopo qualche anno si registrano divorzi e separazioni in percentuale identica a quelli del civile. Soltanto che alcune per passare alle seconde nozze in chiesa tentano di annullare il primo matrimonio attraverso il Tribunale ecclesiastico, che in prima istanza si fa nella propria diocesi di residenza, in caso di insuccesso in seconda istanza si ricorre al tribunale interdiocesano o interregionale, se poi anche qui non si viene a capo di nulla si puo’ ricorrere alla terza e definitiva istanza chiamata Sacra Rota del Vaticano.  Lo strano appellativo risale già al 1331 con Papa Giovanni XXII allorché i partecipanti ad un pubblico giudizio si ponevano in semicerchio a forma di ruota per assistere alla sentenza finale, emessa dalla corte. Ovviamente per essere accettati a questo procedimento si richiedono previe motivazioni, documentazioni. Che in genere possono apparire molto strane e variate a seconda dei casi. Esempio: dimostrare che il matrimonio fu rato e non consumato (cioè che gli sposi dopo il sacro rito non hanno compiuto il rapporto sessuale o non hanno dormito sotto lo stesso tetto). O altre imbarazzanti prove: che uno dei due si è sposato sotto delirio di gelosia, disturbo mentale, eccessivo amore del proprio lavoro, nevrosi sessuale, incapacità di prole, pressioni esterne (minacce), o interne (paura, stati d’ansia). Indubbiamente non sono tanti i coniugi, uniti con cerimonia religiosa, che accedono a questi tribunali. Primo perché se vogliono risposarsi possono utilizzare la concessione del divorzio ammessa in tutti gli Stati, poi perché molta gente si sente indifferente alla religione, infine perché, e questo   assai frequente, si è scavato da qualche anno un solco incolmabile fra i dogmi e i precetti della chiesa da una parte e la mentalità dei credenti dall’altra. Gli ultimi dati in merito usciti nel 2011 dicono che i matrimoni annullati in prima o seconda istanza in tutto il mondo furono 45 mila, di cui 2.500 in Italia. La terza istanza invece, cioè la Sacra Rota Romana ne ha dichiarati nulli 222. Un problema per molti è anche quello del tempo richiesto per ottenere l’annullamento. In genere un anno per la prima istanza, altri 4-5 mesi se si ricorre alla seconda. Se si va a Roma   circa   due anni per   vederne il risultato. Complessivamente 4 anni. Per cui se esso non è conforme al desiderio dei richiedenti si patisce una enorme delusione, oppure succede che nel frattempo uno dei due muore o getta la spugna e si ritira perché innamoratosi di altro partner. Questione molto dibattuta e anche chiacchierata: le concerne le spese processuali. Si dice che solo i ricchi, gli attori del cinema, le persone di potere e influenti possono pagarsi questo lusso. E più sganciano e più ottengono E che la Sacra Rota più la ungi più veloce gira. Possiamo rispondere con qualche informazione richiesta e dai tribunali interessati ricevuta: per la prima istanza (caso Lugano in Svizzera) Frs.900(caso Genova) 600 euro. Per la Sacra Rota un avvocato va da 1.900 a 3 mila euro. Da aggiungersi aumento per eventuali perizie. Ma l’ammontare preciso di quest’ultima non è molto ben definito. Si sa comunque che per le coppie meno abbienti vengono effettuati sconti secondo accordi fra le parti. In questo quadro generale puo’ ben essere inserito il ruolo dei genitori perché lo zampino di mamma e papà è oggi una fra le principali cause del fallimento dei matrimoni. E’ un documento edito dal su citato tribunale ecclesiastico di Genova. Non ci si riferisce qui ai figli detti bamboccioni che in un periodo i crisi economica si rivolgono ai genitori e viceversa perché gli unici in grado di salvare la baracca. Qui si intende dipendenza patologica dai genitori. Per ogni scelta e decisione è necessaria la loro approvazione. Sposo e sposa sono diventati dei sostituti. Il loro coniuge è mamma e papà. A volte la loro invadenza è addirittura a monte, e condiziona al punto di decidersi di sposarsi anche se non si è convinti, solo per non far dispiacere all’ambiente familiare. Gli psicologi chiamano ciò mammismo e anche per loro questa è una causa delle nullità di matrimonio. Mammista da non confondere con mammone, genere assai diffuso in Italia. Mammista è chi fa entrare il padre e la madre in ogni cosa della vita di coppia, rendendo di fatto impossibile la costituzione di una famiglia propria. La mamma invitata o autorizzata ad interferire su tutto, dal modo di cucinare al colore delle tende, fino all’educazione dei figli. Mamma pensa così, mamma avrebbe fatto così.  Genitori che non permettono ai figli di non spiccare il volo, figli che per una simbiotica nostalgia del grembo materno non hanno il coraggio di spiccarlo. Persino la sacra Rota ha annullato più di un caso matrimoni del genere. Ma qui non si tratta di sacra Rota, il problema è più personale. Si tratta di una famiglia destinata all’infelicità e al fallimento causa un amore materno anomalo, basato su un eccessivo istinto di possessione.

Autore:
Albino Michelin
Anno: 2014

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