giovedì 23 aprile 2015

MILINGO E IL VATICANO

Scomparso, esiliato, o sequestrato a fine agosto 2001 fra una serie di pettegolezzi popolari causa il suo matrimonio con Maria Sung. Un prelato, un arcivescovo che si sposa non è notizia di tutti i giorni. Attraverso una serie di sue esternazioni e confessioni ci obbliga a dare un'altra lettura meno superficiale, meno sacrilega del fattaccio. E' sempre difficile e costoso aiutare la gente dei nostri giorni ad andare in profondità dei fenomeni che si presentano. Anche i media e la stampa restano sulle solite informazioni che risultano disinformazioni perché non portano a cogliere cause e significati. Senza un minimo di analisi critica come se derisione e condanna del monsignore dello Zambia fosse un fatto morale acquisito e come tale da propinare al passivo giudizio morale dei connazionali e dei correligionari. Infatti, costoro, cioè i nostri, al di là di una benevola ironia sul Vescovo che si è giocata la giapponese non vanno.
Da parte cattolica o della chiesa si sono rinvigoriti i soliti peana: "Milingo ritorna alla chiesa, vittoria della chiesa, il rientro all'ovile della pecora smarrita, la grande misericordia di Wojtyla nel riabbracciare il figliolo prodigo e avanti con questo tam-tam. Oddio, in parte c'è della verità, ma anche parecchio occultamento della stessa. Il matrimonio Milingo-Sung non era il motivo del contendere. Il pericolo che questo personaggio, tramite la setta di Moon cui apparteneva la novella sposa potesse fondare in Africa una propria chiesa in contrapposizione a quella romana. l fatti mi hanno dato parecchia ragione. Emanuele Milingo, nato nel 1931 nello Zambia, vescovo a 39 anni, verso il 1980 era stato richiamato a Roma in quanto la sua attività di predicatore del vangelo, di guaritore, di esorcista non era condivisa da alcune gerarchie vaticane. Carattere sanguigno, vitalista, impetuoso, generoso si trovò come un leone in gabbia. Infranse diversi confini che gli erano stati posti, fondò dovunque in Italia gruppi carismatici e di guaritori, creò un nuovo tipo di comunicazione fra vescovo e popolo basato sull'entusiasmo e sulla convivenza, nel '97 si presentò al Festival di S. Remo. Richiamato all'ordine e ad una maggiore compassatezza rispondeva con un sorriso a 32 denti che Gesù amava stare dentro le folle.  Indomabile, irrefrenabile, più che medaglioni al merito si è visto piovere addosso discriminazioni. L'uomo di Dio si è sentito ignorato, svalutato, frustrato. Dal 1983 aveva chiesto perciò un incontro con il Papa, quale diritto ad una legittima spiegazione. Incontro che gli venne concesso soltanto a cocci rotti, cioè nell’agosto 2001, tre mesi dopo il matrimonio con la Sung. Milingo dichiarò ripetutamente sottolineando le parole e raddoppiando le sillabe: "io cercavo misericordia, cercavo una chiesa madre". In quelle espressioni si evidenzia tutta la sua anima, la sua fede, la passione per la sua vocazione. Ma quello che veramente dovette colpire la pubblica opinione e rivelò il motivo delle nozze fu: ''ho voluto produrre uno shock, una contestazione, un gesto di grande risonanza affinché la chiesa riconoscesse la mia attività e la mia dignità". Indubbiamente questo caso comporta le debite distinzioni. La prima concerne Maria Sung che si sentiva sì amata, ma che si accorse anche di essere stata strumentalizzata ad altri scopi. Non per nulla essa ha trovato la solidarietà di tutte le donne del mondo che hanno deplorato nonché condannato la rottura di tale legame. Lei si innamorò perché l’aveva trovato vero uomo di Dio, il primo mese di nozze visse in astinenza secondo le norme della setta di Moon, ma negli altri due si comportarono da marito e moglie, e lui era assai dolce ed amorevole. Di qui è comprensibile la ribellione delle donne. L'altra distinzione è lo scopo del matrimonio-reazione dal Vescovo prefissato. Ormai nella chiesa cattolica non trovava sbocchi per la predicazione del Vangelo, per le guarigioni, per l'esorcismo. Tutto ciò nella setta di Moon gli veniva invece garantito. Allora dovette egli concludere che tanto valeva passare dall'altra parte. Tutt'al più uscire dalla chiesa romana, non certo dalla fede e dal Vangelo di Gesù. Ed è qui che il Vaticano si destò e prese atto del pericolo incombente. Non tanto perché Milingo si era sposato (molti preti in questi anni presero moglie e nessuno delle gerarchie si degnò loro di un minimo d'attenzione), ma per la paura di uno scisma nella chiesa africana. Nel colloquio il Papa lo invitò a ritornare nella chiesa e Milingo ebbe parole di alto apprezzamento verso il Pontefice. E' sottinteso però che questi riconobbe la serietà e la fede del Vescovo e dopo un periodo di pausa fuori dal baccano popolare gli propose di ritornare ad esercitare. L'interpretazione non dovrebbe fare una grinza: tant'è vero che a giorni Milingo ritornò a Zagarolo, nei pressi di Roma, nel suo territorio, fra i suoi gruppi, la sua gente. Gli metteranno attorno qualche paletto finché resisterà. Ma il turbo Milingo ritornerà a danzare e celebrare a tutto tamburello, alle sue messe di guaritore. Finalmente si sente accettato, valorizzato, legittimato. Alcuni prelati consigliarono di spegnere i riflettori su questo uomo di chiesa il cui scandalo al mondo era stato gravissimo. Intervento discutibile, miopia a senso unico. In effetti, non si sa nel caso chi si sia convertito di più. Se Milingo verso il Vaticano o viceversa. Leggendo in profondità gli avvenimenti forse la seconda ipotesi si avvicina maggiormente alla verità. L'eventuale ripensamento del Vaticano nei confronti di Milingo in quanto gesto di fedeltà alla verità ha certamente aumentato la fede dei credenti nella chiesa stessa.             

Autore:
Albino Michelin
18.10.2002 

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