giovedì 22 ottobre 2015

DIRITTI UMANI PER TUTTI ANCHE PER GLI EX PRETI (UNA TESTIMONIANZA)

In riferimento all'articolo "Diritti umani per tutti, anche per gli ex preti" apparso Su Rinascita Nr.113 mi è pervenuta questa testimonianza di Mauro Delnevo, sacerdote che ha lasciato le sue funzioni, ora sposato e padre di famiglia, di professione artigiano.

“Sono d’accordo con l’articolista che il termine "ex" può servire per rendere meglio il discorso anche se la precisazione va fatta non come rivendicazione di un titolo onorifico perso, o meglio di appartenenza ad una casta protetta e privilegiata, ma nello specifico del prete che si sposa solo come lotta contro un tipo di cultura ufficiale e quindi popolare che tende ad emarginare, rifiutare e privare di diritti chi, fra i preti, decide di sposarsi.
Ci sono dei preti, dei vescovi, dei religiosi, mercanti- managers, dongiovanni, carrieristi, costruttori edili, uomini a caccia di testamenti più o meno redditizi che non sono chiamati "ex", ma che non sono sacerdoti però nel senso più vero della parola, cioè "servitori" di Dio e del suo popolo. Aggiungo subito che pure essendo prete sposato da 13 anni con una moglie Pina ed una bella bambina di dieci anni che si chiama Miriam e che sono la mia gioia, sono assertore convinto del celibato come scelta e credo che quando questa scelta continua ad essere libera e mai imposta è possibile non solo ma è bello vivere celibi. lo ho vissuto bene il mio celibato, ho rinnovato questa scelta ogni giorno e sono felice oggi. Come ieri. Comunque mi sento un uomo fra gli uomini e nonostante una legge assurda che mi ha sospeso diciamo, "a divinis", continuo ad essere un servitore del Padre, annunciando ancora il Suo meraviglioso messaggio come "proposta" sempre! Vivo il mio essere uomo di fede nella periferia livornese, nella parrocchia dove sono stato parroco per 17 anni, nella stessa casa popolare (in affitto) dove vivevo da parroco, (ma non ho mai voluto costruire la casa canonica, anche se "ho peccato" facendo costruire una bella Chiesa a pianta esagonale!). Il Comune di Livorno, giunta a maggioranza assoluta allora Pci, mi ha messo a disposizione un terreno di mq.1500 e qui a partire dal 1987 io e la mia attuale comunità abbiamo costruito una piccola casa di accoglienza dove realizziamo il nostro cammino di fede come Comunità di Base Cristiana (ogni sabato celebriamo insieme un' Eucarestia dove tutti hanno diritto di parola) e dove accogliamo attraverso una cooperativa laica di cui fanno parte alcuni membri della comunità alcoolisti, tossicodipendenti, gente con disagi vari e loro familiari  realizzando gruppi di autoaiuto. Cade e non solo per me "il luogo comune" che un prete non può amare la sua famiglia e la sua comunità di fede, non può dedicarsi al suo lavoro (la Comunità non mi mantiene) alla sua donna e ai suoi figli e nel frattempo dedicarsi a opere di solidarietà, ricerca di fede e preghiera.
La forza dell'amore, prego Dio ogni giorno che me l'alimenti, chiude la bocca di quanti si riempiono di questi discorsi, perché come minimo hanno dimenticato che l'amore umano per la propria donna e i propri figli e l'amore che viene da Dio hanno una forza dirompente ed inesauribile! Intanto i Vescovi e questa Chiesa ufficiale sono impegnati a tamponare i disastri che molti preti pedofili, non solo in America, combinano. Li proteggono amorevolmente e rimborsano finanziariamente le famiglie colpite, pagano i processi, hanno i migliori avvocati.
Ma forse è una toppa nuova su un vestito vecchio ... Tengono nascosti i preti omosessuali, li seguono con pazienza e li riconfermano nei loro Incarichi e nella loro missione. Accolgono i preti anglicani e le loro famiglie all'interno della Madre Chiesa Cattolica. Questa constatazione dobbiamo continuare a farla, attenti a non cadere nel peccato del fratello del figliol prodigo! A quando i preti celibi per scelta potranno svolgere la loro missione accanto a quelli che, per scelta, decidono di vivere l'amore per una donna? La Chiesa di base, nella quale cammino oggi, ha già abbondantemente capito questa profezia, qualche Vescovo queste cose le afferma già pubblicamente. I tempi non sono lontani. Dobbiamo continuare a pregare e a lottare per "amore", perché anche i preti sposati siano reintegrati nei loro diritti umani e nella loro dignità di persone.”

(Mauro Delnevo-Via Auronzo 8-57124 Livorno)
A cura di
Albino Michelin
25.03.1998

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