venerdì 16 ottobre 2015

L'IMPORTANZA DELLE MESSE (SE PAGATE?)

Una domenica di fine luglio in Italia in un paese che registra un alto numero di emigrati, di cui gran parte residenti nello zurighese, sopra un tavolo alle porte della chiesa era accatastata una pila di pubblicità. Un foglio A4 portava il titolo "Meraviglioso valore della S. Messa" con il sottotitolo: "La S. Messa è la rinnovazione del Sacrificio della Croce". Il tutto corredato da una dovizia di spiegazioni altisonanti che vale la pena riportare qui appresso. Tale foglio munito a sinistra da una foto, riquadro di P. Pio non era a disposizione soltanto di quella grossa parrocchia, ma pure in tante altre della regione, quindi fenomeno di costume e di religiosità diffusa.
La domenica 17 ottobre, una qualunque fra le tante, mi venne la nobile pensata di fotocopiarlo, distribuirlo agli italiani nella messa della mia parrocchia per farne una lettura insieme e relative considerazioni al posto della predica. Trascrivo i passi più salienti in 10 punti, saltando gli altri in parte rispettivi:
1) La S. Messa è il sacrificio che trattiene la giustizia divina, che regge tutta la chiesa, che salva il mondo
2) Ogni messa ottiene il tuo perdono presso la Giustizia di Dio.
3) Ad ogni messa, secondo il tuo fervore, puoi diminuire la pena temporale in purgatorio dovuta ai tuoi peccati. Viene diminuito su di te l'impero di Satana.
4) Si merita di più ascoltando devotamente una S. Messa che col distribuire tutte le proprie sostanze ai poveri.
5) Una sola messa dà più onore a Dio che tutte le virtù eminenti praticate dai giusti sulla terra e più che tutta le lodi fervorose espresse dai santi e dagli angeli in cielo.
6) Assicurati, disse Gesù a S. Geltrude, che a chi ascolta devotamente la S. Messa io manderò negli ultimi istanti della vita tanti dei miei santi per confortarlo e proteggerlo quante saranno state le messe da lui bene ascoltate.
7) Con ogni messa diminuisci il tuo purgatorio.
8) 0gni messa ti procura più alto grado di gloria in cielo.
9) Sei preservato da molti pericoli e disgrazie, in cui ti saresti abbattuto.
10) E vieni pure benedetto nei tuoi affari e interessi personali.
Il foglietto termina portando la frase: "Con approvazione ecclesiastica!" L'assemblea quella domenica era composta da frequentatori abituali verso la cinquantina. Per ogni buon conto tenevo pronto altro argomento di predica qualora i partecipanti mi avessero fatto cenno di cambiare canale. Allo scopo dopo la lettura del testo, in via eccezionale, passai a chiedere l'opinione, gradimento o reazioni all'assemblea stessa. Per prima alzò la mano un'anziana signora, sui 75 anni: "non ho parole, di fronte a questo documento mi sento umiliata”. Documento subdolamente terroristico, proseguì un secondo interlocutore, "la chiesa dall'impero romano ha preso l'abbigliamento, i titoli onorifici, l'obbligo al culto con ogni tipo di intimidazione, imposizione, premiazione". Un terzo: "perché continuare sempre a suonare la corda del dolorismo di Gesù per farci soffrire anche noi ... Gesù ha sofferto quella volta, ma adesso è nella gloria del Signore. Mica muore in croce un'altra volta ... mica ha bisogno della nostra compassione". Un quarto: "qui si svaluta una vita vissuta per il prossimo, che varrebbe meno di mezz'ora di messa ... " "Sempre con questo suffragio e messe per le anime del purgatorio … da bambino mi avevano detto che mia nonna non poteva trovarsi in paradiso, era in purgatorio perché avevano fatto il funerale con un prete soltanto anziché con tre.” Sempre questione di soldi, anche le messe per i morti sono diventate una bottega. Questo foglio dimostra che non è cambiato nulla e non cambierà neanche nel 2000" soggiunse un quinto fuori della chiesa”. Basta così e ne avanza per le nostre considerazioni.
Permettiamocene qualcuna in prima persona. Anzitutto non è riduttivo definire tout court la messa sacrificio della Croce? Certo 2000 anni fa Gesù istituì una cena sacrificale dicendo: "fate questo in memoria di me". Il che non significa "fate questo in sacrificio di me". Cioè Gesù non raccomandò ai suoi seguaci di appenderlo ancora alla croce ogni domenica, tutti i giorni in mille chiese, in centomila altari del mondo allo scopo di placare Suo Padre. Anche perché si deforma l'immagine di Dio quasi fosse un Dracula addomesticabile solo alla vista del sangue di suo figlio o delle disgrazie dei suoi figli. Non si dimentichi che Paolo scrive agli Ebrei (7, 12):” Cristo non ha bisogno di offrire sacrifici, lo ha fatto una volta per sempre". I protestanti chiamano la messa "Cena del Signore", gli ortodossi "Eucarestia"(riunione di ringraziamento), non si potrebbe anche noi cattolici ricuperare simili ed altri accenti? Insistendo troppo sul "Sacrificio" non si arrischia di costruire cristiani involuti, autolesionisti, fatalisti condannati a questa valle di lacrime, tesi ad accumulare meriti per l'aldilà con il rischio di non amare seriamente questa vita e di non impegnarsi nell'aldiquà? In secondo luogo, l'insistenza sulla messa come fonte di successo e fortuna nella vita presente e di premio nella vita futura non potrebbe generare pericolosi egoismi, sia pure spirituali ma sempre egoismi? Perché non accentuare di più il senso del banchetto del convitto, dell'accoglienza, della convivenza della solidarietà. Raro trovare dell'oggi sulla terra un popolo come l'italiano così cattolico e insieme cosi illegale. Non dipende un po' anche dal fatto che la nostra cultura in chiesa ha insistito (per stare all'esempio) sulla messa per "salvare l'anima tua" in un mondo infido e procelloso, contribuendo così a sottovalutare i rapporti con la società civile e politica e indurci in ogni genere di tentazione e furbastrate.
In terzo luogo questo tipo di pubblicità e di cultura non potrebbe affrontare un certo sottobosco di ipocrisia e doppia vita? Una persona va giudicata per la globalità del suo comportamento, laico compreso, o a cassettoni, per esempio per la sua pratica religiosa? Episodio classico è l'Intervento di Maggiolini, Vescovo di Como, che nel maggio '99 ebbe a scrivere sul "Corriere della Sera: "non è possibile che un uomo come Andreotti, ex capo del Governo, messa tutte le mattine, possa essersi macchiato di tali azioni”. Ci auguriamo certo che il nostro venga pienamente assolto da tutto. Però non perché andava a messa, ma perché onesto. Purtroppo pochi notano questa ambiguità nel nostro Bel Paese. In quarto luogo, la diffusione della messa quale suffragio per le anime del Purgatorio non arrischia di trasferire nell'aldilà una mentalità commerciale e ridurre Dio ad un contabile finanziere al bancone dell'Oltretomba? Indubbiamente esistono in Italia bellissime opere d'arte, chiese, altari, pitture, sculture dedicate al suffragio. Ed è pure positivo che durante la messa venga riservato spazio anche per la memoria dei defunti, in quanto garantisce solidarietà al nostro mondo bidimensionale, fra noi e i trapassati. Però in questa materia non c'è più limite. Messe per il "mio" morto, come se Dio non fosse il Padre "nostro", messe indulgenziate (pagate) per diminuire le sofferenze dell'anima purgante come se Dio la giustificasse in base alle nostre opere e non in base alla sua grazia misericordiosa. Messe con sfilza interminabile di deceduti, vero elenco telefonico da cui si recepisce solo qualche storpia sillaba di gente ai più sconosciuta.  Una domanda un po' maligna: se le messe per le anime purganti dovessero venir celebrate gratuitamente e al committente fosse fatto divieto di pagare Il celebrante, e ingiungere di devolvere l'eventuale corrispondente a persone o a situazioni di bisogno senza passare attraverso il prete, avremmo (dal Santuario di S. Antonio da Padova sino alla Madonna di Patti Messina) una fioritura di tanta propaganda ed un battage di tanta pubblicità?
Infine questo incessante invito sulla "quantità" di messe da celebrare non le devitalizza e non le priva di significato? Come quando si inaugura un lampione, il busto di un patriota o il buon viaggio ad uno stormo di aerei intelligenti destinati a sistemare il Kosovo: messe dovunque, tappabuchi per tutte le circostanze, piatti per tutti i menù? Forse a qualcuno questo discorso potrà suonare stonato, in quanto turberebbe l'establishment cattolico italiano, preferendo rinviare tutto al giudizio universale quando Dio darà à ciascuno quel che si merita. A parte il fatto che non è più possibile custodire i fedeli sotto una campana di vetro e ad aria·condizionata, avremo sempre meno cattolici italiani sottosviluppati (per fortuna). Sempre di più in effetti si rifiutano di essere trattati come pecorelle del nostro buon popolo, semplice e ossequiente a santa Madre Chiesa, di venire informati sotto condizione e con censura, imboniti con tutti i mezzi sia pure con frottole devozionali. Vedi Il foglietto pubblicitario di cui all’inizio, più divulgato di quello che non si pensi.

Autore:
Albino Michelin
28.10.1999 

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