domenica 11 ottobre 2015

RIVOLUZIONE NON VIOLENTA

Chi ha letto il libro di Giosuè senz'altro sarà rimasto scioccato del fatto che questo eroe biblico dopo aver conquistato Gerico ed acquisito la vittoria abbia dato ordine che tutti gli abitanti venissero uccisi e sterminati.
Che bisogno c'era di sangue se la battaglia era finita. Certo si tratta di una cronaca, non di una giustificazione del fatto. Fortuna che Giosuè non è Vangelo: meglio tagliar corto! Il fenomeno più sconvolgente e impensabile della nostra storia contemporanea riguarda la rivoluzione in atto nell'Europa orientale. I Regimi comunisti mantenuti al potere per tanti anni con il terrore vengono spezzati via da movimenti collettivi popolari, senza violenza, senza vendetta. I vecchi dittatori, macchiati di crimini non vengono uccisi ma solo processati, destituiti, messi da parte, pensionati con i loro diritti civili. Unica eccezione, ancora tutta da decifrare, quella della Romania che conferma la regola. Il cambiamento è cominciato con la rivoluzione in Portogallo detta dei garofani, perché la gente infilava garofani nelle canne dei fucili dei militari. Anche in Spagna il passaggio dal regime di Franco alla democrazia è stato pacifico, incruento. Una novità limitata per ora e purtroppo al solo nostro continente. Al di fuori, a Salvador, Panama, Cambogia, Arzebagian, Palestina continuano a funzionare gli schemi tradizionali dello scontro armato, della rappresaglia, della vendetta. Per secoli e secoli nel Medioevo cristiano - cattolico, nella Ginevra di Calvino, nella rivoluzione francese, nello stalinismo, gli eretici, i ribelli, i fautori del dissenso venivano torturati e uccisi. Per distruggere il pensiero si uccideva la persona che lo portava. La storia è stata un immenso mattatoio. La vita umana non valeva nulla. Adesso, grazie a Dio e alla buona volontà degli uomini, pare che le cose stiano cambiando e che gli uomini debbano essere lasciati in vita qualsiasi idea abbiano. Eventualmente controllati, limitati nell'esercizio della libertà, non uccisi. L'uomo vivo può sempre cambiare idea. Il tentativo sbagliato, l'errore politico, persino l'orrore può essere fonte di nuova conoscenza e nuova coscienza. L'essenza della rivoluzione pacifica attuale consiste nella rinuncia a punire la vecchia e classe dirigente, anzi consentendo la possibilità di presentarsi a nuove elezioni. Le rivoluzioni del passato invece non hanno mai applicato queste regole. Hanno cominciato subito a perseguitare i vinti innescando la catena di vendette senza fine. La vendetta guarda solo al passato, è ossessionata dal passato e quindi infierisce sui suoi protagonisti e adepti. Il vero progresso dell'uomo, la vera rivoluzione comincia con un rifiuto del passato, con una dimenticanza, con un perdono. In questo quadro generale vi è qualcuno, tentato di sprecare tempo per attribuire il merito chi a Wojtila, chi a Gorbaciov, per i diritti d'autore. Forma sottile e farisaica, una trappola per inquinare il processo di unità e ritornare a nuove vecchie divisioni, nuove guerre di prestigio e di religione. Certamente qui in questa rivoluzione non violenta vi è presente il seme del messaggio evangelico. Il Cristianesimo non si identifica con tutte le religioni per l'amore del prossimo, ma si diversifica da tutte per il perdono al nemico. Il cristiano non è colui che ha tanti amici, ma colui che non ha nessun nemico, non se lo crea, non se lo coltiva.
Sembra che questo principio evangelico, anche se in forma anonima e senza brevetto di fabbrica, sia entrato nello spirito e nelle esigenze delle nostre società dell'Est a dimostrazione che la rivoluzione non violenta è l'unica strada per una pacifica convivenza.

Autore:
Albino Michelin
27.01.1990

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