giovedì 14 maggio 2015

ALLA RICERCA DELLA SPIRITUALITÀ PERDUTA

Non è un mistero per nessuno il costatare come le religioni ufficiali con le loro chiese e istituzioni sono oggi nel mondo europeo e occidentale tutte in crisi. Non tragga in inganno qua e là l'eccezione di qualche chiesa ancora affollata. Si tratta di ambienti, paesi, regioni non ancora toccate dalla globalizzazione consumistica. Si spera di no, ma forse è solo questione di tempo. Recentemente una ragazza di 27 anni, neolaureata in teologia all'università di Friburgo, alla domanda in quale parrocchia volesse fare l'assistente pastorale rispose: "in nessuna parrocchia, in nessuna chiesa, sono tutti corpi senz'anima. Andrò ad insegnare filosofia in una scuola dove in piccole dimensioni e con ridotto numero di alunni potrò trasmettere i valori essenziali della vita e anche della fede".  La risposta rispecchia una mentalità assai diffusa e invita a fare una riflessione a monte, cioè sulla spiritualità. Possibilità e realtà umana che precede ogni religione naturale o rivelata, ogni chiesa, ogni istituzione e congregazione religiosa, ogni movimento sia esso clericale o laicale. Senza appellarci alla Bibbia e ad altri libri sacri tentiamo una ricerca da uomo a uomo.
                                         “Il punto Dio” nel cervello umano
E' l'essere umano capace di percepire la presenza di Dio? Un fronte avanzato delle scienze è costituito oggi dallo studio del cervello e delle sue molteplici intelligenze. Risultati rilevanti sia per la religione come per la spiritualità. Si evidenziano tre tipi di intelligenza, catalogabili e in tre categorie dei genere umano e anche coesistenti nella stessa persona, ovviamente con maggiore accentuazione dell’una o dell'altra. La prima è l’intelligenza intellettuale (chiamata quoziente Q), caratterizzata per la sua capacità di analisi, di logica, di organizzazione, di progetti politici, di scoperte scientifiche. l parlatori di questa categoria dimostrano molta ragione, un po' meno cuore. Sono concettosi e creativi, ma a sentirli dibattere in televisione addormentano più di qualcuno. La seconda è l'intelligenza emotiva (detta quoziente QE). Chi la possiede vorrebbe dimostrarci, da Platone a Freud e ai moderni psicologi, che la struttura base dell'essere umano non è la ragione, ma l'emozione, l'emotività, la passione, ii calore nonché il colore, la capacità di muovere, commuovere e coinvolgere. Per restare vicino a noi, tipico di questa intelligenza è il mondo degli spot, degli slogan, ad esempio il gergo bossiano: "Roma ladrona, la Lega non perdona". Anche se moralmente insostenibile, la frase è però frutto di una intelligenza emotiva. Facilmente essa si imprime nella fantasia popolare e permane indelebile. Cosi l'intelligenza dei dittatore, degli arruffapopoli, ma anche dei venditori ambulanti, dei carismatici, del leader, e pure di molti santi tondatori di ordini religiosi.  Dipende su quale ideale tale intelligenza viene investita. Il terzo tipo di cui però si parla assai poco è l'intelligenza spirituale (QS). Prova della sua esistenza deriva dalle ricerche dell'ultimo ventennio, aventi per oggetto lo studio dei campi magnetici del cervello. Secondo tali risultati, tramite questo tipo di intelligenza, noi non captiamo solo fatti, idee ed emozioni ma percepiamo contesti più grandi della nostra vita, totalità significative e con cui ci sentiamo inseriti in un "Tutto”. Essa ci rende sensibile ai valori, anche a quelli legati a Dio, alla trascendenza. Perciò si chiama intelligenza spirituale.  Localizzata nei lobi temporali del cervello stesso viene originata da oscillazioni neuronali a 40 hertz, onde elettromagnetiche, e produce un’esperienza di esaltazione, di intensa gioia come stare di fronte ad una "Presenza” viva.  Ed inversamente ogni volta che si affrontano temi religiosi, Dio, i valori che riguardano il senso profondo delle cose in un nostro coinvolgimento sincero si produce una identica eccitazione di 40 hertz.  Per questo motivo gli scienziati hanno battezzato tale regione del cervello "Punto Dio”. Ovviamente non è che penetrando con i bisturi, o aprendo questo abitacolo noi dentro troveremo Dio o il suo seme. No, si vuole solo dire che esso rimane lo strumento atto a rendere l'essere umanano capace di percepire la presenza di Dio
                                       Spiritualità non si identifica con religione
Si è sempre un po' frettolosamente affermato che la spiritualità è monopolio della religione, come se fosse necessario appartenere o passare attraverso di essa per venirne in possesso. Invece da quanto sopra, si viene a costatare che la spiritualità appartiene ad ogni uomo in quanto tale, è una sua proprietà. Al contrario si desume che le varie religioni sono espressioni ed emanazioni geografiche o storiche di questo "Punto Dio", prima ancora che un essere umano sia battezzato o meno, circonciso, iniziato, prima e indipendentemente dai vari sacramenti cristiani, dalla Grazia. Ogni uomo è "Punto Dio". Di qui ne consegue la distinzione a volte fatta fra spiritualità e religione. Spesso abbiamo a che fare con persone di grandi tradizioni, devozioni, pratica cristiana, islamica, buddista, ecc. o addirittura con rappresentanti ufficiali di una religione, ma privi di ogni spiritualità, di ogni rapporto col divino. Ci sia concesso a mo’ di esempio un episodio abbastanza recente e legato a due volti: il primo a quello del Cardinal Ruini, il secondo a quello della signora Coletti, accaduto in occasione dei funerali di Stato per i soldati italiani deceduti in Iraq, celebrati il 18 novembre 2003. Il Cardinal Ruini, presidente dei Vescovi italiani, nel sermone di rito ebbe a dire: "combatteremo il terrorismo, senza odiare i terroristi". Tale espressione ha spaccato l'Italia in due.
Una parte, evidenziatasi anche sui quotidiani e settimanali cattolici, ha dissentito e continua a dissentire. E non tanto perché vi sia mancata la Religione, anzi ve n'era a pieni mani. Luogo sacro, basilica di S. Paolo fuori le mura, folta presenza di cardinali e vescovi, clero devoto, folla orante, Forze dell'Arma, compunzione delle massime autorità di Governo e dello Stato. Insomma tanta Religione, ma (permetta una modesta opinione il Cardinal Celebrante), troppo poca spiritualità! Perché la religione venne per la circostanza, secondo molti, utilizzata a supporto politico, di interessi di parte, di una guerra, considera ingiusta. L'altro polo dell'episodio è la Signora Coletti, di Avola (RG), vedova di un carabiniere assassinato, rimasta con un figlio orfano. Alla televisione, l'intervistata composta nel suo dolore, aprì la Bibbia e lesse un brano di Matteo (5,43):
"Avete udito che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, affinché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avrete? Non fanno cosi anche i pubblicani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste".
Non si sa né interessa sapere se la signora Coletti appartenga ad una religione o meno, se sia praticante e devota, se reciti rosari e coroncine, ma a questa donna, tutti, dai più alto prelato all'ultimo credente andrebbero baciati i piedi. Donna di grande spiritualità, nel suo dire si è toccata la presenza di Dio. Come Paolo a Tito su Gesù (2,11) "qui è apparsa l'umanità e la Grazia di Dio".
Questa signora, un essere umano profondamente abitata dal divino, che nel caso dimostra l'esistenza in ogni uomo non soltanto di una intelligenza intellettiva ed emotiva, ma anche e soprattutto di quella spirituale. Una prova o piu’ modestamente un indizio dell'esistenza di Dio, prova invece troppo tenue e sfumata, quasi invisibile, nei funerali di Stato, Religione e Patria, del 18 novembre 2003.
Molta gente oggi ha sfiducia nelle chiese, ma dimostra una sete profonda di Dio e ricerca di spiritualità.  Forse ha ragione la neoteologa di cui all'inizio: "le chiese sono troppo legate ad interessi mondani". Ci vorrà un'inversione di tendenza, un ritorno alle fonti, secondo il detto di Gesù: "Beati i poveri in Spirito" (Mt 5,3). Che non significa tanto "poveri o privi di personalità", ma felici coloro che si rendono conto della loro esigenza interiore e del bisogno quindi di riscoprire e porre in esercizio le propria spiritualità: l'intelligenza spirituale.

Autore:
Albino Michelin
20.02.2004

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