domenica 24 maggio 2015

CARI LETTORI DI RINASCITA, PERCHÉ SCRIVO?

Rinascita è un settimanale indipendente per gli italiani in Svizzera. Il primo articolo che vi pubblicai risale al 1997, nel complesso ammontano ad oltre 200 gli argomenti. Con le tematiche più svariate, ma sempre a sfondo culturale, sociale, religioso con l'intento che il lettore possa farsi una propria coscienza di vita.
Cosa scrivo? In ordine sparso ne cito qualcuno: “che cosa sperare oggi, inquietudini morali del nostro tempo, alla ricerca della spiritualità perduta, guerre dimenticate, Vangelo come terapia della persona, dalla religione degli italiani all'Italia delle religioni, per non sentirci estranei nella chiesa Svizzera, Berlusconi l'Italia sono io, quale pace fra. Israele e Palestina, Il fascino ambiguo della magia, divorzio separarsi senza odiarsi, chi ha paura di un nuovo Concilio Ecumenico, controgiubileo degli oppressi, Padre Puglisi una speranza per la Sicilia, Bush un fondamentalista cristiano, sfruttamento della credulità popolare, Costituzione europea radici non solo cristiane, cattolici e protestanti rapporto di base dovuto, non speculiamo sui morti di Nassiria, Rita Atria la verità vive, F. Palatucci di Montella la storia siamo noi, 2005 l'anno dei senzatetto”…... Ed innumerevoli altre tematiche.
Perché scrivo?  Rispondo: anzitutto perché mi piace comunicare. Dal 1963 pubblico opuscoli e saggi su interrogativi dell'esistenza umana, perché un articolo è più convincente e probante di una conversazione, perché credo nelle mie idee e penso che soprattutto alcune possano fare del bene ad un certo pubblico in cerca di motivazioni essenziali, per annunciare e per denunciare, porre alternative e contestare qualora  necessario, per evidenziare le contraddizioni in tutto ciò che viene ritenuto ovvio, le immoralità nascoste che fanno da supporto al normale, quando la legalità non si identifica con la  moralità, le ambiguità segrete e la povertà culturale insite nello scontato televisivo.
Per chi scrivo? Qui la risposta si diversifica. Nel senso che se da una parte si spera di essere graditi a tutti, dall'altra si sa che questa è un'utopia. Cioè esiste un certo tipo di lettori che ti segue per la scelta dei temi e il modo di affrontarli, un altro tipo che per lo stesso motivo ti rifiuta. Ma questo non dovrebbe creare a priori né dramma ne' scandalo. Chi legge il "Corriere della Sera” certe firme ed articolisti li salta di sana pianta, altri li divora. Che se poi è tutta l'impostazione del quotidiano che non lo soddisfa, non lo acquista e bella finita. Cosi a mio parere dovrebbe essere anche la nostra posizione di fronte al settimanale "Rinascita" o agli altri in Emigrazione. Non ogni menù piace a tutti, cosi non tutte le filosofie, le fedi, le interpretazioni delle stesse devono per forza essere accettate da tutti. La reazione dei lettori è sempre difficile da prevenire e da valutare. Mi sono successi casi in cui lo stesso articolo è stato considerato con giudizi totalmente opposti e altri in cui il contenuto dello stesso articolo mi è stato rimproverato. Magari espresso 3 anni dopo da un membro della gerarchia venne salutato, accolto, apprezzato. Quattro episodi, anche se citarsi è di pessimo gusto
Episodio primo. Il 10.9.04 al titolo "Mettete fiori nei Vostri cannoni" dichiaro doveroso il no all'aborto, all'uccisione del feto, ma anche alla guerra, all'industria e vendita di armi, che uccidono tanti innocenti e vite adulte, esprimendo presa di distanza dalla benedizione della Portaerei Cavour, impartita da un Cardinale il 20.7.04. Alcune reazioni: "Questo prete vuole insegnare ai preposti di santa madre chiesa come comportarsi. Arrogante!". Altre reazioni opposte? Una la cito dal contesto di una lettera ricevuta su Aborto e Guerra: “condivido pienamente quanto da Lei sostenuto e ringrazio il Signore per aver conosciuto un cristiano, un prete come Lei che si batte in difesa della vita andando ben oltre al dramma dell'aborto, condannando la guerra e i suoi strumenti di morte e denunciando le discutibili benedizioni di qualche principe della nostra cara ma ambigua chiesa. Sono molto contento di costatare come il pensiero di don Lorenzo Milani cammina ancora in coscienze libere come la Sua, in una società ottusa come la nostra che crede di risolvere i problemi gravi che assediano il mondo con il banditesco inganno della guerra preventiva. Grazie (2.12.04, G.Damo)” Due visioni opposte, perché non accettarle entrambe senza intolleranza?
Episodio secondo. Qualche anno fa il cardinale tedesco Lehmann sollevò il problema delle dimissioni del Papa. Possibili, doverose, un servizio alla chiesa? Il canone 332 del Diritto ecclesiastico approvato da Wojtyla appena salito al Pontificato ritiene che il Papa possa dimettersi se espressamente egli lo dichiara. Che Celestino V(12.12.1304) si è dimesso dopo un mese dall’elezione, che Papa Paolo VI nel 1965 lasciò per iscritto la sua sostituibilità in caso di grave malattia, che infine al 1415 il concilio di Basilea depose tre papi: Gregorio XlI, Clemente VIl, Giovanni XXIII (appellativo ripreso nel 1958 da Roncalli) e vi elesse uno suo proprio, Martino V. Reazioni: alcuni mi rimproverarono di aver manipolato la storia e di aver divulgalo fandonie insostenibili. Sottomisi l'articolo ad un arbitrato diretto da· un teologo Centro Studi di Parigi, P. Antonio Perotti.c. s. il quale mi appose di sua mano il seguente giudizio che ancora conservo in calce all’articolo: "Condivido la posizione di P. Michelin nella sua sostanza. Ritengo che un minimo di informazione storica debba essere assicurata se non si vuole fra mezzo secolo chiedere perdono per aver lasciato vivere i credenti in una ignoranza ottusa, senza diritto di parola. Quella di P. Michelin, sebbene contro corrente, fa parte di quelle posizioni coraggiose che diventano oggi sempre più rare nell'ambito della chiesa”. Conclusione: perché temere la cultura, l’informazione, la formazione ad una verità che ci libera e ci matura? La verità non è tale solo se proclamata dall'Autorità.
Terzo episodio. Il 26.9.2002 pubblicai un articolo dal titolo “Radio Maria, tutto vero?". In esso sottolineavo che tutti questi messaggi mariani, con scadenza ad orologio, queste previsioni catastrofiche, questa sete del prodigio lasciava dei dubbi. Il Vangelo non è questo. Anche Gesù fu tentato dal diavolo di fare un miracolo, gettarsi giù dal tempio, non si   sarebbe   rotto nemmeno un ossicino e tutti si sarebbero convertiti al suo verbo. Anche nel caso ricevetti osservazioni. Un’offesa ai tre milioni di radioascoltatori mariani, una svalutazione della pietà popolare, la messa in discussione di verità assodate e da tutti condivise. Succede che il mercoledì 24.02.05 nella trasmissione televisiva “Porta a Porta” il Cardinale di Genova Bertone si esprima così: "Anche a  Medjugorje vi è un eccesso di fanatismo. Cose che hanno poco a che fare con la fede. I miracoli del Vangelo sono di tutt'altro genere.” A tanto dire restano come impagliati scrittori cattolici, tipo Messori e Socci. Il giorno seguente i giornali escono a caratteri cubitali, ma nessuna obbiezione. Mi chiedo: la stessa affermazione espressa dal sottoscritto tre anni or sono è stata contestata, espressa oggi da un Cardinale è stata benedetta. Ma chi ci vieta di utilizzare anche la nostra coscienza che pure può contenere un po' di buon senso e un senso di Dio? Anche Socrate diceva che ogni uomo possiede un pezzetto di verità.
Quarto episodio. Il 10.12.04 in alternativa la signor Melisenda Ramstein scrive che per evitare di arrabbiarsi gli articoli di P. Albino Michelin li salta a piè pari. Fra l'altro asserisce: “Pesta giù duro il nostro missionario anche contro Gesù Cristo. Che arriva dopo Confucio poveretto, e che quindi non può pretendere di essere perfetto anche se Figlio di Dio... Cattivi preti come lui che si permettono fare falsa testimonianza. E l'eccessiva indulgenza dei superiori che non lo richiamano all'ordine.” Rispondo: temo che la signora Ramstein dei miei articoli legga anche le doppie virgole, anzi ci ricama sopra tutti i fiorellini. In effetti essa ricorderà che il 25.6.04 sull’argomento “Costituzione europea non solo dalle radici cristiane" scrissi testualmente che già nel 500 a.C. Confucio proclamava “non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facessero a te”. E aggiunsi: qui non si afferma certo la dipendenza di Gesu’ da Confucio, quanto piuttosto che Dio parla e si rivela attraverso tanti illuminati di ogni tempo che si pongono all'ascolto del suo spirito. Passare da questa limpida ed ortodossa affermazione al divulgare che P. Michelin ha messo fuori corso Gesù Cristo ce ne passa. Il che significa che fra di noi esistono anche denigratori, da cui ci si deve guardare e alle cui denigrazioni va sempre chiesto il testo originale dell'autore. Do ragione invece alla signora Ramstein quando si appella all'Indulgenza dei superiori. Esatto, quando necessario si reclama presso di loro, nel senso che i superiori appartengono all’autorità' ed "autorità" deriva dal verbo augere (=aumentare). Coloro cioè che aumentano carismi, talenti, doti, servizi. Non sempre autorità significa mozzateste. Quando necessario il loro intervento è doveroso, perché anche chi scrive può superare certi limiti. Anche perché non deve dimenticare che è il tono a fare la musica.
 La conclusione di tutto questo colloquio, eccezionalmente personale con i lettori, la affido ad un signore, rappresentante consolare di Zurigo: "lo la leggo perché Lei mi diverte, nel senso buono, non mi fraintenda. Lei mi porta fuori dal solito ripetuto e risaputo che non interessa più a nessuno. Persona di confine, cioè dice se stesso con spirito libero. Molto utile nel nostro attuale contesto perché fornisce elementi di giudizio e profonde motivazioni nel pensare e agire quotidiano senza dispensare a priori ed imporre precetti o divieti. La ringrazio!” Questo giudizio mi richiama a Paolo Apostolo quando scriveva ai Tessalonicesi (5,1) "Esaminate ogni cosa, ritenete ciò che è buono".

Autore:
Albino Michelin
Anno 2005

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