lunedì 25 maggio 2015

CATTOLICI CON LA SINDROME DI PERSECUZIONE

E' da qualche tempo che il cattolicesimo, o meglio una sua componente italiana, sta prendendo una brutta piega sotto la pressioni di certi gruppi tipo "Comunione e Liberazione", "Opus Dei", "Focolarini e Co", diffondendo la cultura del vittimismo. Con degli slogan come: "ridotti all'insignificanza, colpiti da pregiudizi anticattolici, vittime di lobby e complotti anticlericali, le persecuzioni che hanno subito i giudei lungo la storia dobbiamo subirle oggi noi cattolici. Politici, giornalisti, intellettuali tutti contro il cristianesimo". Sta nascendo così la sindrome del martirio, rientriamo tutti nelle catacombe, in trincea a difenderci e all'occorrenza combattere i laicisti, nemici di Dio. Due figure sarebbero emblematiche in materia: Antonio Socci e Rocco Buttiglione. Il primo grida a squarciagola da tutti i tetti di essere un convertito. Se ne vanta e ti sberleffa. Vedi il suo penultimo libro: "Uno strano cristiano”. Dove si esibisce come un tipico talebano cristiano, cioè un manicheo: il bene è tutto dalla sua parte, dalla parte della sua balconata cattolico-conservatrice.  Il male invece sta dalla parte di tutti quelli che non la pensano come lui. L'anno precedente aveva pubblicato un altro libro dal titolo: "i nuovi perseguitati". Intendeva rispondere in tono polemico e apologetico a quello di Jacopo Fò che portava il titolo „Il libro nero del Cristianesimo “. Il Socci vede i sorci verdi e parte all'arrembaggio. Entrambi, due pugili sul ring, estremisti perché scrivono con acredine: Fo contro i cattolici, Socci contro tutti gli altri. Un uomo solo al comando. Nei "Nuovi Perseguitati" il nostro vuole fare del revisionismo storico e racconta delle gran balle. Una samba di numeri gonfiati. Vuole dimostrare, udite udite, che la chiesa non ha mai inventato e usato dell'inquisizione, ha solo costruito "sedie e rotelle per disabili". Che non ha mai indotto alle conversioni forzate sotto pena di decapitazione ma ha portato a tutti la libertà di religione “installando la TV Canale 5”, che non ha mai imbavagliato gli scienziati ma con Pio IX nel Sillabo del1864 si è fatta alfiere della modernità. Il Socci poi favoleggia o furoreggia sul numero di 70 milioni di martiri cristiani in 2000 anni di cui 45 milioni solo nel ventesimo secolo. Da supporre che ci abbia dovuto includere anche le galline e gli animali da cortile appartenenti a qualche discutibile martire santo o beato. Il tutto per aizzare la fantasia del popolino incolto. Vuole dimostrare a tutti i costi che la nostra è oggi la religione più perseguitata del mondo. Si potrebbe rispondere: non certo in Iraq per esempio dove il vice di Saddam era cristiano e dove i seguaci di Gesù sono sempre stati rispettati. Si aggiunga che recenti studi danno non più di qualche migliaio di martiri sotto l'Impero Romano (50 anni fa si parlava di milioni). In tutti i casi si dovrebbe valutare situazione per situazione allo scopo di analizzare quando una persecuzione venne scatenata in odio a Gesù e al suo Vangelo e quando per contrastare gli interessi politici ed economici di certi cristiani. Non tralasciare poi un fatto: la nemesi storica, cioè l'alternanza, la vendetta della storia: ieri a me, oggi a te. Chi la fa l'aspetti. Cioè, banale la supposizione: siccome un tempo i cattolici hanno pure usato pene di morte a scopo religioso, forse oggi ci si vuole restituire la pariglia. La memoria e l'inconscio collettivo sono lenti a morire.  
                                        Excalibur, ovvero dell’orgoglio cattolico.
 A dimostrazione di quanto oggi i cattolici vengano perseguitati dai laici vedasi il ruolo televisivo di Socci: successore del defenestrato Santoro perché (questi) assertore del libero pensiero.  Installatosi al TG2 con la trasmissione “Excalibur”, un cattolicesimo di crociata, militarista, reazionario. Vero portacolori del Neocom (nuovo conservatorismo cattolico). Il nostro conduttore, fra il bigotto e l’oscurantista, senza complessi di inferiorità gonfia il petto quale figura emergente di credente, presenza forte del cattolicesimo, corifeo dell’orgoglio cattolico: proprio un bell’antipasto se questa corrente clericale prendesse pieni poteri sui Media e nelle nostre pubbliche amministrazioni. In Excalibur, che poi è una riedizione dei suoi libri, Socci, occhi strabuzzati al cielo, lucidi, bagnati di commozione, confessa lui pure di aver visto la Madonna, sgrana tanto di corona del rosario davanti ai telespettatori, sostenendo che non bisogna vergognarsi della propria fede, che anzi bisogna mostrarla a tutti.  Anche qui si permetta un'abbiezione: libertà di manifestare le proprie convinzioni religiose sempre, ma con il modo di agire, non con il pontificare a sermoni e con visibilità teatrali; non cioè con la spocchia di dare "lezione" a chi non è dalla nostra parte. Nei suoi scritti e nelle sue trasmissioni Socci si dedica ad un revisionismo (manipolazione) storico del cattolicesimo, trattandoci lutti da sprovveduti.  Ad esempio sostenere che la prima dichiarazione dei diritti dell'uomo è del cattolico F. De Vitoria (1541), teologo spagnolo, che la Rivoluzione Francese è stata un'immane sciagura, che la corrente illuministica del 700 è stata un autentico oscurantismo, mentre solo il Cristianesimo è stato il vero Illuminismo. Insomma costui fa tabacco di tutto. Come si faccia a bere tante panzane è vero miracolo d'ignoranza. Non lo si lasci correre a cane sciolto: i primi diritti dell'uomo sono stati sanciti dal cinese Confucio (550 anni prima di Gesù): "non fare agli altri quello non vuoi gli altri facciano a te". Seguito dal greco Ateniese Clistene (509 a.C.) fondatore della prima democrazia in assoluto. E la rivoluzione francese? Tanta grazia di Dio! Diversamente noi saremmo ancora alla Chiesa della borghesia e dei "Re Sole". Invece essa ha costretto noi cattolici a riprendere in mano quel messaggio evangelico di libertà, fraternità, uguaglianza che avevamo dimenticato. E l'Illuminismo con la sua autonomia della ragione? Se non ci fosse stato saremmo ancora qui obbligati per fede a credere che è ancora il sole a girare attorno alla terra. Ma poi che  stiamo a parlare di pregiudizio anticattolico proprio noi Italia? Dove la Chiesa è nutrita a piene mani dall'attuale Governo con laute sovvenzioni alla scuola confessionale privata, agli oratori parrocchiali, ai videogiochi e ping­ pong cattolici?
           Rocco Buttiglione fuori dall’Europa non perché cattolico ma perché maleducato.
Il caso Buttiglione verificatosi nell’ottobre scorso è l’ultimo, forse il più eclatante di queste contraddizioni. Eletto commissario parlamentare Europeo scomunicò tutto il vecchio continente al grido: "i gay sono peccatori, nessun diritto agli omosessuali, la donna è fatta per stare in casa con i figli, la single è una pessima madre", ecc. Questo è proprio un ritorno di fiamma del vecchio integralismo cattolico. Certo una rivincita platonica sul mancato inserimento delle radici cristiane nella Costituzione Europea. Finiti i roghi fisici, accendiamo quelli morali. Come noto, il Parlamento europeo lo mandò a casa. Immediata la reazione dei cattolici (della sua linea); fondamentalismo laicista, che non concede libertà di pensiero e di espressione, inquisizione contro la nuova strega, totalitarismo strisciante che arriva nel continente. Il Ministro Tremaglia, nostro rappresentante degli italiani emigrati, vi aggiunse del suo: "Buttiglione ha perso perché in Europa la maggioranza è dei culattoni “. E il Cardinale Martino, rappresentante vaticano all'Onu, meno scurrile, rimane sulla stessa linea: "inquisizione contro i cattolici". Ci diamo un tentativo di risposta? Primo: chi riveste cariche pubbliche rappresenta tutti. Se Buttiglione vuole fare il savonarola vada in chiesa o al Meeting di Rimini, Comunione-Liberazione, e colà esprima le sue convinzioni religiose e le sue minacce apocalittiche. Ma in Parlamento europeo non vanno aggredite delle legislazioni straniere che hanno diversi intendimenti. Est modus in rebus c’è un modo nelle cose, un tono da utilizzare a secondo delle diverse situazioni. Secondo: chi riveste una carica pubblica non puo’ pretendere che le proprie convinzioni religiose vengano codificate in costituzioni, leggi, ordinamenti giuridici e relative sanzioni. Qui Buttiglione e Co. possono dare la mano ai fondamentalisti islamici: non si dimentichi che le entrambe componenti fondamentaliste di queste religioni hanno fatto del gran male all’umanità. Terzo: prima di fare il predicatore Buttiglione vada studiarsi il catechismo.  Egli cattolico (che definisce peccatori i gay) dovrebbe sapere che per fare un peccato occorrono tre condizioni: a) materia grave, b) piena avvertenza, c) deliberato consenso. Ora che l’omosessualità nativa (Dna) sia materia grave è discutibile. Che l’omosessuale abbia piena avvertenza del suo stato e del suo operato? Si e no, se la sua è una condizione di natura. Deliberato consenso? Consenso si, deliberato molto meno. Così con il suo anatema Buttiglione tenta di confondere i poveri cattolici, di cui abbiamo compassione perché privi di strumenti culturali a loro difesa. Ma gli addetti di chiesa aiutano in questo senso o lasciano pescare nel torbido? Quarto: ammesso e non concesso che l'omosessuale sia un peccatore, perché Buttiglione non si scaglia anche contro altri peccatori, più impenitenti, quelli che non santificano  il giorno di festa , o altri (addirittura membri del Governo) che si mantengono un harem di donne , secondo il più collaudato modello della famiglia cristiana tradizionale italiana, e vanno bellamente alla Comunione, prelati compiacenti, mentre certe povere coppie divorziate di paese si vedono privare dell'ostia a piè pari dai loro parroci?. Quinto: non esiste un pregiudizio anticristiano, ma concediamo esista in parte uno anticattolico. Nel senso, che alcune prescrizioni uscite negli ultimi anni dal Vaticano definiscono "chiesuole" le confessioni non cattoliche, come la protestante, proibendo l'intercelebrazione cattolico-protestante, e quindi creando nel mondo appartenente a quella confessione diffidenza e reazione nei nostri confronti. Ma qui sono i cattolici che si tirano la zappa sui piedi. Il cattolicesimo deve farsi anche credibile nel senso che, pur rivendicando la propria libertà e il diritto di autodefinizione, non dovrebbe dare la sensazione di superiorità nei confronti degli altri. Dunque non piangiamoci addosso, non possiamo creare un mondo perfetto in cui lutti la pensino come noi. La fede è anche un dono per gli altri. 

Autore:
Albino Michelin
26.11.2004 

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