Il
13 marzo 2015 papa Bergoglio ha annunciato un anno santo fuori programma ”Giubileo
della Misericordia”, con inizio a dicembre sino alla fine di novembre dell’anno
seguente. Una prassi iniziata nel 1300 da Bonifacio VIII, arrivata al numero 30.
Le radici comunque risalgono ad una abitudine religioso-sociale del popolo
ebraico alcuni secoli prima di Cristo. Subito la nostra civiltà dei consumi ha
esternato il suo entusiasmo. Renzi, presidente del Consiglio:” buona notizia, l’Italia
farà la sua parte.” Franceschini, ministro dei beni culturali:” due eventi di
carattere mondiale con milioni di persone, L’Expo e il Giubileo.” Marino, sindaco
di Roma:” occasione che porterà un balzo in avanti al Pil di Roma”. Il prelato
Mons. Fisichella incaricato vaticano per il coordinamento, presidente della
Nuova evangelizzazione, quello che nel 2013 aveva minimizzato una bestemmia di
Berlusconi alla TV:” la macchina organizzativa è già in movimento” Tutte
espressioni che vengono a falsare le intenzioni di fondo di papa Francesco. Le
reazioni a questo annuncio sono state di segno opposto. Anzitutto dal gruppo
conservatore della Curia Vaticana, quello che Bergoglio ha definito l’ultima corte
d’Europa, che invece di Misericordia si attendeva un altro messaggio:” Giubileo
della verità”, praticamente sui principi non negoziabili. E giù attraverso un
certo settore dei vescovi fino ai cattolici e gruppi tradizionalisti che
nemmeno hanno divulgato l’evento attraverso i loro blog e twitter. Sembra quasi
che a loro stoni o sia controproducente parlare di misericordia di Dio nei
singoli e nel mondo. Per loro oggi necessita ritornare al Dio Giudice, al diluvio
universale, ai terrori dell’apocalisse. Non del Gesu’ buon Samaritano, della
pecora smarrita, del banchetto del Regno cui tutti sono invitati, della
moltiplicazione dei pani per le folle affamate, del perdonare 70 volte 7. Indubbiamente
una misericordia senza giustizia diventa liquidazione delle regole, ma una
giustizia senza misericordia diventa una tortura. Dall’altra parte della chiesa,
quella riformatrice, all’annuncio fu data grande accoglienza, segno e sogno di
speranza. Capofila il Cardinal Kasper che disse: “non sarà la stessa cosa dei giubilei
precedenti”. Molti ricordano i risultati dell’ultimo, celebrato nel 2000. Con
Papa Wojtyla a Roma tanta spettacolarità, poca spiritualità’, esaltazione della
monarchia papale, di Roma capitale del Cattolicesimo, del romanocentrismo
clericale ed ecclesiale, dei papaboys che hanno lasciato lordi campeggi e strapazzati
i campi di accoglienza. Il senso di questo giubileo va capito nel primo “buonasera”
dato al Mondo da parte di Bergoglio, che non si è definito papa ma vescovo di
Roma e animatore della chiesa universale. Ciò che Roma è stata fin’ora centro
del cattolicesimo deve spostare il suo asse. Centro del cattolicesimo ogni
diocesi, ogni parrocchia, ogni comunità che si ispira al vangelo in una
comunione di intenti. Quindi la gente non ha da andare a Roma per organizzarsi
pellegrinaggi nei luoghi santi, acquistare indulgenze, lavare i propri peccati,
bearsi tra fiumi d’incenso, ma andare alle periferie del mondo e della propria
coscienza. Questi i veri luoghi santi. Quindi non vi sono nuovi alberghi da costruire
a Roma per i pellegrini e turisti dell’evento, caso mai costruire abitazioni
decenti nelle periferie del mondo al posto delle baracche e favellas. E per i
devoti che desiderano indulgenze e confessioni, ogni chiesa del mondo non solo
quelle di Roma, ogni prete non solo i penitenzieri sampietrini puo’ incaricarsi
a tale ruolo. Certo un giubileo non deve ridursi solo ad una rivalutazione
mediatrice del tradizionale ruolo del prete, cioè “bella confessione” e l’anima
torna in pace. L’anima non puo’ stare in pace finché la sua ansia non s’impegna
nel sociale e in questa società dello scarto. Il discorso sull’attualità non
deve però dimenticare la lontana origine storica dell’anno santo. Lo si legge
nel libro Levitico della Bibbia (25,10-14):” ogni 50 anni vanno condonati tutti
i debiti dei poveri, liberati gli schiavi, va ridistribuita la terra, la terra
va messa a riposo per un anno per ricostituire la fertilità. ”Si nota fra gli
ebrei che il primo giubileo è sorto come solidarietà per le fasce più deboli ,
giustizia sociale, rispetto della natura e dell’ambiente, strumento per evitare
sfruttamento .La terra è di Dio, ma per tutti, secondo la tesi di un bel libro
di Giovanni Franzoni, pubblicato per il giubileo del 1975.Che dopo il primo
anno santo ufficiale del 1300 esso sia
diventato occasione per buoni affari, tasse pro basiliche, lusso di caste ciò non appartiene allo spirito
fondante ma all’infedeltà degli uomini preposti. Va Ricuperata quindi la sana laicità
delle origini, per cui i veri luoghi dell’anno santo 2016 dovrebbero essere gli
ospedali da campo, come Papa Francesco definisce oggi la chiesa. Perciò i
luoghi della pacificazione, della riconciliazione con i paesi colonizzati,
della restituzione dei beni confiscati dovrebbero essere quelli dall’Iraq al
Sudamerica, dalla Siria al Mozambico, dall’Africa al Messico, dai campi rom ai lager
di tortura, dalla tomba di Luther Martin King a quella di Oscar Romero, il
vescovo salvadoregno ucciso sull’altare dai miliziani governativi perché difensore
dei diritti dei poveri. Una domanda legittima è sul perché Bergoglio abbia
scelto proprio quest’anno per tale giubileo. Probabilmente per due motivi: il
primo perché in autunno vi saranno le conclusioni del Sinodo sulla Famiglia ed
egli vorrebbe maggior apertura, comprensione e misericordia nei confronti dei divorziati,
coppie di fatto e comunione a loro di fronte ad una chiesa tradizionale che
vorrebbe solo intransigenza e chiusura. Il secondo motivo perché prevede di non
avere molto tempo da vivere e che il suo pontificato sarà breve. Certo 78 anni
sono già una bella età e non si sa sino a quando verve e salute lo sosterranno.
Con il rischio che le sue riforme finiscano tutte in aborto e bolle si sapone. Certo
che se il giubileo della misericordia diventasse il solito evento mediatico da
produrre solo rumore, confusioni, profitto, affari, business e kermesse, con frustrazione
nel mondo dei poveri, se in esso dovesse prevalere l’aspetto magico sacrale, il
rito sterilizzante, l’estetica autoreferenziale allora l’Anno santo 2016 sarebbe
un’altra occasione sprecata, un fiasco per papa Francesco e per tutta la chiesa.
Autore:
Albino Michelin
Anno 2015
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