lunedì 4 maggio 2015

ANNO SANTO 2016: DA ROMA ALLE PERIFERIE DEL MONDO



Il 13 marzo 2015 papa Bergoglio ha annunciato un anno santo fuori programma ”Giubileo della Misericordia”, con inizio a dicembre sino alla fine di novembre dell’anno seguente. Una prassi iniziata nel 1300 da Bonifacio VIII, arrivata al numero 30. Le radici comunque risalgono ad una abitudine religioso-sociale del popolo ebraico alcuni secoli prima di Cristo. Subito la nostra civiltà dei consumi ha esternato il suo entusiasmo. Renzi, presidente del Consiglio:” buona notizia, l’Italia farà la sua parte.” Franceschini, ministro dei beni culturali:” due eventi di carattere mondiale con milioni di persone, L’Expo e il Giubileo.” Marino, sindaco di Roma:” occasione che porterà un balzo in avanti al Pil di Roma”. Il prelato Mons. Fisichella incaricato vaticano per il coordinamento, presidente della Nuova evangelizzazione, quello che nel 2013 aveva minimizzato una bestemmia di Berlusconi alla TV:” la macchina organizzativa è già in movimento” Tutte espressioni che vengono a falsare le intenzioni di fondo di papa Francesco. Le reazioni a questo annuncio sono state di segno opposto. Anzitutto dal gruppo conservatore della Curia Vaticana, quello che Bergoglio ha definito l’ultima corte d’Europa, che invece di Misericordia si attendeva un altro messaggio:” Giubileo della verità”, praticamente sui principi non negoziabili. E giù attraverso un certo settore dei vescovi fino ai cattolici e gruppi tradizionalisti che nemmeno hanno divulgato l’evento attraverso i loro blog e twitter. Sembra quasi che a loro stoni o sia controproducente parlare di misericordia di Dio nei singoli e nel mondo. Per loro oggi necessita ritornare al Dio Giudice, al diluvio universale, ai terrori dell’apocalisse. Non del Gesu’ buon Samaritano, della pecora smarrita, del banchetto del Regno cui tutti sono invitati, della moltiplicazione dei pani per le folle affamate, del perdonare 70 volte 7. Indubbiamente una misericordia senza giustizia diventa liquidazione delle regole, ma una giustizia senza misericordia diventa una tortura. Dall’altra parte della chiesa, quella riformatrice, all’annuncio fu data grande accoglienza, segno e sogno di speranza. Capofila il Cardinal Kasper che disse: “non sarà la stessa cosa dei giubilei precedenti”. Molti ricordano i risultati dell’ultimo, celebrato nel 2000. Con Papa Wojtyla a Roma tanta spettacolarità, poca spiritualità’, esaltazione della monarchia papale, di Roma capitale del Cattolicesimo, del romanocentrismo clericale ed ecclesiale, dei papaboys che hanno lasciato lordi campeggi e strapazzati i campi di accoglienza. Il senso di questo giubileo va capito nel primo “buonasera” dato al Mondo da parte di Bergoglio, che non si è definito papa ma vescovo di Roma e animatore della chiesa universale. Ciò che Roma è stata fin’ora centro del cattolicesimo deve spostare il suo asse. Centro del cattolicesimo ogni diocesi, ogni parrocchia, ogni comunità che si ispira al vangelo in una comunione di intenti. Quindi la gente non ha da andare a Roma per organizzarsi pellegrinaggi nei luoghi santi, acquistare indulgenze, lavare i propri peccati, bearsi tra fiumi d’incenso, ma andare alle periferie del mondo e della propria coscienza. Questi i veri luoghi santi. Quindi non vi sono nuovi alberghi da costruire a Roma per i pellegrini e turisti dell’evento, caso mai costruire abitazioni decenti nelle periferie del mondo al posto delle baracche e favellas. E per i devoti che desiderano indulgenze e confessioni, ogni chiesa del mondo non solo quelle di Roma, ogni prete non solo i penitenzieri sampietrini puo’ incaricarsi a tale ruolo. Certo un giubileo non deve ridursi solo ad una rivalutazione mediatrice del tradizionale ruolo del prete, cioè “bella confessione” e l’anima torna in pace. L’anima non puo’ stare in pace finché la sua ansia non s’impegna nel sociale e in questa società dello scarto. Il discorso sull’attualità non deve però dimenticare la lontana origine storica dell’anno santo. Lo si legge nel libro Levitico della Bibbia (25,10-14):” ogni 50 anni vanno condonati tutti i debiti dei poveri, liberati gli schiavi, va ridistribuita la terra, la terra va messa a riposo per un anno per ricostituire la fertilità. ”Si nota fra gli ebrei che il primo giubileo è sorto come solidarietà per le fasce più deboli , giustizia sociale, rispetto della natura e dell’ambiente, strumento per evitare sfruttamento .La terra è di Dio, ma per tutti, secondo la tesi di un bel libro di Giovanni Franzoni, pubblicato per il giubileo del 1975.Che dopo il primo anno santo ufficiale del 1300  esso sia diventato occasione per buoni affari,  tasse pro basiliche,  lusso di caste ciò non appartiene allo spirito fondante ma all’infedeltà degli uomini preposti. Va Ricuperata quindi la sana laicità delle origini, per cui i veri luoghi dell’anno santo 2016 dovrebbero essere gli ospedali da campo, come Papa Francesco definisce oggi la chiesa. Perciò i luoghi della pacificazione, della riconciliazione con i paesi colonizzati, della restituzione dei beni confiscati dovrebbero essere quelli dall’Iraq al Sudamerica, dalla Siria al Mozambico, dall’Africa al Messico, dai campi rom ai lager di tortura, dalla tomba di Luther Martin King a quella di Oscar Romero, il vescovo salvadoregno ucciso sull’altare dai miliziani governativi perché difensore dei diritti dei poveri. Una domanda legittima è sul perché Bergoglio abbia scelto proprio quest’anno per tale giubileo. Probabilmente per due motivi: il primo perché in autunno vi saranno le conclusioni del Sinodo sulla Famiglia ed egli vorrebbe maggior apertura, comprensione e misericordia nei confronti dei divorziati, coppie di fatto e comunione a loro di fronte ad una chiesa tradizionale che vorrebbe solo intransigenza e chiusura. Il secondo motivo perché prevede di non avere molto tempo da vivere e che il suo pontificato sarà breve. Certo 78 anni sono già una bella età e non si sa sino a quando verve e salute lo sosterranno. Con il rischio che le sue riforme finiscano tutte in aborto e bolle si sapone. Certo che se il giubileo della misericordia diventasse il solito evento mediatico da produrre solo rumore, confusioni, profitto, affari, business e kermesse, con frustrazione nel mondo dei poveri, se in esso dovesse prevalere l’aspetto magico sacrale, il rito sterilizzante, l’estetica autoreferenziale allora l’Anno santo 2016 sarebbe un’altra occasione sprecata, un fiasco per papa Francesco e per tutta la chiesa.

Autore:
Albino Michelin
Anno 2015

Nessun commento:

Posta un commento