sabato 2 maggio 2015

COME TI INVENTO UN MUSULMANO

 Recentemente abbiamo visto in diverse televisioni le squallide immagini di una rissa plateale contro il musulmano Adel Smith, inscenata da certo signor Pelanda presso la sede Teleserenissima di Padova e qualche sera più tardi un massiccio lancio d'uova contro lo stesso presso l'emittente Telenova di Verona, organizzato da ·un gruppo di giovani penetrati beatamente nel locale. Orbene in Italia pensare ai musulmani e ai loro leaders significa ancora pensare ad Adel Smith. Certo nessuno si sogna a difendere un personaggio provocatorio ed arrogante, ambiguo sul terrorismo e viscerale settario. Però queste gazzarre nei confronti di un figuro che da tempo televisioni nazionali e private si dilettano ad ammanire al popolo tutto per aumentare l'audience, hanno fatto di lui per l'ennesima volta un martire dell'islam. La prima pubblica vittima del clima islamofobo che sta montando nel nostro Paese. E' un fatto grave perché l’lslam italiano esprime ben altre personalità e ha diritto a ben altre rappresentanze. Cosa però che molti non vogliono riconoscere e preferiscono condurre una strategia di comunicazione religioso-culturale-politica lucidamente tesa a costruire un’immagine avvilente ed inquietante dell'lslam stesso, occultando e relativizzando invece le sue componenti migliori e reali, impegnate ad una convivenza pacifica nel nostro territorio. Fra questi molti vanno purtroppo inclusi anche alcuni esponenti cattolici, non esclusi alti prelati, i quali pur degnissimi in altri settori pastorali, in questo però del rapporto Occidente-Cristianesimo-lslam hanno già a suo tempo innescato una miccia di un pericoloso deterioramento. Anzitutto, una domanda: da chi e perché si è potuto scovare fuori questo elemento nella persona di Adel Smith? Perché i soliti noti hanno preferito un eccentrico, un guastatore, un incendiario?  Tutti e da tempo si sapeva che costui era il presidente dell'Umi (Unione Musulmani d'Italia), che raccoglie poche decine di membri e non ha nessun rapporto con le grandi e riconosciute strutture islamiche operanti in Italia. Si sapeva di un tipo bizzarro che aveva già scritto al Papa perché si convertisse a Maometto e abbandonasse la religione idolatria, politeista, cattolica e che aveva inoltrato la pretesa di distruggere un affresco quattrocentesco nella cattedrale di Bologna raffigurante il profeta Maometto all’inferno. Cose che si sapevano da tempo, eppure tutto inutile. Una sera Smith fu invitato a "Porta a Porta" ed ebbe cosi l’occasione della sua vita. Finalmente di fronte a milioni di italiani poté sparare il suo colpo ad effetto, la battuta volgare sul crocefisso che altro non sarebbe se non l'immagine di un cadavere in miniatura. Apriti o cielo! Dopo avergli steso tappeti rossi, tutti, a partire da Bruno Vespa (vittima o artefice del caso?), si stracciarono le vesti e gridarono sgomenti allo scandalo. Razzisti da polenta e luganeghe e politici di quart'ordine si sono resi conto di avere il personaggio da sempre cercato: è cosi che ti invento il musulmano per sputtanare l’islamico, per rendere l'Islam responsabile del rogo Torri Gemelle, per dargliela in testa a questa pestifera razza, per pianificargli una guerra futura, magari iniziare un domani dagli arabi. Disegno occulto di una nuova crociata e forse proprio per questo il macellaio Abel Smith, vera mina vagante, gira tutt'ora per l’Italia: invitato e strumentalizzato ospite d'onore dai vari mass-media. Una vera manna per la Tv spazzatura, Rai inclusa. Il mea culpa se lo devono battere sul petto queste istituzioni, cosi leste ad eliminare un Biagi, un Santoro, un Luttazzi, e così insensibili ad una vera etica della convivenza, al senso di una civiltà occidentale conclamata come superiore. A queste situazioni necessitano mediatori islamici onesti, competenti e moderati. Fa difetto presso le nostre TV una deontologia, cioè una morale tesa a ragionare più che a creare schieramenti, a cogliere le difficoltà più che ad individuare il nemico. Diversamente è meglio chiudere il telecomando e andare a vedere "Vacanze sul Nilo", film ignobile, però meno malefico dei presuntuosi talk show sui massimi sistemi della politica e della religione. E sempre sulla faccenda in questione una seconda domanda. Se invece dello stravagante maomettano Smith in quelle emittenti televisive fosse stato linciato un qualunque portaparola ebraico che cosa sarebbe successo? Tutte le loro eminenze avrebbero gridato alla barbarie, avrebbero esigito un'inchiesta parlamentare, avrebbero chiamato a raccolta girotondi di protesta in tutte le piazze. Per il musulmano cazzottato nessuno si è mosso né plebei né senatori, tutti addosso all'untore. Come nel1934 si è iniziato con l'antisemitismo che non sia ora il turno dell'antislamismo?
In tale ambiente surriscaldato forse vale la pena anche dal punto di vista dei cattolici evitare gesti, riti, attitudini che possano prestarsi ad interpretazioni provocatorie. Nobili intenzioni. Ma non gettiamo benzina sul fuoco. E qui ci si collega al frate cappuccino Marco d'Aviano nato in questo paese a nord ovest di Pordenone. Sotto il Monte Cavallo, in Friuli). La gente ovviamente si chiederà "Carneade, chi era costui"? L'11 settembre 1683 oltre 300 mila guerrieri islamici assediano Vienna. Il frate, consigliere di Leopoldo d'Austria, si improvvisa poliglotta, chiama a raccolta la cristianità tutta, fa inserire l'immagine della Madonna nelle insegne militari, conduce le truppe all'assalto finale brandendo un'enorme croce di legno contro il cielo, grido di battaglia e sfida del coraggio disarmato allo strapotere del nemico infedele di Maometto. l seguaci di Allah tutti stesi sul campo o in fuga precipitosa, vittoria totale del Dio dei cristiani. E il cappuccino frate Marco d'Aviano proclamato beato dal papa domenica 27 aprile 2003.Oggi l’inquietudine crescente per le sfide dell'lslam riporta l'attenzione su questo predicatore dimenticato. Ovviamente si è organizzato tutto un battage pubblicitario, rilanciato il romanzo di Carlo Sgorlon, G. Baiocchi giornalista della Rai ne ricostrui’ la storia, nero su bianco, con visione tutta innocenta, R. Martinelli ne uscì con un film dagli effetti spettacolari. Il tutto per affermare l'identità dell'occidente di fronte al nuovo invasore arabo e al suo fanatismo "Popolo friulano, Fogolar Furlan, di grazia alza la testa ed accenna rispettosa ma ferma protesta! Non tirar fuori in questo momento scheletri dall'armadio. Il nostro frate rimasto in silenzio per 303 anni, non nuocerebbe a nessuno se in lista d'attesa ci rimanesse ancora qualche tempo. Perché tanta impazienza in questo momento di tensioni? A che pro riaprire vecchie ferite, rinverdire certi allori, inneggiare a discutibili peana di vittoria? Anche S. Paolo diceva: "tutto buono, ma non tutto giova!" Aviano ospita già una base aerea militare pronta a lanciare le sue bocche di fuoco versoi focolari di guerra islamici. Si smilitarizzi prima questo campo di morte e poi si costruisca un monumento al beato Marco d'Aviano, se miracolo di pace sarà. Questa è l'opportunità da cogliere. Non si sfruttino i santi per dividere i popoli! Come sopra accennato nel 1934 si è coltivato un humus fatto di politica, di cultura di religione contro gli ebrei. E fu l'olocausto. Oggi dai vari Smith ai Marco d'Aviano si sta attizzando un altro fuoco contro l'lslam. Ma qui forse non ci saranno né vincitori, né vinti. Saremo tutti perdenti, l'umanità del futuro compresa.

Autore:
Albino Michelin
21.02.2003

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