giovedì 7 maggio 2015

I CIBI TRANSGENICI. VELENI PER TUTTI I GUSTI ?

Noi siamo ciò che mangiamo, antica massima ante Cristo enunciata dal medico greco lppocrate. Non è sufficiente alimentarsi bisogna sapere anche come e perché. Esistono diversi livelli di fame, come gradi diversi garanzia alimentare. La fame non si sazia con qualsiasi tipo di cibo ma attraverso l’energia vitale in esso contenuto. E puo’ succedere che causa contaminazioni di natura fisica, chimica, biologica tale energia sia scomparsa. Per cui si mangia tanto fino ad abbuffarsi ma non ci si nutre, ma si arrischia di avvelenarsi. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l'attuale dibattito sui cibi transgenici, scientificamente detti organismi geneticamente modificati (OGM). Si tratta di vegetali, piante, frutti, legumi, cereali, commestibili, ecc. (tralasciamo qui gli animali) modificati nei loro geni per l'introduzione di altri provenienti da altro tipo di vegetale.
Il gene è una parte del DNA (sigla che significa acido desossiribo nucleico) di ogni realtà vivente che ne contiene programmazione e caratteristiche specifiche. Ad esempio patata transgenica è quella che ha ricevuto un gene prelevato dal bucaneve, un fiore. Soia transgenica è un commestibile che ha ricevuto tre geni diversi ed estranei, uno dei quali provenienti da un batterio. Pertanto   al   momento   attuale   è   molto rischioso modificare il DNA di un prodotto introducendogli il gene di un altro vegetale vivente, in quanto non sono conosciute le combinazioni e le reazioni provenienti dalle stesse soprattutto a lungo termine. In effetti sono già state registrate intossicazioni, indebolimento delle difese immunitarie, allergie. Rilevante quella causata dalla soia prodotta da un gene di noce in Brasile.  Attualmente le principali piante transgeniche commerciabili nel mondo sono: cotone, lino, mais, soia, patate, pomodori, radicchi, ravizzoni, tabacco, zucchini, meloni.
                                                   Grossi interessi economici
Non tutti sanno e quindi tutti dovrebbero sapere che qualsiasi coltivazione transgenica è contrassegnata da una serie di brevetti. Prendiamo come esempio la Monsanto che detiene l'esclusiva delle sementi di soia. Chiunque nelle varie parti del continente desideri acquistare o commerciare questa semente deve pagare una tassa sul brevetto alla su citata multinazionale americana, da applicarsi anche sui figli e sui nipoti, cioè se l’anno successivo si vuole riservare una parte del raccolto per una ulteriore seminagione si deve ripagare il brevetto e questo per 15-20 anni a seconda degli accordi. Una schiavitù che non può venire spacciata come soluzione del problema fame. Attualmente, sempre la Monsanto, incassa ogni anno 800 milioni di dollari per lo spaccio brevetto soia. Guadagnati, meritati o rubati? E questo è anche uno dei motivi per cui il congresso mondiale sull’agricoltura svoltosi a Cancan Messico nel settembre 2003 è stato mandato in fallimento e proprio nei paesi poveri i quali all'organizzazione mondiale del commercio hanno gridato: "Questo mondo non è in vendita, gli alimenti non sono merci ma vita, e la vita non può essere venduta. Rivendichiamo la nostra sovranità alimentare". Inoltre va specificato che il brevetto non appartiene al proprietario di una pianta vegetale, frutto, ecc., ma a colui che ne scopre le caratteristiche e il gene. E questo è un vero capestro al collo dei Paesi terzi dettato dalle multinazionali, (la già citata) Monsanto, Novartis (la maggiore biotecnologia europea proveniente dalla fusione Ciba, Sandoz di Basilea), la Bayer ecc., le quali detengono il monopolio mondiale di certi settori alimentari e ci tengono in pugno tutto e tutti.
                                                    Sfatare i luoghi comuni
 In materia circolano le piu’ strane informazioni e spot pubblicitari sulle quali però dovremmo esercitare maggiore spirito critico. 1) l cibi transgenici risolvono la fame nel mondo? Pare sia falso, anzi sia vero il contrario. Potrebbe aumentare la fame nel mondo, la fame di chi già la patisce. Il cibo prodotto nel mondo sarebbe già sufficiente per sfamare l'umanità. Il problema non è la mancanza di cibo ma la sua iniqua distribuzione. Chi ha fame non ha il denaro sufficiente per acquistare il cibo. Spesso nei vari continenti del mondo vengono distrutti ingenti quantità di generi alimentari che si potrebbero invece distribuire agli affamati. Da anni presso di noi in Europa si litiga sugli esuberi di produzione. Siamo persino arrivati a pagare chi pur avendo un rilevante allevamento di mucche si astenga dal produrre latte, agrumi e quant'altro. Nessuna posizione preconcetta, ma valutare i rischi e i benefici di questa operazione si impone nell’interesse non tanto del mercato, quanto del bene comune. 2) Molti scienziati sono favorevoli? Si’, però dipende anche da chi stanno al servizio, da chi li foraggia, di quale padrone sono portavoce. E' logico che i premi Nobel stipendiati dalle multinazionali non possono dare loro parere sfavorevole. Non si può pretendere che il nostro premio Nobel Dulbecco faccia le scarpe alla Novartis. Si troverebbe anche lui in mezzo ad una strada. 3) Le ripercussioni sull'ambiente? Ancora sconosciute. Non si sa che cosa potrebbe accadere in tempi brevi, medi, lunghi e per le future generazioni. Eventuali effetti nefasti dei transgenici non si possono più ritirare anche se si dovessero costatare danni irreparabili. Tali organismi non sono chimici ma viventi e si moltiplicano continuamente arrivando a contaminare teoricamente tutto il pianeta terra. 4) La selezione naturale non è ovunque praticata? Vero, l'uomo ha sempre selezionato piante e vegetali per produrre di piu’ e meglio però quando la selezione avviene tramite incroci della stessa specie. Nel caso contrario di naturale non vi è nulla. In natura non avverrà mai che la fragola s'incroci con una patata e un biancospino con un pesce. 5) Anche il Vaticano ha aperto ai cibi transgenici. Si’, anzi li ha indicati come rimedio efficace a combattere la fame nel mondo. Gli Usa hanno fatto addirittura pressing verso di esso pèr ottenere il placet. Radio Vaticana si dichiara favorevole a patto che ci sia la verifica del rischio e ci si attenga al principio di precauzione. Questa posizione ha suscitato parecchie reazioni, anzitutto dall’Istituto Biologico Italiano per la penuria di argomenti scientifici. In secondo luogo da molti componenti cattoliche: dai missionari comboniani ad esempio per i quali i rischi in questo settore sono a tutto campo. Da molti teologi che indirizzano al Vaticano stesso obbiezioni assai pesanti. Come quella della natura e della legge naturale. Cioè la gerarchia cattolica insegna che la natura va sempre rispettata, mai manipolata o intralciata.  Cosi ad esempio non si debbono usare i preservativi per regolare le nascite in quanto si blocca un processo della natura. Si pecca contro la sua legge che è fissa, eterna, immutabile, per niente evolutiva, da Dio prestabilita. Qui invece si sostiene che con i transgenici si può intervenire, si può superare i limiti della natura, la si può manipolare. Ovvio che questi teologi cattolici chiedono al Vaticano maggior chiarezza, meno equilibrismo, meno piedi su due scarpe né pesi diversi per la stessa· misura. Si dica cioè chiaramente che cosa si debba intendere per "Natura e Legge naturale” Una conclusione? Vivere la spiritualità e la salute umana nell'ambito alimentare significa non mettere a repentaglio la vita degli esseri umani e l'integrità del pianeta causa i nostri insaziabili interessi finanziari.

Autore:
Albino Michelin
03.10.2003

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