sabato 23 maggio 2015

BERLUSCONISMO UNA FILOSOFIA DI VITA

In questi tempi stanno aumentando degli inediti neologismi, cioè nuove espressioni riferentisi all’influsso sulla società di determinate persone pubbliche dello spettacolo e della politica e relativi ruoli: ad esempio Bonolismo (da Bonolis), Fazismo (da Fazio), ed infiniti altri. Così è del Berlusconismo e sopra tutti. Qui non interessa ovviamente fare della propaganda politica né discutere il comportamento personale di un singolo individuo, quanto piuttosto il ruolo, il suo impatto con il reale, e quindi la nascita o il rafforzamento di una filosofia di vita che permea e cambia tutte le varie componenti della nostra esistenza: la politica, la sociale, la mediatica, la religiosa e quant'altro. In primo luogo una filosofia politica: cioè ognuno prima di tutto faccia i propri interessi. E da questo punto di vista senz'altro l’attuale legislatura passerà sotto il nome di Berlusconismo: fare politica prevalentemente nell'interesse proprio, dei propri amici e dei ceti medio-alti. Infatti fin dall'inizio il nostro Capo di Governo eliminò l'imposta sulle donazioni e sulle successioni, depenalizzò il falso in bilancio, legalizzò il rientro dei capitali esportati illegalmente, diede il via ad una serie di condoni e sanatorie, tergiversò sulle rogatorie internazionali e sul mandato di cattura europeo per difendersi dalle persecuzioni della magistratura, autorizzò la sospensione e il trasferimento dei processi per legittimo sospetto, ridusse i termini di prescrizione con intento di salvare qualche suo amico, nel caso Previti. Inevitabile quindi che in questo modo si finisca anche con offendere lo spirito della Costituzione, come dimostrano i numero di casi bocciati dal Capo dello Stato e rinviati al Parlamento, conferma che in Italia le basi della convivenza sociale e politica interessano poco, possono venire addirittura sconvolte. Il Berlusconismo quindi inteso come programma e filosofia politica mette a repentaglio un po’ tutto, favorendo cosi l’illegalità. 
                                                           Primo: fare i propri interessi.
 Di qui ne soffre il bene comune. Visto che la ricerca del bene comune è il principio cardine della democrazia moderna nonché dell'insegnamento sociale della chiesa, cui il Berlusconismo a parole continuamente si appella, appare subito quanto tale filosofia sia lontana dall'uno e dall'altra. Infatti la concezione neoliberista cui esso si ispira lo spinge all'opposto a privilegiare gli interessi personali privati e a concepire il bene comune come la somma del benessere degli individui. Favorisce perciò i ceti medio-alti piuttosto che le fasce deboli della popolazione, nella persuasione che se i ricchi stanno meglio anche i poveri ne trarranno vantaggio. E qui la sveglia deve suonare anche per i cattolici che lo ritengono in linea con la dottrina sociale della chiesa solo perché Berlusconi ha approvato la legge sulle procreazione assistita, si oppone al riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, finanzia gli oratori parrocchiali, si batte per la santità della famiglia italiana, cioè prolifica, unità indissolubile. Eppure tanta morale ci viene da un pubblico divorziato con cinque figli, due dalla   prima moglie, tre dalla seconda. E anche qualche comunione in chiesa, quale rappresentante della religione ufficiale, ogni tanto se la consente. Sempre in armonia con le gerarchie cattoliche che non gli si permettono nemmeno un benevolo buffetto a fronte di una eccessiva severità nei riguardi dei divorzi della gente comune. Ma tutto fa brodo per arruolare voti cattolici. Però si badi, questa filosofia non è solo del nostro Silvio, ma di ogni parlamentare di destra e di sinistra, di ogni militante o colore diverso. In effetti si apra la Tv e si sentiranno richiami di elogio alla voce del Papa, alla Madonna delle lacrime, ai segreti di Fatima, a P. Pio. Questo per noi è un modus vivendi. Si chiama clericalismo senza fede. Vi sono secondo questa filosofia oggi piu’ clericali non credenti, che credenti tout-court, o credenti anticlericali. Anzi questi a parlare farebbero una brutta fine, sia a livello professionale che a livello d'immagine. Conviene diffidare di questa filosofia che si candida ovunque e specie in politica a difendere e rappresentare le istanze deIla fede e della comunità cattolica, si batte per la compattezza dottrinale dei cattolici italiani, non tanto per amore di Gesù Cristo e del suo Vangelo, ma per ampliare il proprio consenso elettorale.  Questo Berlusconismo insito in tutta la società e non solo italiana rappresenta uno dei fattori più 'pericolosi dell'attuale scristianizzazione.  
                                                          Secondo: non pensare           
Accanto al fattore politico, un po’ padre e un po’ figlio, ci sta la potenza o la prepotenza mediatica. Chi oggi ha in mano la Tv detiene il pulpito del sapere e dell'ignoranza, del dogma e dell'arbitrio, a piacere confeziona i cervelli critici o quelli paralitici. La persona ridotta a spugna assorbente. l ministri del culto hanno un bel d'affare a divulgare Bibbia, Corano, Veda e libri sacri. La Tv ve li azzera tutti. Ora il Berlusconismo (con il nostro quasi padrone assoluto o controllore della maggioranza delle Digitale e delle paraboliche) è in questo settore la filosofia del non pensare. Gli altri pensano per te. L'Individuo non esiste più, è omologato, non si ribella e se lo facesse il sistema mediatico lo rifiuta. Oppure l'individuo esiste solo per apparire, non per essere. Il trionfo dell’ok, dell'immagine, una filosofia che diventa insomma non più ricerca di senso come presso Aristotele, ma fenomenologia (dal greco fenomeno=apparenza, realtà superficiale). Una studentessa di 17 anni sosteneva che lei doveva indossare intimo Dolce Gabbana se no si sentiva fuori corso. Se no era una nullità. Perché tutti i personaggi Tv oggi indossano quella firma o altre dallo stesso livello pubblicitario. Assistiamo ad un apparire continuo di presunte star famose perché non sanno fare niente, veline, calciatori che cercano di distinguersi dalla gente comune dando sfoggio di una ignoranza senza fine, di un'arroganza disgustosa, forti solo della cultura dell'apparire. D'altronde col "Grande Fratello" o con “l’Isola dei Famosi" 24 ore su 24 il Berlusconismo non può che produrre questo risultato. Per la riapertura della Scala di Milano con biglietti pagati fino a 2.000 euro abbiamo assistito ad uno sfoggio d'auto e di gioielli, tutto rigorosamente di lusso, da parte di gente famosa non per la cultura che non possiedono o per l'amore alla musica, ma perché appaiono su tutti i canali TV e in tutte le fasce orarie. 
                                                            Terzo: apparire
Indubbiamente Berlusconi non ha nessuna colpa di trovarsi al Governo, proprietario direttamente o indirettamente di una buona fetta dei mass-media europei. Ma non ci si può meravigliare che nella società attuale vada diffondendosi la filosofia del Berlusconismo. E quindi si parlerà degli stessi argomenti sempre, si ragionerà tutti allo stesso modo, si darà per scontato che lo stato sociale vada abbattuto, che le coppie devono fare più figli anche se mancano le strutture di aiuto, che la gente deve lavorare più a lungo nonostante l’arrivo di nuove tecnologie, che gli industriali devono spostare la produzione in Cina anche se assumono a lavorare i bambini senza protezione sociale come da noi trecento anni fa. E via di questo passo. Pochi i mass-media che denunciano le contraddizioni, perché la massa non deve pensare. Tutto va bene, madame la contessa. Vai in TV, indovini il Quiz: "qual è la capitale del Piemonte” vinci un'·milione di Euro. Tutti dicono” che c…ha avuto quello lì, lo sapevo anch’io.” E allora tutti a fare la fila per la TV, per i quiz, per le pietre trasformate in oro. Tutto facile, tutto normale, tutto sistemato, cioè entrato nel sistema. La vita un bengodi, un paradiso dei balocchi. Anche questo è berlusconismo, cioè filosofia spazzavalori, che sta mettendo in serio pericolo l’educazione delle nuove generazioni.

Autore:
Albino Michelin
11.03.2005 

Nessun commento:

Posta un commento