giovedì 14 maggio 2015

IL PAPA IN SVIZZERA; UN'OCCASIONE DA NON PERDERE

Mercoledì 3 settembre 2003 fu diramata la notizia del prossimo viaggio del Papa in Svizzera, programmato per il primo fine settimana di giugno 2004. Veramente in terra elvetica Wojtyla c'è già venuto una quindicina di anni fa, ma il suo entourage non fu molto soddisfatto causa certa pacatezza e distanza dimostrata dagli svizzeri per l'occasione (ad Einsiedeln i presenti non superarono le sei mila unità), anzi fece le sue un pò pesanti rimostranze.
Che la prossima visita sia stata programmata dalla chiesa locale quasi a mò di riparazione, oppure dallo stesso Pontefice (ipotesi più probabile) non ha molta importanza. Nella speranza non si aggravino i problemi di salute, augurabile è che questo viaggio costituisca per tutti, molti o pochi interessati, un’opportunità di crescita ecclesiale evitando la papolatria, cioè l'euforia del trionfalismo papale, peccato tipicamente cattolico che gli addetti ai lavori si guardano bene dallo scoraggiare. Ad evitare tutto ciò e a far sì invece che l'evento si traduca in una positiva chance dipende da tutti. E siccome gli organizzatori  di  tali manifestazioni  lamentano sempre  il disinteresse  della  base, nel senso che da questa non verrebbero prospettate proposte concrete, si  permetta di esporne una che forse del tutto solitaria non è. Onde evitare di trovarsi di fronte a fatti compiuti e che tutto si riduca a mettere in piedi il solito mercato all'italiana, il business di stendardi, bandiere, vessilli, foulard, zainetti, berrettini, visiere, camiciole, braghette,T-shirt a colori Stato Città del Vaticano vale la pena esporre subito sul tavolo dei lavori alcuni stimoli di carattere pastorale. Auspicabile sarebbe già da ora programmare ampio dibattito e sensibilizzazione sui temi qui sotto elencati, dapprima a livello di gruppi, consigli pastorali, missioni, unità pastorali, zone missionarie, parrocchie svizzere (incluse le etnie linguistiche), poi a livello ecumenico con le comunità protestanti ed evangeliche, infine su fino agli organismi direttivi della chiesa elvetica. Un po' come si è fatto in occasione del lontano Sinodo 72. Temi da dibattere e sviluppare anche sulla stampa a forma di forum e sulle tre reti televisive di stato con la partecipazione di gente del popolo, e ·anche senz'altro di relatori competenti e coraggiosi che non siano soltanto i trombettieri del re, come avviene in Italia, dove portaparola pontificio è solo o quasi Mons. Tonini, il simpatico nonnino, o il sanguigno prete genovese Baget Sozzo, padre spirituale del conservatorismo cattolico nostrano. Un possibile elenco di argomenti utili alla riscoperta del ruolo del Papato? Eccoli:
1) Andare alle fonti. “Su questa pietra edificherò la mia chiesa “(Mt.16-18)". Il pensiero di Gesù sul compito e sulla collocazione di Pietro.
2) La prima chiesa. Dopo la morte di Gesù Pietro non decide da solo (Atti 6,12). Si difende dalle contestazioni degli apostoli e di altri fedeli (Atti Il.1). Corregge e si lascia correggere.
3) Papato pigliatutto. Da Costantino (313 d C.), e dopo la caduta dell'Impero romano lenta e progressiva formulazione di onnipotenza.
4) Papato e scissione della chiesta di Cristo: ortodossi (1054), protestanti (1517). Motivi di fede o di prestigio?
5) Papato oggi: da una costituzione monarchica ad un esercizio democratico e collegiale. Che valore e quale peso attribuire alle chiese locali?
6) Papato ed ecumenismo.  Solo la chiesa cattolica ha la pienezza della verità? Strategia di difesa.
7) Papato e costituzioni civili laiche: Imporre per legge ciò che si sceglie di credere per fede?
8) Papato e attuali nodi interni della chiesa a) Perché tanta paura di un Concilio universale Vaticano III? b) Chiesa romana o chiesa cattolica? L’unità nel rispetto delle diversità. c) Papato: garante dell'unità spirituale o governatore della città del vaticano? Come cedere questo ruolo ad un rappresentante laico? d) Emarginazione dei teologi e delle teologie alternative e impianto di un pensiero unico. Vedi la scelta preferenziale di vescovi solo Opus Dei, Comunione e Liberazione, difensori delle restaurazione. e) Ruolo subalterno della donna e divieto della donna al diaconato. f) Attuale disciplina del matrimonio e sul divorzio. Motivi per cui non si approfondisce Matteo 5,32 che riconosce separazione e divorzio. g) Tabuizzazione della sessualità e aspetti connessi. Procreazione, omosessualità, contraccezione, controllo delle nascite, celibato e matrimonio dei preti.
Questa una lunga serie di tematiche di attualità, alcune delle quali potrebbero diventare oggetto di conversazioni, articoli, trasmissioni fino al prossimo giugno. Concludere poi i due giorni della visita, riservando anche un luogo ed un tempo appropriato per un dialogo con il Pontefice durante il quale una rappresentanza della base, con delegati delle varie istanze a numero limitato, ponga al papa una serie di domande e di richieste all'incirca sugli argomenti su elencati. Il papa essendo il "Servo dei. Servi di Dio" non può sdegnare un colloquio ·familiare con la sua gente, come d'abitudine anche fra i vescovi svizzeri allorché si incontrano con i credenti nelle varie parrocchie. Così esprimerebbe realmente il suo ruolo pastorale, sacramento dell'unità e della fraternità nella chiesa. Alcuni giudicheranno presuntuoso quasi si permettesse di insegnare al papa come esercitare il suo dovere. Ma, è solo un briciolo di corresponsabilità. In effetti, lo stesso Pontefice nella "Ut sint unum" del maggio 1995 chiese a tutti dei lumi per un esercizio più democratico del suo mandato. Purtroppo quell'enciclica è rimasta solo lettera morta e spot pubblicitario: né l'estensore né i destinatari i vi hanno dato seguito.
Altri tacceranno eventuali interlocutori di imprudenza, privi di ogni rispettosa prudenza. Al che si potrebbe rispondere con S. Tommaso che "la prudenza è giusta considerazione delle conseguenze derivanti dalle proprie azioni". Se invece per prudenza s'intende il tacito sospetto e la sistematica ostilità verso il nuovo allora si trasforma la virtù in vizio. Tali osservazioni non intendono contestare la visita del papa in Svizzera ma scoraggiare quello spettacolo che spesso nasconde la paura e l'incapacità di puntare ad una fede più matura, scoraggiare culti della personalità e fanatismo religioso, quella forma di divismo che potrebbe rappresentare mancanza di rispetto verso le nostre folle non piu’ disponibili ad essere ingannate e meritevoli di ben altra attenzione. L’augurio che la prossima visita del papa in Svizzera non sia un’occasione sprecata, ma stimolo alla crescita ecclesiale.

Autore:
Albino Michelin
19.09.2003

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