giovedì 19 novembre 2015

ABOLITO DIO DALLA COSTITUZIONE EUROPEA

Da qualche parte oggi si afferma che il Cristianesimo sia in ripresa. Però ad un attento esame della situazione il giudizio sembra per lo meno affrettato, soprattutto se ci si lascia abbagliare dal recente resoconto giubilare: 28 milioni di presenze a Roma fra pellegrini e turisti del sacro nel 2000. Indubbiamente si costata oggi un grande bisogno di spiritualità ma diminuisce l'interesse per le religioni e soprattutto per le chiese. Un giudizio che vale in modo indissolubile per l'Europa, la quale sta incamminandosi verso una tranquilla apostasia. Da tempo il tessuto cristiano europeo soffre di rarefazione e sta sfilacciandosi. Sintomo e specchio dei tempi di questa crisi è rappresentato dalla carta dei diritti d'Europa, compilata nelle recente assemblea di Nizza dello scorso dicembre 2000, dove si è evitato accuratamente di inserirvi il nome di Dio. Stiamo parlando del nostro continente, perché ad esempio un discorso diverso andrebbe fatto per la Russia dove alla fine dello stesso mese Il presidente Putin ha introdotto un nuovo Inno nazionale al posto di quello comunista risalente a Lenin. Esso canta: “Russia nostra, santa patria, unica al mondo, protetta da Dio.” Ma In Europa se qualche inno nazionale ancora esiste, con l'appello alla divina presenza, esso conserva solo il sapore di un cimelio e di un pezzo d'antiquariato. Si pensi all'Italia che "schiava di Roma iddio la creò". Oggigiorno una tale schiavitù sarebbe poco gratificante anche perché rievoca fantasmi viscerali, tipo "Roma ladrona, la Lega non perdona”. Ma come mai si è giunti a tale abolizione? Dopo due millenni di teologia (già Platone 4 secoli prima di Cristo faceva discorsi su Dio) e di civiltà cristiana sparisce un vocabolo storico. L'antica Grecia non se lo sarebbe mai sognato, essa che aveva eretto nell'acropoli di Atene la statua al Dio ignoto. Se pensiamo che non solo noi italiani ma gran parte degli europei discendiamo da una cultura romana cosi diplomatica ed accogliente verso i popoli vinti che esigeva da loro soltanto balzelli fiscali, ma li rispettava e li lasciava ciascuno con il suo dio. Anzi nel Pantheon di Roma esponeva alla pubblica venerazione gli dei più esotici conosciuti in tutte le contrade dell'impero. Nonostante ciò, nel dicembre 2000 l'Europa Unita depenna Dio dalla carta dei diritti. Qualcuno scrisse che grazie a Dio non c'è più Dio nella Costituzione europea. La nuova regolamentazione garantisce tutte le religioni perché non ne professa nessuna. Gli estensori spiegano la decisione sostenendo che non ci deve essere più un Dio europeo contrapposto al Dio degli arabi nel Maghreb, al Dio d'Israele che sta in Gerusalemme, al Dio dei buddisti che sta in Asia, al Dio di Confucio che sta in Cina. Colpo duro anche per l'anziano Papa Wojtyla che giustamente voleva chiudere con maggior soddisfazione il suo ultimo anno santo. Lamentò: "non posso non tacere la mia delusione per il fatto che non sia stato inserito nel testo della Carta d'Europa neppure un riferimento a Dio, nel quale sta la fonte della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali”. Nobile intendimento senz'altro, ma forse al momento soprattutto da parte dei cristiani si dovrà accettare il silenzio di Dio e su Dio, causa le troppe manipolazioni del suo nome per i nostri interessi di parte e di bottega. La storia del mondo e quella d'Europa in particolare è piena di eccidi e di genocidi commessi in nome di Dio, dal sacrificio di Abramo chiamato a sgozzare il proprio figlio sino alle attuali guerre arabo-israeliane. Dalla strage degli Ugonotti sino alla odierna ferocia anticristiana delle Molucche. È perciò probabile che se non avesse messo Dio nelle varie costituzioni e armamenti militari l'umanità avrebbe fatto qualche guerra in meno. In effetti non vi era nessun motivo che Papa Urbano Il il 27.11.1095 convocasse le crociate contro i musulmani della terra santa al grido "Dio lo vuole!" E fatti Ie crociate senza invocare Il nome di Dio. Né che i sistemi totalitari come il nazismo di Hitler allevato in un collegio cattolico della Baviera, giustificassero lager e olocausti sullo spot “Dio è con noi”. Non si riesce a trovare un motivo di legittimazione al giuramento che il fascismo di Benito Mussolini imponeva a noi bambini prima della scuola: "in nome di Dio e dell'Italia eseguire gli ordini del Duce ... ". E non ci bastava di giurare in nome della Patria? Né miglior sostegno può godere la preghiera degli alpini che ancora oggi viene letta nelle chiese italiane cacciando nei guai la Madonna stessa. "E tu, Madre di Dio, benedici i nostri battaglioni!". Ma per sparare contro chi? La stessa Bibbia nel Vecchio Testamento quando parla di Dio può indurre in confusione il lettore frettoloso, specie colui che non riesce a distinguere fra il Dio quale proiezione dell'uomo, dei suoi istinti, della sua volontà di sopraffazione e il Dio recepito come garante dei diritti di tutti, specie del povero e dello schiavo, cosi come si riscontra in parecchie intuizioni profetiche. Nel primo caso abbiamo quindi un Dio belligerante che si schiera (o meglio viene fatto schierare) dalla parte del popolo eletto, annienta tutti coloro che non vi appartengono, ne stermina i figli sino alla terza e alla quarta generazione. Brani terrorizzanti di un Dio vendicativo e senza pietà. In altri passi invece, nei quali l'uomo riesce a far tacere la sua sete di dominio per lasciarsi condurre da una retta coscienza, come si può notare nelle visione di Mosè sul roveto ardente, Dio viene definito: "lo sono colui che sono, colui che è per ... ". Cioè un Dio uguale per me, per te, per tutti, che si rivela ad ogni popolo amando ciascuno allo stesso modo. È nella linea di questa intuizione che noi incontriamo la proibizione di nominare il nome dì Dio, di farsi di Dio immagini e sculture. Pronunciare il nome di Dio significa limitarlo, ingessarlo, annullarlo. Per questo lo si trascriveva con tre consonati JHW, pronunciabile solo attraverso un rumore gutturale e come un soffio di vento. Veniva sostituito con l'appellativo generico di Adonai=Signore. Più tardi vi si inserirono le vocali a-e (Jahwe), o si italianizzarono con Geova. Infine Gesù definì l'identità universale di Dio chiamandolo Abba, Padre, e insegnandoci a pregare "Padre nostro". Ma la storia degli uomini, cristiani compresi, iscrisse Dio troppo spesso nel proprio partito, dandogli la propria tessera, in funzione distruttiva degli altri partiti e religioni. Così troppi si crearono un Dio contro l'altro, e quando nella storia lo si invocava o compaiono sulla scena gli dei, la catastrofe universale è garantita. Non per nulla Dietrich Bonhoffer, il prete protestante ucciso nelle camere a gas nel 1944 dai nazisti perché si pronunciò in difesa degli ebrei scrisse: "qui Dio non esiste ". Aveva ragione, ma ritorna la domanda: "Quale Dio? Tanti anni fa dall'America, tramite lo studioso Cox, arrivò in Europa la Teologia della morte di Dio. Indubbiamente dopo tanta overdose di questo nome una reazione ci poteva arrivare. La sua abolizione dalla carta europea ne è una conferma. Fino al punto che oggi molta gente si chiede se è stato Dio a creare l'uomo, oppure se non sia stato l'uomo a creare Dio a sua Immagine e somiglianza.

Autore:
Albino Michelin
18.01.2001

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