giovedì 19 novembre 2015

IL CONTRO GIUBILEO DEGLI OPPRESSI

Mentre a Roma stanno volgendo al termine le manifestazioni giubilari 2000 con giornate riservate ai giovani, agli anziani, agli sportivi, ai malati, ai medici, agli emigrati, ai nomadi, ai marittimi, agli agricoltori, ai vescovi, e persino ai  militari con una coda ormai ripetitiva e noiosa e con una overdose di sacro turismo che arrischia di provocare sintomi di saturazione e di rigetto non deve passare inosservato un giubileo originale, quello organizzato dai missionari  Comboniani di Verona. Per nulla supportato dai battage pubblicitari, dai vari perepepé mediatici e satellitari ha convocato nel fine settimana 9-10 settembre 2000 il popolo dei volontari laici e religiosi direttamente o in forma mediata impegnati in Africa e nel terzo mondo a contatto con i poveri e con i candidati alla morte per fame o per sfruttamento. Per questo chiamato giubileo degli oppressi. Iniziato sotto forma di marcia itinerante da Molfetta-Bari, città del defunto vescovo Tonino Bello, apostolo degli emarginati, attraverso tutta Italia, toccando le città di Napoli, Bologna, Padova, Milano, terminò a Verona, cioè lontano dal Vaticano e per questo definitosi controgiubileo. In realtà invece e per le motivazioni e per le finalità e per le modalità di svolgimento è probabilmente risultata una delle poche vere manifestazioni giubilari, nel senso che ha voluto proporre una spiritualità che affonda le sue radici all’origine dell’evento, cioè nella tradizione biblica, ebraica, cristiana. Un spiritualità che sta dalla parte degli esclusi perché il nostro Dio non è quello del faraone, dell’impero romano, dei cesari o dei vari Clinton di turno, ma il Dio degli schiavi e dei crocefissi che attendono pari dignità ed uguaglianza sociale. Dalle 3 alle 5 mila persone hanno voluto dare un forte e diverso segnale al giubileo romano ridotto, stringi stringi, ad una affare e ad un mero spettacolo. Anima di questa iniziativa è stato Alex Zanotelli, da 13 anni missionario nelle baraccopoli di Nairobi-Kenia, là speditovi per castigo nel 1987 dal nostro Governo e dal Vaticano congiuntamente per avere contestato la vendita di armi da parte dell’Italia verso i paesi del terzo mondo. Al giubileo di Verona non si sono celebrati né santi né beati, né applauditi personaggi eminenti. Vi hanno partecipato rappresentanze significative come il Centro nuovo modello di sviluppo, l’Osservatorio delle globalizzazioni, la Commissione pastorale brasiliana della terra, nonché Beppe Grillo che nei momenti di pausa con battute graffianti e satira intelligente non ha risparmiato nessuno. Tema centrale dell’incontro era la denuncia del sistema economico mondiale, causa della miseria del terzo mondo e la denuncia di una chiesa che ha rinunciato a stare insieme al suo Dio dalla parte degli oppressi, di una chiesa che legge il Vangelo come se non avesse soldi, accumula e spende denaro come se non conoscesse il vangelo. Di una chiesa che nell’indire il giubileo 2000 ha riproposto i soliti simboli della porta santa, del pellegrinaggio, delle indulgenze, mentre la cancellazione del debito e la liberazione degli schiavi sono tornati nel fumoso campo della carità. Di una chiesa, calca la mano Zanotelli, che rifiuta la comunione alla donna che prende i contraccettivi ma che la elargisce a piene mani al cattolicone che accarezza i suoi miliardi nel conto bancario. Il tema della denuncia si articolava quindi in alcuni punti molto pratici.
1) Resistere all’impero del denaro e del mercato consumando solo lo stretto necessario nel mangiare, vestire, viaggiare. Preferire ed usare i prodotti del commercio equo e solidale.
2) Consumare in modo critico rifiutando la complicità con ogni sfruttamento dell’uomo, della donna, del bambino.
3) Guadagnare il proprio denaro onestamente rifuggendo da ogni speculazione finanziaria.
4) Investire saggiamente i propri risparmi impedendo che servano a produrre armi e strumenti distruttivi dell’umanità.
5) Promuovere la pace gridando contro il delitto continuato delle guerre volutamente dimenticate dalle agenzie d’informazione, manipolate dai grandi delle nazioni. Come le guerre del Congo, Ruanda, Burundi, Somalia, Colombia e tante altre.
6) Lottare contro una politica che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, ricordando che il 20% del mondo vive e scialacqua a discapito dell’80% della popolazione mondiale.
7) Difendere la gente privata della loro terra come gli indios e i baraccati delle grandi città.
8) Esigere dai politici italiani un’azione internazionale alternativa ad una economia liberista, che risponda ai bisogni dei poveri del mondo e che non sia dettata da tatticismi, furbizie, baciamano alla chiesa giubilare per ottenere consensi elettorali.
Non medagliette indulgenziate quindi sono state distribuite ai convenuti per la circostanza ma a tutti una scheda con impressi gli 8 punti su elencati dal titolo: ”Ora tocca a noi”. Ci sarebbe ancora qualcuno che avrebbe il coraggio di definire controgiubileo quello di Verona del 9-10 settembre 2000?

Autore:
Albino Michelin
30.10.2000

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