domenica 8 novembre 2015

INCONTRO SUL GIUBILEO 2000 A ZURIGO. VALDESI E CATTOLICI ALLA RICERCA DELL’UNITÀ

Che il Giubileo faccia notizia non vi è dubbio, che poi riesca ad interessare e muovere le coscienze questo è un altro discorso. Tutti noi conosciamo il "logo" o simbolo oggi applicato abbondantemente agli asciugamano dei bidè, nei fazzoletti da naso, sui prodotti più svariati, persino sui fucili. Ora domanda provocatoria, come un protestante od un valdese dovrebbe ricercare l'unità con una chiesa che non vende più indulgenze, ma in compenso si è aggiornata e svende la croce su lenzuola e pigiami? Ebbene, nonostante questa resistenza diffusa come lo smog, coraggiosa è stata la chiesa evangelica di lingua italiana di Zurigo e dintorni nell'organizzare domenica 19 marzo 2000 una tavola rotonda ecumenica sul tema: "Giubileo, anno santo romano oppure un giubileo biblico di giustizia, riconciliazione e pace? " Promotore e animatore dell'iniziativa il giovane pastore valdese M. Rüsch, il quale invitò per la circostanza due relatori: S. Ricciardi, responsabile della comunità valdese di Bergamo e il sottoscritto Albino Michelin, Missionario cattolico di Affoltern. Il tema a scopo di sensibilizzazione era già stato in parte affrontato dai due relatori in una trasmissione radiofonica organizzata dalla Radio Svizzera Italiana il mercoledì sera precedente. Il nostro dibattito è stato aperto dal moderatore con la lettura biblica del capo 25 del Levitico, completata da alcune necessarie dilucidazioni storiche, ormai a tutti note da altre fonti. Che cioè giubileo deriva da "jobelt", il corno del montone con cui ogni 50 anni si annunciava agli ebrei sulle mura di Gerusalemme l'inizio dell'anno di grazia: riposo della terra, condono del debito, liberazione degli schiavi. Di qui il "giubileo" del popolo per una giustizia sociale ricuperata. In tutt'altro contesto e con altre finalità è stato ripreso il giubileo con l'appellativo di anno santo da papa Bonifacio VIII nel 1300: riaffermare la centralità romana nella dispersione religiosa del medio evo e rafforzare la superiorità del potere religioso su quello politico. Venne stabilita anche la scadenza: ogni 100 anni. Portata poi ad ogni 50 anni (Clemente VI nel 1342), quindi ad ogni 33 anni in memoria dell'età di morte di Gesù (Urbano VI, 1389), infine ad ogni 25 anni (Paolo II, 1470).
Entrambi i relatori, al di là di ogni preconcordato irenico pacifismo, hanno impostato la loro presenza in un clima di confronto più che di scontro, di convergenze anziché di divergenze competitive, senza animosità alcuna. Il sottoscritto referente cattolico ha tenuto a ribadire la distinzione fra quanto è patrimonio della chiesa cattolica ufficiale (ancorché questa in merito presenti dissensi in diversi contenuti), da quanto è sua persona le opinione. Ha elencato anche i suoi rapporti ecumenici con valdesi e protestanti: nel 1962-72 attività comuni in un gruppo giovani a Basilea con il Pastore Naso, nel 72-82 a Uster con il pastore Boga e G. Pons, dall'82 gruppo ecumenico giovani famiglie ad Affoltern con i locali pastori riformati: un'esperienza passata indenne fra le guerre di religione.
                                       Le indulgenze, solito pomo della discordia
fra cattolici e protestanti e questo da 5 secoli. L'indulgenza, spiegò il sottoscritto, è un bonus di sconto, la chiesa cattolica insegna che una volta perdonata la colpa resta da scontare la pena temporale o in questa vita o nell'altra in purgatorio. Ma facendo un'opera buona (esempio 5 pater, ave, gloria), essa chiesa ti apre lo sportello della banca della grazia, i cui fondi sono rappresentati dai meriti di Gesù Cristo, della Madonna, dei santi, dei giusti, ecc. e ti consegna un bonus di sconto. Cosi ti viene tolta la pena temporale, o tutta o in parte, da espiare in questa vita. Se l'indulgenza è plenaria, tipo quella giubilare del 2000 acquistabile ogni giorno, allora il bonus sconto è totale, una specie di Enalotto. Se morte ti coglie, sali subito e direttamente al cielo. Molti potrebbero trovare questo “indulto” un po’ semplicistico, atto a catturare i deboli di spirito. L'istituzione delle indulgenze ha accusato lungo la storia pesanti degradi, specie al tempo di Lutero. Si vendevano e si compravano per la costruzione di S. Pietro, delle varie basiliche, per privilegi d'interesse mondano. Fra rilevanti divergenze in seno alla stessa gerarchia l'indulgenza è stata rispolverata e messa a nuovo anche in questo giubileo. Condizioni: confessione privata, visita ad una basilica romana o ad altra indicata dalle competenti autorità, aggiunta di un'opera pia e di una preghiera per il papa, e ti viene staccato il bonus totale. La spiegazione può essere banale, ma come sopra accennato, qui interessa la spiegazione e non il contenuto. Molti anche fra i cattolici però sostengono che si sarebbero potuto trovare altri metodi per invogliare alle opere buone, senza ricorrere a certe forme di egoismo spirituale. Il pastore S. Ricciardi fece seguito con la sua relazione improntandola, sue espressioni, alla massima fraternità e franchezza. Fra cattolici e protestanti oggi va fatto un discorso di perdonati a perdonati e non di peccatori a peccatori. E che non vale la pena rivangare il passato, in quanto se i cattolici furono spesso gli aggressori neanche i protestanti sono stati del tutto immacolati. Per i valdesi questo giubileo è un'operazione unilaterale della chiesa cattolica che ha ricucito insieme e alla rinfusa posto nello stesso calderone il giubileo biblico, quello papale, e il bimillenario della nascita di Gesù. Una grande insalata russa.  
                                 Una strumentalizzazione per il centralismo papale.
Se la chiesa romana avesse veramente voluto fare un discorso da credenti e fratelli nello stesso Signore Gesù, ci si doveva prima sedere tutti attorno allo stesso tavolo, insieme discutere, insieme programmare. Ma essa ha voluto correre da sola, farsi la prima della classe e tutti gli altri dietro la lavagna, ha voluto essere più chiesa delle altre, dato al mondo spettacolo di parecchio delirio di onnipotenza e di poca credibilità evangelica. E' stato uno schiaffo ai protestanti e solennemente smentita la volontà ecumenica. Per questo noi valdesi, continua Ricciardi, abbiamo lanciato il digiuno ecumenico e il 18.1.00 all'apertura della Porta Santa non ci siamo nemmeno presentati. Come rallegrarsi insieme di un dono se questo non l'abbiamo insieme confezionato? Inoltre va ricordata la contraddizione dell'apertura-chiusura della Porta Santa stessa. Che senso ha aprirla per un anno e chiuderla per un quarto di secolo? Gesù ha detto di essere lui la porta dell'ovile. Ma questo ha da essere un discorso quotidiano, giubileo di ogni giorno. Poi con l'affare delle indulgenze, distribuendole a piene mani, la chiesa banalizza il sacrificio di Cristo, pretende di gestire lei l'aldilà, il purgatorio, il paradiso, di essere lei il Ministero della salvezza usurpando il posto di Dio e di Gesù Cristo che ce la dona per sua infinita misericordia. Infine il giubileo biblico è sorto come iniziativa di giustizia sociale, non come forma di preghiera, pellegrinaggio, devozione. E questo non risalta se non in forma molto nebulosa nell'attuale giubileo romano, immerso in uno spettacolo mediatico e commerciale. Nonostante tutto ciò, noi riteniamo sia conveniente continuare nel dialogo. Nostro intento sarebbe quello di pervenire ad una grande assise internazionale e multireligiosa, cosa per il momento difficile, dato che la chiesa cattolica non può convocare un concilio senza l'indizione da parte del papa. Così il pastore valdese. Nel contesto della varie relazioni il sottoscritto ha espresso anche la sua opinione personale. Egli cioè non può ridere sulla sua chiesa, può soltanto soffrire. E con tale spirito fare delle osservazioni e delle riserve. Disertare l'ufficialità non significa buttare a mare quelle poche occasioni di azione comune. Il giubileo può anche essere una grazia, come un'occasione per ricuperare i valori soggettivi (senso della vita, Dio, fede come terapia), i valori ecclesiali (il senso di appartenenza ad una comunità in un mondo globalizzato e spersonalizzato), i valori sociali (giustizia, solidarietà, sdebitamento dei paesi insolventi). Certo può essere anche una disgrazia, come la overdose religiosa con il rischio della sazietà e del rifiuto, dello scialo del sacro e della sua liquidazione. Alla fine spazio ai numerosi interventi del pubblico, i quali sono stati unanimi nel puntare sul sociale. Importante fare dei segni: anche Gesù non ha guarito tutti i malati ma qualcosa in questo senso l'ha compiuto. Ecco alcuni aspetti: la denuncia come forma di annuncio, revisione della posizione delle chiese cattolica e protestante nelle multinazionali, trasparenza nei bilanci di chiesa, e poi qualche gesto concreto. Gli avventisti in Italia ad esempio tentano di tamponare il fenomeno dell'usura. Alcuni anni orsono per una petizione delle chiese riformate la Svizzera ha devoluto 500 milioni di franchi per la cancellazione dei debiti nell'emisfero sud. Commercio equo solidale, boicottaggio di certi prodotti, vedi Nestlè, mirati allo strozzinaggio del terzo mondo: insomma gesti concreti. La Tavola rotonda Valdesi-Cattolici del 19 marzo si è conclusa senza spargimento di sangue, ma con un grande interesse per obbiettivi comuni. Non vedere il mondo soltanto dalla propria finestra, non onorare la propria religione degradando quella degli altri, considerare le diverse religioni come grazia di Dio e non concorrenti da annettere alla propria causa. Restano tanti discorsi aperti: importante averli iniziati. E di ciò grazie in modo particolare alla chiesa valdese di Zurigo.

Autore:
Albino Michelin
30.03.2000

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