martedì 10 novembre 2015

NEO MINISTRO RICCARDI: NON C'INDURRE IN CONTRADDIZIONE!

"Una bella squadra cui auguro buon lavoro". Così ha salutato il Cardinal T.Bertone, Segretario di Stato Vaticano, la compagine di Governo presentata da Mario Monti il 16 novembre 2011. Un'accoglienza che non stupisce considerando come la chiesa sia riuscita ad inserire molti suoi uomini nei ruoli di primo piano. Super cattolico è lo stesso Monti che il 18 novembre si premurò a correre a Fiumicino per salutare il Papa in partenza per il Benin.  Anche se, prova tecnica di "laicità", ha dato al Pontefice solo la mano senza genuflessione e senza bacio dell'anello, come a suo tempo aveva fatto Scalfaro con Papa Wojtyla scandalizzando un po' mezzo mondo cattolico. Bacio dell'anello e profusioni cui invece è tornato l'ex capo di Governo Berlusconi. E’ una bella “squadra cattolica”: basta citare C. Passera, ministro dello sviluppo, L. 0rnaghi rettore dell'Università cattolica di Milano, ministro dei beni culturali, R. Balduzzi esponente dell'Azione cattolica ministro della sanità, F. Profumo ministro dell'istruzione, P. Severini ministro della Giustizia, A. Catricalà sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma in modo particolare A. Riccardi, ministro della Cooperazione internazionale, icona di pace e fratellanza fra i popoli, fondatore della comunità di Sant'Egidio. Ovvio che tutta la stampa cattolica abbia intonato i suoi osanna. Come Famiglia Cristiana: "Monti uomo giusto al posto giusto". Avvenire: "Stagione di speranza", Olivero presidente delle Acli: "esecutivo convincente". Insomma ministri cattolici doc, in maggioranza vicini all'Opus Dei e a Comunione e Liberazione (movimento catto-fondamentalista). Ci mancava solo M. Lupi, ventilato quale ministro dell’istruzione, e poi saremmo stati al top ciellino. In ogni caso è più facile oggi alla gerarchia cattolica dettare l'agenda al nuovo Governo.
                                               La delusione dei gruppi di solidarietà
Ciò che in tutto questo quadro ci lascia perplessi e legittima i nostri interrogativi è il ruolo del ministro Andrea Riccardi. Non vorremmo che tutta la nostra ammirazione, fino a qualche mese fa tributatagli, si sciogliesse come neve al sole dopo il suo annuncio fatto il 23 dicembre seguente. Probabilmente il ministro della difesa sarebbe stato a ciò più indicato, il portavoce più opportuno, anche se in materia assai discutibile. Invece questo compito se lo assunse e se ne incaricò il nostro Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e per l'integrazione fra i popoli. Cioè al termine della riunione del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre diede l'annuncio dell'approvazione del decreto concernente i rifinanziamenti della "Missione" militare all'estero. Non ci risulta che Riccardi si sia opposto o abbia sollevato problemi di coscienza. E così ci troviamo di fronte all'ennesimo bluff o papocchio della politica italiana. Nuovi bandisti banda vecchia, vecchia musica di sempre. Ambiguità, incoerenza. E' andato deluso quindi l'appello delle organizzazioni non governative italiane impegnate nella solidarietà internazionale che denunciavano con forza i continui tagli alla cooperazione e allo sviluppo da un lato e l'ingiustizia degli stanziamenti per le armi e per le "missioni" militari dall'altro. Il loro ministro ha confermato e benedetto tutto: nessuna riduzione alle missioni all'estero delle forze armate: non si toccano. Acquisto di 131 aerei F-35, cacciabombardieri, macchine di morte, aerei di attacco a 150 milioni di euro ciascuno per l'ammontare di 17 miliardi. Programma più costoso della storia d'Italia repubblicana senza nessun ripensamento. Incostituzionale ed insensato. Contro la costituzione che permette solo armi di difesa, e controsenso dal momento che viviamo in tempi di austerità. Nonché assurdo produrre armi investendo enormi capitali mentre il grido dei poveri, interi popoli ci raggiunge sempre più disperato. Con la comunità di S. Egidio però le cose si complicano. Ogni anno il primo gennaio vengono organizzate le marce della pace in tutta Italia (nel 2012 a Milano, Genova, Firenze, Terni, Napoli, Roma) concludendo in Piazza S. Pietro per ascoltare il messaggio del Papa nella giornata mondiale della Pace. Ma Finmeccanica, ecco un'altra contraddizione, la prima industria armiera italiana, nelle settimane scorse anche al centro di episodi di corruzione che hanno coinvolto i suoi massimi vertici, è da sempre uno dei principali sponsor del progetto Dream, un programma di prevenzione e lotta contro l'Aids avviato dalla S. Egidio nel 2002 e oggi attivo in molti paesi dell'Africa. Finmeccanica vende armi, ma poi tramite anche S. Egidio e Riccardi si rifà il trucco finanziando progetti sanitari in quegli stessi territori e può scrivere con orgoglio nel suo sito internet: "La solidarietà non ha confini né geografici, né politici, né religiosi". Ma non c'è solo Finmeccanica fra gli sponsor del movimento A. Riccardi. Finanzianti le sue attività tutta una lista di banche "armate" che sostengono l'export di armi italiane e programmi internazionali di riarmo. In passato inoltre la fondazione S. Egidio è stata finanziata dalla Nestlé, quando la multinazionale era sotto il boicottaggio internazionale per la violazione del codice di commercializzazione del latte in polvere. Armi e solidarietà. Solidarietà con i soldi delle armi "Solidarietà armata". Diceva Bonhoeffer: "le armi uccidono anche se non vengono usate.” Allora perché Riccardi non si adopera all'interno del Governo affinché questo prenda coscienza dell'assurdità di seguire una tale strada cercando piuttosto altre di radicalmente alternative? E' questo che chiede il mondo del volontariato e della solidarietà cui ci si vanta di appartenere?
                                      Dove e quando l’obbiezione di coscienza?
Non si vuole pensare che anche al Ministro Riccardi come a tanti politici italiani il potere dia alla testa. Belle idee, sane contestazioni, legittime battaglie che subito vengono dimenticate o addomesticate appena ci si siede sulle poltrone parlamentari, sugli scranni del potere. Coerenza vorrebbe che si avesse il coraggio di opporsi con l'obbiezione di coscienza. E questo va detto specialmente al fondatore di S. Egidio, assertore, accalorato difensore della vita umana dal concepimento alla morte. Nemico aperto senza se e senza ma contro l'aborto. Le madri che interrompono la gravidanza sono tutte delle "Erode che compiono una nuova strage degli innocenti". Di conseguenza più volte si è schierato contro i medici che praticano l'aborto, colpevolizzandoli perché dovrebbero optare per l'obbiezione di coscienza, e nonostante la legge lo consenta, rifiutarsi di compiere l'eccidio dei feti e degli embrioni.
                            Il giardino degli angeli. E la piazza di cadaveri accatastati?
 A Roma il 4 gennaio 2012 nel cimitero Laurentino è stato inaugurato uno spazio di 600 metri quadrati riservato per la sepoltura dei feti abortiti e chiamato il "Giardino degli Angeli". Non ci sembri una digressione al tema. Riteniamo sì che il feto sia un essere umano (anche se S. Tommaso, dottore della Chiesa dal 1200 a tutt'oggi riteneva che prima del quarto mese di· gravidanza non si tratti di embrione umano e quindi di persona); ma esseri umani lo sono altrettanto le persone già nate, quelle già uscite dal grembo materno, con qualsiasi età, dieci, venti, cinquant'anni ... anzi ci azzardiamo di affermare che tali persone sono diverse da quelle esistenti nell'utero materno. Da un punto di vista non qualitativo, ma certo quantitativo. Nel senso che l'uccisione sotto le bombe o conseguenti inquinamenti di esseri già dotati di autocomprensione, di autoriflessione, di relazioni sociali, nel possesso delle proprie facoltà psichiche e intellettuali fa soffrire molto di più di un feto abortito, perché lascia dietro di se una serie di strazi, di dolore, in eredità anche ad altri, senza numero, come genitori, figli, familiari, parenti amici. Vogliamo paragonare un aborto alle centinaia di torturati, mutilati, morti che lascia sul campo un cacciabombardiere F- 35? E sempre per parlare di coerenza: gli aborti in Italia, dopo l'entrata in vigore della legge, sono diminuiti del 40% e tendono a diminuire sempre di più man mano che avanza la cultura del preservativo. Non ci pronunciamo qui sulla liceità o meno del metodo, affermiamo solo che per molta gente è preferibile un male minore (preservativo) che non un male maggiore (aborto). Ma anche su ciò il Ministro Riccardi non conviene. Gli conviene invece sostenere i finanziamenti a strumenti di guerra e di morte che colpiscono poi soprattutto innocenti, civili, incolpevoli. Ed è a questo punto che ci chiediamo perché Riccardi abbia accettato il ruolo di Ministrò della Cooperazione, perché non dia le dimissioni. O l'una o l'altra. O per la pace o per la guerra. Ma è deplorevole continuare in contraddizione con se stessi è con gli altri.

Autore:
Albino Michelin
17.02.2012 

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