domenica 8 novembre 2015

ITALIANI, SALVIAMOCI LA PELLE (POPOLO IN ESTINZIONE?)

Tempo fa in una trasmissione televisiva il Cardinal Tonini con i suoi consueti toni apocalittici allorché affrontava problemi demografici del futuro, pronosticava la scomparsa e l'estinzione in tempi brevi dell'ltalia e degli italiani. E tutto attraverso calcoli matematici: le nascite in continua diminuzione, donne italiane con 1,09 figli (anziché due ciascheduna onde mantenere costante il numero della popolazione). Con questa tendenza, nel 2025, cioè fra 30 anni gli italiani saranno 37 milioni, con 20 milioni di immigrati soprattutto africani. Noi saremo tutti vecchi senza figli, e loro giovani con molti figli. Al che una telespettatrice lo interruppe: "ma signor Cardinale non ha l'impressione di essere razzista? Se gli italiani non vogliono o non sanno più sopravvivere, giusto che il nostro stivale venga occupato dagli extracomunitari. Sono o non sono uomini anche loro?". Questo tipo di dibattito, patriottica sviolinata, porta a ricordare che storicamente, sin dalle più lontane civiltà, il mondo è sempre stato salvato dagli immigrati. La mobilità dei popoli è quella che ha sempre consentito la sopravvivenza del genere umano, il suo ringiovanimento, il suo ricambio. La storia dell'umanità è storia di espansioni successive, di viaggi e di diaspore, chiamiamole pure emigrazione ed immigrazioni. La mobilità è il sale del progresso. Le tessere che formano il mosaico del nostro DNA (molecola custodia dell'informazione ereditaria) provengono per due terzi dall'Asia e un terzo dal Continente nero, un innesto che risalirebbe a circa 40.000 anni fa. Se non fossero arrivati tutti questi extracomunitari ad "imbastardire" i nostri geni noi saremmo ancora all'età della pietra. Il vero salto avvenne circa 10.000 anni fa con la scoperta dell'agricoltura, innovazione tecnologica che ha aumentato l'offerta del cibo, ha determinato una forte crescita demografica, e quindi un'espansione successiva verso altre terre. E’ già successo 1.200 anni prima di Cristo che le immigrazioni indoeuropee abbiano da noi sbancato le antichissime civiltà di Micene-Creta e portato quella greco-romana. Nel 400 dopo Cristo allorché i romani, nostri predecessori, cominciarono ad accusare una bassa natalità perdendosi nella civiltà dei consumi e del piacere, i “barbari” dal nord li hanno eliminati e sostituiti con forze fresche. Ripopolata l'Italia. Con linguaggio somaro e atteggiamento villano oggi siamo tutti protesi a difendere la nostra identità. E quale identità per giove? I nostri due lontanissimi antenati (Adamo ed Eva) erano africani, qualche secolo fa ci arrivarono i longobardi (e dove sta l’identità lumbard?), poi i franconi, i celti, gli unni, gli ungari, i lanzichenecchi…Di chi siamo figli? Fino a che secoli più tardi siamo stati noi europei ed italiani a sciamare in giro per il mondo causa la nostra rilevante sovrappopolazione. E anche in malo modo, senza rispetto e timor di Dio. Perché gli Inglesi in Australia hanno annientato gli aborigeni, gli spagnoli nel Centro e sud America hanno distrutto i Maya, gli Aztechi, gli Inca. E le grandi masse di europei negli Stati Uniti hanno cancellato intere popolazioni indiane. Probabilmente oggi è iniziata un'altra di queste immigrazioni epocali: questa volta dal sud al nord, dall'Asia e Africa verso il nostro vecchio ed invecchiato continente. Verso l'Italia, piena di pensionati e in via di spopolamento, dove si trova sempre meno gente disposta a fare lavori pesanti, sporchi, domestici. L'idea di controllare questo fenomeno con la vigilanza armata delle coste e con l'espulsione è semplicemente puerile e astorica. Diventati milioni questi immigrati creeranno un domani movimenti politici e sindacali, entreranno nel parlamento e nel governo. Saremo una congerie o meglio un genio multirazziale. Avremo africani, figli di Dio e uomini come noi, ma dalla pelle nera perché la pigmentazione li ha protetti dal sole. Avremo i pigmei, piccoli di statura perché la ridotta corporatura consentì loro di risparmiare energia e produrre meno calore alle temperature tropicali. Avremo i cinesi dal naso minuto e gli occhi a mandorla perché l'aria arrivasse ai polmoni meno gelida possibile, efficace difesa contro i venti siberiani. Insomma sarà la fine di un mondo, del nostro mondo. Ma non sarà la fine del mondo. Gesù ha detto "Verranno dall'oriente e dall'occidente e si siederanno al posto dei figli del regno”. Lasciamole piangere le Cassandre di turno. Apriamo le finestre al nuovo sole e non confondiamo il futuro (forse, ma facciamoci le corna) nero dell'italica stirpe con quello probabilmente roseo dell'umanità.

Autore:
Albino Michelin
15.10.1991

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