martedì 10 novembre 2015

PAPA RATZINGER DENUNCIA IL CARRIERISMO NELLA CHIESA

Questo Papa aveva destato molta impressione il venerdì santo del 2005 allorché lanciò un vibrante appello alla pulizia usando addirittura il termine di "sporcizia nella chiesa". Poteva essere archiviato come un episodio seppur accorato del passato, se nonché il mercoledì 3 febbraio seguente ci ritornò sopra durante il discorso settimanale ai pellegrini deplorando "il carrierismo" nella chiesa. Allora significa che una certa costante di sottofondo esiste. Può darsi che l'intervento si riferisca alle ultime notizie, vere o fasulle concernenti il caso Boffo. Si ricorderà in effetti che qualche mese fa questo direttore dell'Avvenire (quotidiano dei vescovi italiani) aveva ospitato (non molto consenziente) numerose e penose critiche, provenienti dal clero e dai credenti impegnati, rivolte alla vita privata di Berlusconi pubblicizzata e ammannita a tutti. Cioè la classe politica ostenta disprezzo verso la pubblica moralità. Non solo, ma lo stesso direttore aveva pure reso noto in luglio un duro intervento di Mons. Crociata, segretario dei vescovi italiani puntando il dito contro i sopra citati personaggi che vantano "un libertinaggio gaio ed irresponsabile". Si ricorderà che al tempo si parlava di escort, e di veline che in cambio di prestazioni sessuali venivano gratificate con promesse di qualche seggio elettorale. A questo punto si immischia anche Feltri, direttore del "Giornale" (quotidiano di Berlusconi) che restituisce la pariglia tirando in ballo il comportamento di Boffo che qualche anno prima avrebbe subito una pena per i suoi trascorsi omosessuali o cose simili. Boffo, colpevole o no, si dimette stanco di combattere battaglie del genere. Le dimissioni, si scrisse, furono contestate dai vescovi italiani che difendevano l'operato dell'Avvenire, ma bene accolte dallo Stato del Vaticano, che attraverso il segretario Card. Bertone sostiene il centro destra e il suo Presidente, forse in considerazione dei numerosi privilegi economici e finanziari di cui la chiesa può beneficiare. Qualche settimana fa le parti si ribaltarono. Feltri si scusò confessando di non aver avuto a disposizione una documentazione sufficiente. Quindi trapelò un po' da lui, un po' da altri con le solite smentite postume che a passare al „Giornale “di Feltri un foglietto informativo sulla vicenda di Boffo siano stati il Card. Bertone e il dott. Vian, quest'ultimo direttore del quotidiano Vaticano "L’osservatore Romano". I due, in effetti, non gradivano molto la linea talora eccessivamente aperta dell'Avvenire. Insomma un bel guazzabuglio. Forse tutte illazioni, pettegolezzi, ciancie cose però che riempirono giornali e TV.
La domanda: quando Papa Ratzinger il 3.2.1O parla di "carrierismo" nella chiesa si riferisce anche a questo?  Può darsi. In tutti i casi la denuncia non è senza fondamento. Si vede che la chiesa ha veramente bisogno di pulizia e di trasparenza nella sua gerarchia. Ci limitiamo a questo settore, ben inteso.
                                               La cordata ai dicasteri di curia
La denuncia ci permette di aprire un po' l'orizzonte sia dal punto di vista storico e soprattutto dal punto di vista della realtà contemporanea. Di questo Papa si possono avere diverse e contrastanti opinioni, non però sulla sua concezione di chiesa che egli vuole pulita e trasparente. Senz'altro avrà pure fatto e in parte condiviso il contenuto del libro "Via col vento" scritto da "I Millenari" (alcuni prelati vaticani) nel 1999 (Editrice Kaos). In effetti, a pag. 84 viene riportata anche una sua affermazione "la verità può solo essere trovata, non prodotta da una votazione. Sarebbe come sostituire il potere della verità con la verità del potere". La verità non può essere frutto di una votazione. Il che può significare che non soltanto la verità teorica, ma anche quella pratica. E verità pratica vuol dire anche la professione, il ruolo che si esercita. Questo non deve essere frutto di votazione, cioè di bramosia per la carriera, di amicizie personali, di cordate privilegiate, ma di coscienza e di onestà interiore. Sappiamo bene che lungo la storia papi e cardinali talvolta sono saliti al trono dopo di avere eliminato i propri avversari. Nel Medioevo e nel Rinascimento sono note a tutti le lotte fra le potenti famiglie romane dei Colonna, dei Castani, degli Orsini, dalle quali uscivano pontefici e prelati vincitori per la forza del potere e non per la loro testimonianza evangelica. Fino al punto che nacque anche il detto: "se la chiesa non l’hanno distrutta i papi non la distruggerà più nessuno". Papa Ratzinger denuncia il carrierismo, ma certa­mente pensa anche alle cosi dette "cordate" di carriera. A guardare la situazione interna oggi è sì vero che la chiesa è cattolica, ma non del tutto universale nella sua rappresentanza come la parola vorrebbe significare. Nell'Annuario Pontificio del 1998 abbiamo nella curia vaticana due potenti grappolate di cardinali e candidati alla loro successione in eredità a quella precedente di qualche decennio prima. Nomi? Nasalli Rocca, S.Oddi, O.Rossi, A.Samorè, L.Poggi, E.Tonini, A. Silvestrini, D. Monguzzi, E. Somalo, V.Fagiolo, P. Marini, A.Casaroli ecc. Alcuni ancora viventi, altri defunti. Ciò non toglie che ci si trovi di fronte a cristallizzazione di potere per cui ci si può chiedere se la chiesa gerarchia è composta solo da piacentini e da romagnoli, una volta affievolitasi la cordata romana degli anni 50 con i cardinali Fumasoni, Biondi, R. Cariaci, D.Giobbe, L.Traglia, A.Ottaviani ecc.
Qui si potrebbe dubitare che ci troviamo di fronte ad alcuni, due-tre filoni di carriere prelatizie a scapito di rappresentanti delle altre nazioni e continenti del mondo intero. Quindi: Curia romana non cattolica. Per dare la scalata ai suoi vertici si deve sempre essere un gruppo compatto e coeso con un capocordata di cui i collaboratori devono sempre restare a disposizione. È un lavoro di anni. Si finisce anche qui con la faccenda delle raccomandazioni, del clientelismo, con le informazioni pilotate solo verso una direzione, e con segnalazioni benevole per la corsa alle poltrone, con silenzi diplomatici. Quanto si è lontani dalla chiesa delle origini allorché pure il popolo credente veniva coinvolto nella scelta dei suoi pastori e delle sue guide.
Paolo diceva a Timoteo: „Ti scongiuro di non fare mai nulla per favoritismo". Ed ancora sembra denunciare il Papa attuale: "Il problema primario oggi più che ieri il criterio per la carriera all'interno della chiesa non è la spiritualità ma il servilismo, e che la dote principale richiesta al futuro dirigente ecclesiastico non è lo spirito di profezia (cioè il parlare e agire in nome del Signore) ma l'obbedienza all'autorità suprema, sempre e dovunque. Sembra che qui il Papa si dia la zappa sui piedi, ma è la pura verità. Dare la precedenza alla propria coscienza secondo la lettera di Paolo ai Romani. Per cui le osservazioni o le allusioni alla coppia Bertone-Vian potrebbero essere anche legittime. Eventuali comportamenti del genere contro gli elementari principi della morale ne sono avvenuti in quantità. Anzi che cosa sarebbe un foglietto calunnioso passato al direttore di un giornale laico (di Berlusconi Feltri) rispetto alle vittime dell'inquisizione? Con ciò non si deve concludere che tutto è un imbroglio. Ci mancherebbe, il messaggio d'amore di Gesù non è un imbroglio. Imbroglio e imbroglioni sono coloro che lo sfruttano per la loro sete di pote­re, per la quale hanno costruito una teologia secondo cui nell'impostazione cattolico-romana venutasi a creare soprattutto a partire dal Concilio di Trento (1560) il criterio decisivo per credere, o per ritenersi cattolici è solo la mediazione della gerarchia e struttura chiesa. Lo dichiara espressamente anche S. Ignazio di Lojola, uomo di quei tempi, fondatore dei gesuiti: "se io vedo bianco e la chiesa mi dice nero devo credere alla chiesa e e non a me stesso, devo negare negare la mia evidenza". Ne viene che il baricentro spirituale dell’uomo non è più la propria coscienza, dentro di sé, ma fuori di sé, nella gerarchia. I principi non negoziabili non sono dentro di lui, ma nel volere dei superiori. E se il papato ordina di scrivere le false „donazioni “ a Costantino imperatore, egli il suddito lo fa convenienza. (Si dice che Costantino verso il 320 d.C. diede al papato in dono l'Italia o i suoi territori, documento poi scoperto falso nel 1400 da Lorenzo Valla). E se la chiesa ordina di torturare gli eretici, il cattolico lo fa, ad appiccare il fuoco alle fascine per il rogo delle streghe il cattolico lo fa. E se gli ordina di firmare un documento falso (caso Bertone-Vian Feltri?) il cattolico lo fa. Questo è l'uomo di chiesa voluto dalla gerarchia. La vera chiesa di Gesù è molto più grande del Vaticano per cui in alcune situazioni si deve prima obbedire a Dio e poi agli "uomini". Non serve molto portare in testa curiosi copricapo tondeggianti, bianchi, rossi o viola che siano per appartenere veramente alla comunità dei giusti.
Papa Ratzinger quindi fa molto bene a denunciare il marcio nella chiesa a patto però che tutti, in alto e in basso, si capisca che una delle cause di fondo è il carrierismo. E che a sua volta una delle cause del carrierismo è la svendita della propria coscienza per raggiungere un posto al sole, cioè obbiettivi di potere.

Autore:
Albino Michelin
19.02.2010

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