domenica 8 novembre 2015

ANCORA TABÙ E SESSUOFOBIA NELLA CHIESA: I CONTRACCETTIVI

Su una presunta vera o meno sessuofobia del Cristianesimo ed in particolare nella chiesa cattolica sono state scritte intere biblioteche. Ancora oggi e sempre di più esiste uno scollamento totale fra Magistero (Gerarchia) e fedeli (Popolo di Dio) per quanto concerne ad esempio un aspetto pratico come quello del divieto dei contraccettivi nel matrimonio. La massa dei credenti considera quest'uso un fatto assolutamente normale e il resto dei battezzati di tale problema se la ride. Il pericolo di tirarsi dietro un gruppetto di integralisti celibatari e milioni di coniugi indifferenti può condurre a conseguenze negative per la credibilità della chiesa stessa. Ovvio che essa non possa cedere al populismo e al capriccio della gente, il problema però resta sempre quello di sapere e di individuare "chi" è la chiesa e se nel caso specifico i contraccettivi rappresentino un capriccio. Ha fatto scalpore il direttore di "Famiglia Cristiana", settimanale cattolico di enorme diffusione in Italia, don Sciortino, quando si permise di proporre un mea culpa ed una richiesta di perdono da parte della gerarchia ecclesiastica nei confronti della storia per un eccessivo dogmatismo sessuale che ha tabuizzato, traumatizzato ed oppresso di paure e inferni la coscienza della gente. Subito la reazione, ed il pericolo che don Sciortino venisse rimosso come il suo predecessore don Zenga non fu poi così remoto. Anche nella trasmissione televisiva di "Porta a Porta" Bruno Vespa si è sentito in dovere di invitare ossequiente alcuni alti prelati del suo solito pentagono (16.1.00) per sterilizzare quella osservazione apostrofandola come grave menzogna ed affermare solennemente che il Cristianesimo nella sua storia non è mai stato sessuofobo e tanto meno lo è oggi. Come si vede, patata bollente e tanto servilismo bacchettone. Ricordo che pochi giorni appresso più di qualche signora anziana si è meravigliata per il modo con cui si continuano a difendere frottole del genere, quando solo 30-40 anni fa dopo di aver avuto un figlio aveva dovuto sottoporsi ad una benedizione lavacro purificatore per rimettere nuovamente piede in chiesa: immonda per aver concepito e dato alla luce un figlio attraverso un rapporto sessuale. In merito all'argomento consigliabile sarebbe un libro molto interessante: "La morale coniugale scompaginata" scritto da un autore sano (oltre che cattolico praticante) ed edito da una casa cattolica doc quale la "Cittadella di Assisi". L'autore Antonio Thellung, da oltre mezzo secolo felicemente sposato, tre figli e sette nipoti, fondatore della "Comunità del Mattino" un piccolo insieme di famiglie che da vent'anni vivono sotto lo stesso tetto. Orbene egli dichiara un "affettuoso" dissenso dalla posizione dell'attuale Papa Wojtyla in materia di sessualità, sia nel considerare la donna come all'interno del matrimonio. E si riferisce ad un suo discorso ai fedeli (1.10.1980) nel quale afferma che l'adulterio non si ha solo quando un uomo desidera la donna di un altro, ma anche quando il marito desidera in modo concupito la propria moglie. Il nostro Antonio dissente "affettuosamente" e dichiara che pur rimanendo cristiano non può fare i conti con tale asserzione e che egli ha sempre guardato e continua a guardare la moglie per desiderarla e così spera di farlo in futuro garantendosi il tal modo la fedeltà reciproca tanto predicata dalla chiesa per salvaguardare indissolubilità e sacramento vita natural durante. Inoltre nella sua enciclica "Familiaris Consortio" Giovanni Paolo II ribadisce che il rapporto sessuale è lecito soltanto nel matrimonio, che ogni congiunzione carnale deve rispettare il criterio unitivo - procreativo senza impedire l'eventuale fecondazione in modo artificiale, e chi figli non ne desidera ha da accoppiarsi solo nei periodi di non fertilità della donna. Qualche tempo dopo il Papa sottolineava che anche se tale normativa non si riscontra letteralmente nella S. Scrittura, non di meno le corrisponde implicitamente per il fatto di essere contenuta nella Tradizione e nel Magistero (Osservatore Romano 19.7.84). Siamo quindi autorizzati a ricorrere al Nuovo Testamento per esaminare se esso contenga elementi sessuofobi. Ci basti una sola espressione di S. Paolo, celibe ma molto attento alla psicologia umana: "È meglio sposarsi che ardere" (la Cor. 7,9). Invito il lettore a leggersi tutti i primi 9 versetti del capitolo settimo. Per Paolo cioè non è che ci si deve sposare anzitutto per la procreazione dei figli, ma per evitare il pericolo all'incontinenza e, banalmente detto, per non andare a donne o a uomini. Nessun autore della Bibbia­Nuovo Testamento proibisce il matrimonio senza figli o comanda di fare un figlio ad ogni rapporto sessuale. Emerge una certa indipendenza fra l'atto sessuale con finalità unitive e quello con finalità procreative.
E' vero invece che più ci si allontana dalla prima comunità di Gesù e apostolica, più il Cristianesimo diventa sessuofobo.
La battaglia di S.Agostino contro il rapporto sessuale.
Soprattutto sotto l'influsso dell'ex manicheo S. Agostino (prima della conversione un figlio extramatrimonio e gioventù licenziosa) inizia una svalutazione spietata contro l'atto sessuale ed il connesso piacere. Questo vescovo infatti (354-430 d.C.) scriveva essere lecito il desiderio dell'unione fisica solo per avere dei figli. E agli sposi raccomandava: "poiché non potete averli in altra maniera, fatelo con dolore". E alla sera la preghiera: „Signore non lo faccio per piacere mio, ma per piacere a Dio.” E alla nascita del pargolo subito il battesimo, il giorno stesso, perché con il rapporto sessuale si era portato dietro anche il peccato originale. Povero il nostro pupo, che bell’incomincio. Ci perdoni il Santo d'lppona, ma per lui ci sarebbe proprio voluta solo la moderna inseminazione artificiale! A scrivere la storia della morale sessuale degli ultimi 1700 anni non si sa se restare impressionati o divertiti. Abbiamo degli autori che proibiscono il rapporto fisico tutti i giorni della settimana, invocando particolari motivi. La domenica (no) per commemorare la risurrezione di Gesù, il lunedì (no) perché consacrato ai defunti, il martedì (no) perché dedicato agli angeli custodi, il mercoledì (no) perché riservato alla SS. Trinità, il giovedì (no) perché caro alla Sacra Eucarestia, il venerdì (no) per rispetto alla croce e ai dolori del crocefisso, il sabato (no) per onorare la Vergine Maria. Insomma se ne deduce che l'amore nel matrimonio lo si poteva fare ogni due anni o poco più e solo per mettere al mondo dei figli. E se qualche moralista si sporgeva troppo dal davanzale a sostenere che l'atto sessuale compiuto per il solo piacere era esente da colpa subito ci arrivava smentita e condanna, come quella celebre di Papa Innocenzo XI nel 1679. E il buon napoletano Sant'Alfonso (1696-1787) predicava che all'inferno ci si va o a causa di questo peccato o non senza di questo. Non procediamo oltre, ma confessiamo che un po' di umiltà non guasta: la nostra tradizione cattolica è stata troppo sessuofoba. E come il Papa il 12.3.2000 chiese perdono per i 2000 anni di costante tradizione antisemitica contro gli ebrei, cosi non sarebbe fuori luogo la proposta del Direttore di "Famiglia Cristiana" sopra menzionato. Non c'è motivo di lapidarlo né di licenziarlo!
Oggi il magistero ecclesiastico ha lentamente meglio recepito il ruolo positivo del piacere nella vita della coppia. Resta comunque il divieto dei contraccettivi, e per chi non vuole il figlio l'alternativa della continenza periodica: accoppiamento solo nei giorni infecondi della moglie.
                                             Sempre la donna a dover subire
Indubbiamente per la donna l'amore ad orologio e il controllo dei propri ritmi mensili risulta molto disagevole dal punto di vista pratico: o usare tutti i giorni il computer o andare dal ginecologo due volte la settimana. Ma la donna deve convincersi: il mondo, il sesso è dei maschi e lei deve umilmente sottostare. Una posizione intermedia oggi accettabile potrebbe essere la seguente: un matrimonio chiuso a nuove vite non ha senso, d'altra parte mettere al mondo tutti i figli concepibili sarebbe un controsenso. Nella vita è l'insieme che conta e qualifica i singoli atti. Cioè la domanda: è necessario che ogni singolo atto sessuale sia fecondo o è importante che la vita coniugale sia feconda, lasciando alla coscienza responsabile della coppia la scelta sul numero dei figli? Non si può definire fannullone un lavoratore che si concede qualche giorno di relax: anzi questo potrebbe costituire condizione indispensabile per diventare più efficiente. Allo stesso modo l'uso di contraccettivi nel matrimonio potrebbe meglio garantire una proficua fedeltà. Sappiamo che il Magistero ecclesiastico insegna non essere lecito fare il male (nel caso prendere l'anticoncezionale) per raggiungere un bene (nel caso l'armonia coniugale). A ciò si può obbiettare che anche la chiesa nella sua tradizione ha sempre legittimato un male minore per evitare uno peggiore. Vedi la guerra santa e la pena di morte utilizzate fino a poco tempo fa anche fra le mura vaticane. E poi dal punto di vista biologico non riduciamo due sposi al livello di due animali. Gli animali si accoppiano solo per riprodurre, i coniugi per reciproco amore anzitutto. Nel genere umano il numero dei figli è limitatissimo rispetto al numero dei rapporti sessuali, anche senza l'uso dei contraccettivi. Tra milioni di miliardi di spermatozoi solo uno raggiunge l'obiettivo della fecondazione. Tutti gli altri restano per strada o vengono eliminati. La natura sovrabbonda in questo campo per dirci che nel rapporto sessuale uomo-donna si offre più spazio per l'amore che non per la procreazione. Infine il troppo accanimento della chiesa contro i contraccettivi arrischia di fare un pessimo servizio alla stessa, anche perché si tende a porre sullo stesso piano questo divieto con quello dell'aborto. Che non sono invece due facce della stessa medaglia. Enorme è la differenza esistente prima dell'unione spermatozoo-ovulo e dopo. Per cui una maggiore tolleranza verso i contraccettivi può diminuire il numero degli aborti. Invece forse purtroppo sulla coscienza della chiesa pesano tanti aborti, cioè omicidi, che con maggiore permissività all'anticoncezionale si sarebbero potuti e si potrebbero evitare. Un discorso dunque sul ruolo positivo della sessualità e sui pericoli della sessuofobia non sono inutili. I troppo rigidi divieti in materia possono produrre molti danni e zero vantaggi.

Autore:
Albino Michelin
11.05.2000

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