giovedì 4 febbraio 2016

CARA CHIESA CATTOLICA ORGANIZZACI UN FISCO-DAY

Sabato 12 maggio 2007 un milione ed oltre di italiani hanno manifestato per le vie di Roma a favore della famiglia fondata sul matrimonio e contro le coppie di fatto, etero ed omo­sessuali, nonché gridato la loro esigenza affinché il Governo elargisca sostegni adeguati a favore dei figli, sia per la quantità come per la qualità. Facciamo più figli, e diamo più soldi per la loro istruzione e educazione. Giusto: ben detto. Ma da dove li prendiamo sti benedetti soldi? Una sola risposta c'è: dal contributo fiscale di tutti cittadini. Si comincia da qui creando alla base una coscienza civica e legalità sia da parte della chiesa, come da parte della politica. Battere tamburo pro Family-day mettendo in processione donne col pancione, fantolini con pampers e biberon, neonati imbottiti dentro gli zainetti portati sulle spalle dei loro babbi è tutto folclore turistico.
                             Una chiesa troppo muta di fronte alla illegalità diffusa.
Qui si colloca l'intervista di Romano Prodi, capo del Governo e “cattolico adulto" agli inizi di agosto apparsa sulla rivista "Famiglia Cristina" il   5.08.07. Come punto di riferimento   per questa tematica vale la pena citarla anche qui.  "Un terzo degli italiani evade le tasse, e questo è inammissibile.  Per cambiare mentalità occorre che tutti a partire dagli educatori facciano la loro parte, scuola e chiesa comprese. Perché quando vado a messa questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie? Eppure ha  una  forte  carica  etica. Possibile che su 40 milioni di contribuenti solo trecentomila dichiarano più di 100 mila euro all'anno? Facciamo tutti il nostro dovere e tutti potremo pagare di meno e la comunità avrà le risorse necessarie per dare sollievo e slancio all'Italia specie alle classi e alle istituzioni più disagiate, cioè aggiungiamo noi alle famiglie, ai pensionati, alla sanità, ai giovani, alla scuola, ecc. Se un terzo degli italiani sono evasori ed un terzo lucra servizi a sbaffo, come di fatto risulta, vuol dire che i tanti o pochi servizi sociali sono possibili perché gli altri due terzi pagano per tutti.” All'intervista di Prodi, apriti o cielo, si è scatenata l'ira di mezza Italia e anche la gerarchia cattolica è entrata in fibrillazione. Qui non ci interessa l'affermazione di un politico, quanto piuttosto l'affermazione di un credente. Perché se ci perdiamo nel dibattito politico non se ne esce più.  E' scontato che   l'intervista non sia stata digerita dalle destre cattoliche né dai parlamentari della UDC (che nel nostro caso potrebbe tradursi con "Unione divorziati cattolici"), la maggior parte dei quali vivono con le famiglie di origine allo sfascio ma feroci oppositori alle coppi di fatto. Per dire quanta ipocrisia circoli nel cattolicesimo italiano. Tipo Elisabetta Gardini, che conoscerà lo statuto del Grande Fratello più dei dettami del Vangelo, e che ti va ad ironizzare sul fatto che il cattolico adulto Prodi si permetta di dare lezioni di etica persino alla chiesa e dettare regolette ai prete per la buona omelia. La gentile divorziata o convivente Elisabetta si legga il Diritto canonico e i documenti del Concilio Ecumenico e vi troverà dei buoni consigli per esprimere la propria opinione alla chiesa in merito alla sua competenza e ai suoi legittimi desideri. Più costruttivo ci sembra l'intervento di un lettore inviato dalla stampa: "Anch'io come tanti andiamo in chiesa ed effettivamente di fronte a certe insopportabili colate di melassa sentimentale-teologica verrebbe voglia di suggerire al predicatore di leggere la lettera di Paolo ai Romani (13,7): "Rendete a ciascuno ciò che è dovuto, a chi il tributo il tributo, a chi le tasse le tasse, a chi il rispetto il rispetto ".
                                             I distinguo della chiesa italiana
Inizialmente nel dibattito che ne scaturì abbiamo registrato una posizione pro-fisco (rappresentata da don Mazzi), con pochi aderenti. Una contraria, rappresentata da don Baget Bozzo, ed una né bianca né nera, cioè grigia, rappresentata dal Vescovo di Chieti Mons. Forte, nei confronti della quale non si è registrato nessun dissenso da parte dei prelati italiani. Don Mazzi: "noi preti dovremmo essere più attenti ai problemi del paese.  Se noi cattolici facessimo sempre il nostro dovere, certo che l’Italia sarebbe migliore". Don Baget Bozzo, consigliere spirituale di Berlusconi: "evadere le tasse per un cristiano non è peccato, non si infrange nessun precetto. E' giusto che la chiesa inviti a pagare i tributi, ma questo resta nella libertà di arbitrio dei cristiani.  E' il cattolico a dire quanto è giusto, secondo lui pagare per aiutare la comunità. Lo stato non può imporre niente. La chiesa non si può trasformare nell'agenzia del Ministero delle Finanze". Ma qui siamo in pieno relativismo, è un invito a nozze per metterci il turbo alla fantasia degli italiani evasori. Posizione grigia e latitante resta quella di Mons. Forte: "La nostra gente ha una fondamentale onestà che vorrebbe però vedere riflessa a livello di leggi: La chiesa è cauta nel condannare l'evasione in quanto l'uso delle imposte non risulta equo al cittadino''.  Sulla stessa posizione il Cardinal Bertone, Segretario di Stato Vaticano (versione prima) il quale tende a scaricare sui parlamentari. Si sono aumentati il loro stipendio. Sperperi per enti fasulli e per realtà parassitarie. Oppure lo stesso Cardinale (versione seconda, il 26 agosto al Meeting di Rimini per Comunione e Liberazione): "Tutti dobbiamo fare il nostro dovere e pagare le tasse secondo Ieggi giuste a favore dei poveri e dei più deboli". Qui la risposta andrebbe data per parti. Intanto parla una chiesa italiana che gode di tutti i privilegi inimmaginabili e possibili, tacitamente sostenuta dagli italiani contribuenti, fra cui anche una percentuale di non cattolici. Ad esempio: gli immobili della Chiesa sono esenti dall'Ici (bonus del Governo Berlusconi), gli enti commerciali pure perché fatti passare sotto finalità di culto. Cioè basta che un supermercato della chiesa si costruisca una cappellina all'ingresso o nel retro dello stabile per essere esente dal fisco. Nel contesto di Rimini il Card. Bertone non dice di 6 miliardi di euro elusi al fisco in agevolazioni fiscali dagli enti ecclesiastici. Bello sarebbe stato sentire un Cardinale che avesse detto: "Ragazzi le tasse dobbiamo pagarle tutti, da domani incominciamo anche noi''. La solita versione un po' sbiadita del Vangelo, niente che riverberi la sua tempra "sovversiva" e il suo potente spirito di solidarietà. Una chiesa che mette e toglie gli insegnanti di religione con l'obbligo allo Stato di stipendiarli, però esclude nello stesso tempo il finanziamento agli insegnanti di altre religioni. Una chiesa che gestisce il gettito tasse 0,8 per mille, circa un miliardo di euro l'anno, con resoconti a tutto tondo e con impieghi talvolta discutibili, vedi interessi parapolitici.  Una chiesa che mette sulla groppa dello Stato italiano 1.230 cappellani militari con lo stipendio da ufficiali, più un vescovo con il mensile da Generale d'armata, quando basterebbe un sacerdote del luogo dove è funzionante una caserma per espletare le richieste pastorali. Si dà cioè qui l'impressione che la chiesa una volta sistemata la sua "bottega" non si cura più di tanto di costruire nell'ambiente una vera coscienza sociale. Di qui si capisce anche il motivo per cui parecchi cattolici cominciano a devolvere lo 0,8 per mille ad altre istituzioni sociali, come i Valdesi. L'affermazione poi "pagare le tasse secondo leggi giuste" diventa un po' riduttiva se si riferisce ad una classe (ingiusta) di politici corrotti. Il dovere fiscale dovrebbe essere assoluto, indipendentemente dai governati di turno, in quanto questi sono espressione della mentalità e della coscienza (pulita o sporca) dei cittadini. Cioè i nostri capi frodano perché escono da un popolo abituato a frodare. E se così fosse si dovrebbe da parte della chiesa insegnare e testimoniare una legalità a tutto campo, in alto fra gli onorevoli e in basso fra la gente, nelle istituzioni ecclesiastiche e nella società laica.  Se no con questo ragionamento non si dovrebbe allora nemmeno fare più le offerte in chiesa in quanto, vacci a vedere se il clero le usa secondo leggi giuste. La chiesa cattolica nordamericana ha sprecato miliardi di dollari per sanare le piaghe dei preti pedofili, allorché a risarcire avrebbero dovuto essere i colpevoli stessi. Sarebbe corretto usare le offerte dei fedeli a questo scopo? Lo stesso ragionamento andrebbe fatto in politica al riguardo del fisco. Ma qui si nicchia, c'è troppa latitanza.  Persino Vittorio Missori, amplificatore mediatico della tradizione cattolica dà ragione ad una certa chiesa con l’affermazione: "il cattolico ha diritto alla legittima difesa.". Cioè di esentarsi dalle tasse. Si nicchia perché se il nr. 2409 del nuovo catechismo condanna l'evasione fiscale è talmente scritto in piccolo che bisogna inforcare gli occhiale per trovarne la citazione. E poi non basta scrivere lettera morta, per obbligo formale. Bisogna anche battersi come si fa contro l 'aborto, contro l'eutanasia, contro le coppie di fatto. Allora si svegliano le coscienze e il confronto si fa vivace. Trapela che anche il papa pubblicherà un enciclica sull'evasione fiscale. Adesso cominciano a muoversi un po' tutti, perché sollecitati da altri fronti, che non sono quelli interni alla chiesa stessa. Meglio così, meglio tardi che mai.
                                Gli evasori fiscali sono i veri killer dello Stato
Anche Gesù ha pagato le tasse senza tanti distinguo (Mt 17,27). Certo da allora i tempi sono cambiati, ma su quel comportamento si fonda l'obbligo fiscale, più che non sulle esternazioni del “cattolico adulto" Prodi. E quindi sì auspica una nuova pedagogia pastorale da parte della chiesa. Ci si aspetta cioè che quando ogni prete fa l'esame di coscienza ai suoi fedeli non continui a chiedere: "ti sei masturbato e quante volte?" ma cominci con la domanda delle domande: "hai evaso le tasse e di quanti euro?". Discorsi del genere sono quasi superflui in Svizzera. Perché da una parte esiste una democrazia del "tutti per uno e uno per tutti", che quando propone un referendum per l 'aumento delle tasse viene accolto plebiscitariamente. E poi, cosa importante, perché la religione protestante ci ha abituati (pure noi cattolici italiani) a cominciare dalla coscienza personale, dal rispetto verso tutti anche pagando le tasse. I protestanti svizzeri ci sorridono spesso: "Ah, voi avete la confessione e quindi evadete frequente e vi confessate più frequente. E poi cominciate da capo"· Quando c'è una vera coscienza non la si può barare. Con la coscienza all'italiana invece si può sempre e senza tanti scrupoli. Di qui si passa allo Stato che deve andar giù di brutto contro gli evasori. In una ricca città del nord sono stati chiusi due negozi per mancata emissione di scontrini fiscali. Dopo qualche giorno l'emissione è aumentata del 100%. In un baleno rientrati 10 milioni di euro. In due comuni del bresciano un agente finanziario ha fatto rientrare dagli evasori in un anno 250 mila euro. E poi tolleranza zero contro i mega scandali dei vari Valentino Rossi, campioni dello sport, gente dello spettacolo. Infine per scuotere l'ambiente ci auguriamo l'organizzazione di un grande "Fisco-day" a livello nazionale sul modello del "Family-day" del 12.5.07. Così ricuperiamo tanti soldini anche a beneficio delle famiglie fondate sul matrimonio. Una bella manifestazione promossa dai vari Pezzotta, Binetti, Buttiglione, Casini, Berlusconi, col tam-tam di Radio Maria. Tutti a sfilare, anche i vescovi, ovviamente senza mitra e senza pastorale, senza auto di scorta, guardie del corpo e buttafuori, ma con tanta convinzione. La convinzione di chi vuole gridare a tutti che l'evasione fiscale è uno dei peccati sociali più gravi dell'Italia attuale.

Autore:
Albino Michelin
14.09.2007

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