giovedì 11 febbraio 2016

UNIVERSITÀ LA SAPIENZA: OLTRAGGIO AL PAPA?

Giovedì 17 gennaio 2008 Papa Ratzinger era stato invitato a tenere una conferenza all'università Sapienza di Roma. Per una serie di circostanze vi ha rinunciato (secondo alcuni), è stato costretto a rinunciare (secondo altri). La Sapienza, università statale laica, fondata nel 1303 da Papa Bonifacio VIII, si prestava a festeggiare i 705 anni di vita. Attualmente annovera oltre 10 mila studenti iscritti e 4500 docenti. Tentiamo di dare una possibilmente esatta verità dei fatti. Il rettore Guarini il 23 novembre di sua spontanea iniziativa invita il romano pontefice quale relatore ufficiale per l'apertura dell'anno accademico. Il tema avrebbe dovuto riguardare la pena di morte, che sarebbe poi stato sostituito nell'acuirsi della vicenda. L'esimio docente Marcello Cini ed altri 67 cattedratici, in maggioranza esponenti dell'Istituto di Fisica, esprimono il loro dissenso. Considerano cioè la visita inopportuna per una serie di motivi discutibili o meno. Ad esempio: l'inaugurazione ufficiale viene in genere affidata ad una personalità interna all'istituzione stessa. Quindi Ratzinger avrebbe potuto intervenire in altra circostanza. L'apertura dell'anno accademico ha un valore e significato tutto diverso da quello di un pubblico dibattito. Poi, l'argomento di apertura "Pena di morte" non è parso ai firmatari molto coerente e confacente, in quanto il Catechismo attuale della Chiesa cattolica compilato da Ratzinger verso gli anni ‘90 al nr. 2266 ritiene lecita la pena di morte. Ulteriore motivo: l'istituzione rappresentata dal Papa ha condannato Galileo che all'inizio del 1600 affermava essere la terra a girare attorno al sole e non viceversa, secondo l'asserto della Chiesa del tempo basata su di una pedissequa lettura della Bibbia. Condanne poi si sono ripetute nei confronti di Marx, Darwin, l'illuminismo, Freud e gli scienziati in genere, specie quelli della odierna bioetica. Ora il rifiuto della scienza non è così irrilevante per chi dovrebbe iniziare un anno accademico. I docenti, cioè il gruppo su citato, paventavano che il Papa venisse a turbare la loro ricerca scientifica con ipoteche fideistiche e principi autoritari. Se Ratzinger predica che la ragione ha bisogno della fede altrimenti diventa deriva apocalittica, tutto ciò lo esprima liberamente dalla finestra di Piazza San Pietro, a casa sua, ma non necessariamente in una università laica, in casa d'altri, che non dovrebbe essere messa in soggezione dai poteri forti religiosi a pensiero unico, senza possibilità di dialettica. Che poi il testo della conferenza papale avesse atri contenuti sul tipo "il Papa non vuole imporre la fede a nessuno" è costatazione verificabile però dopo l'incidente.
                                          Un nuovo schiaffo di Anagni.
La comunicazione del inopportunità venne divulgata qualche settimana prima del 17 gennaio quando l'OK papale fu definito. Di qui il sollevamento popolare degli studenti, invero abbastanza limitato a qualche centinaio. Come al solito manifesti e megalenzuoli vengono esposti un po' dovunque attorno agli edifici dell'università "Il sapere non ha bisogno né di papi né di preti, la scienza è laica. Fra Giordano è stato bruciato, Galileo ha abiurato noi resistiamo contro il Papato. "Annuntio vobis gaudium magnum, non habemus papam (vi annuncio una' grande gioia, non abbiamo il papa)", e avanti su questo tono. Inoltre vengono previsti pranzi sociali antipapali a pane e porchetta, una frocessione (=processione), una via Frocis (Via Crucis), francamente con troppa irriverenza goliardica. Furono appuntate forze di polizia e tutti gli strumenti per la sicurezza. Ma il Governo in un dispaccio della presidenza ha escluso ogni problema di ordine pubblico non ostante una campagna allarmistica montata dal quotidiano dei vescovi italiani "L'Avvenire". Di qui la rinuncia del Papa all'inaugurazione onde evitare e subire disordini. E qui tutta l'Italia si desta fagocitata specialmente dai parlamentari di destra. Stampa e Tv si stracciano le vesti per il nuovo schiaffo di Anagni, per l'oltraggio imperdonabile, per il boicottaggio al teologo più illustre del nostro tempo, per l'anticlericalismo di quattro imbecilli verso il santo Padre, il dolce Cristo in terra. Subito il Cardinal Ruini lancia un appello per la domenica 20 gennaio, tutti in piazza S. Pietro all'ora dell'Angelus, per dimostrare affetto e solidarietà al Papa. Insomma una chiamata alle armi, una imponente manifestazione della forza cattolica: le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa.
                                    Montato un caso mediatico politico
Fino a qui la cronaca. Qualche osservazione, limitata alla minoranza dei credenti che ama andare al di là delle emozioni di un giorno, effimere e facili a sciogliersi come neve al sole. Anzitutto nessuno ha messo la mordacchia al Papa per proibirgli di esprimere libera opinione. Solo si è consigliata la sua relazione in altra circostanza, non all'inaugurazione ufficiale. Un tempo la scienza studiava la materia morta, oggi studia quella vivente. Per questo il docente Cini si espresse: "non abbiamo piacere in tale occasione ufficiale sentire un relatore, per quanto emerito, capo di una confessione religiosa, che ha offeso e offende questa ricerca". Ovviamente, esagerato il Cini, troppo geloso della sua autonomia. Ma un dubbio a proposito non nuoce. ln effetti non corrisponde a verità che al Papa sia negata in Italia la libertà di opinione. Lo dimostra il fatto che la nostra Televisione dà ampio spazio ai suoi interventi, ai suoi pontificali, alle sue esortazioni. Ogni giorno! Anche se applaudite apparentemente da tutti e quasi da nessuno interiormente condivise. Se pensiamo al torto che stiamo facendo alle altre religioni, come ai valdesi e ai protestanti ridotti ad un'ora di trasmissione, una volta la settimana, dopo mezzanotte, nessun cattolico italiano ha il diritto di lamentarsi che al Papa venga tolta la parola e non gli si lasci la libertà di opinione. AI contrario: è un'autentica invasione! Conseguenza: un solo menu cattolico, cultura a senso unico. Altra considerazione: il Papa avrebbe dovuto ugualmente andare alla Sapienza a tenere il suo discorso, ancorché prevedesse la contestazione di uno sparuto drappello di studenti e docenti. Gesù ci sarebbe andato, anche se qualche volta nella discussione con i suoi avversari ha dovuto scappare per non essere linciato. Quindi pure un papa sull’esempio di Gesù non deve andare solo là dove le folle lo acclamano, dove l’applauso è unanime, dove può raccogliere solo osanna e successi. Ma anche là dove la contestazione, specialmente giovanile, necessita di risposte prive di apparati, di verità definite, in un processo di dialogo.
                                             Riclericalizzazione dell’Italia
Ancora: questo incidente pone una domanda. Quando il papa parla, lo fa in qualità di teologo, come servo dei servi di Dio, come capo della chiesa cattolica, come governatore dello stato vaticano, come monarca del sacro romano impero stile antico regime? Una chiarifica ce la dobbiamo pure fare, non può essere una popstar pigliatutto. E’ questo è un grande vantaggio per la credibilità della chiesa stessa, soprattutto per diminuire l’anticlericalismo. Non vorremmo dettagliare troppo singolarmente questi aspetti. Servo dei servi di Dio? Gesù gli disse: Pietro, conferma i tuoi fratelli nella fede. Teologo? Allora potrebbe pure accettare il dibattito per una ricerca comunitaria della verità. Governatore dello Stato Vaticano? Qui la faccenda si complica: entrando in politica deve pure allora accettare le contestazioni. Quando Pietro voleva instaurare la forza politica d'Israele Gesù gli rispose: "vai indietro da me Satana, tu non sai di che spirito sei". La reazione dell'università Sapienza, per quanto sparuta, forse ha pure qui una radice. Anche perché il clima di quei giorni era di alta tensione. In effetti il Papa Ratzinger aveva fatto osservare al sindaco Veltroni il degrado di Roma. Forse valeva la pena di evitare ciò che venne considerato un affronto. Il Vaticano non deve dimenticare tutte le regalie economiche che l'Italia e Roma gli riserva. Tutti (e sono parecchi) gli edifici della chiesa esenti da tasse, dal fisco, insegnanti di religione nelle scuole pagati dallo Stato, così pure cappellani militari. La bonifica delle acque vaticane costate all'Italia 360 milioni di euro qualche anno fa. Ovvio che questi interventi causano incidenti diplomatici. Oppure monarca del Sacro romano impero? Grazie per quanto la chiesa ha fatto nel Medioevo, ma non dobbiamo nutrire nostalgie dei passati cimeli. Invece continua a tutt'oggi il bacio dell'anello papale, ad esempio. Che se da una parte potrebbe rappresentare un culto della personalità fuori tempo, dall'altro potrebbe costituire un pericolo di diffusione di malattie infettive, certamente un accumulo di sbavature poco igieniche. Ma i nostri parlamentari, a scopo elettorale, arrischiano tutto e di più, sono sempre in prima fila non solo al bacio del sacro anello, ma anche della pantofola, se lo potessero. L'osservazione non ci sembri peregrina: in effetti il rettore dell'università della Sapienza aveva invitato i docenti al bacio dell'anello. Pure questo in alcuni ha suscitato reazioni e rifiuto. Infine per quanto concerne il rispetto delle opinioni altrui che il Papa ha reclamato e ci trova consenzienti, va anche detto che eventuale reciprocità in merito non guasterebbe. Cioè sarebbe disponibile la gerarchia ecclesiastica romana ad invitare all'università Pontificia, per l'inaugurazione dell'anno accademico, un relatore tipo Bertinotti, marxista doc, oppure un Cecchi Paone per una lezione sull'omosessualità, quella innata, quella indotta, quella affettiva? Dopo aver definito assassine le abortiste e dopo aver equiparato gli omosessuali agli incestuosi, chissà quante pietre tirerebbero loro addosso i cattolici teocom e teodem, Opus Dei, Comunione e liberazione, i miliziani di Cristo, Focolarini, via via. Tutti all'insegna della libertà di opinione, di parola, di stampa. Ovviamente, quella loro. Come si vede, l'incidente papale della Sapienza aprirebbe un discorso più importante di quello che non si pensi, anche se la contestazione è stata innescata da una minoranza apparentemente insignificante

Autore:
Albino Michelin
31.01.2008

P.S. In data 4.2.08 sono pervenuti al numero di 1.497 i docenti firmatari sostenitori ai 67 iniziali che giudicarono inopportuno l’intervento di Papa Ratzinger all’inaugurazione dell’anno accademico 11.1.08.

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