domenica 7 febbraio 2016

LA NUOVA BIBBIA DI ZURIGO

Ventiseimila copie vendute in tre mesi questa è la vera sorpresa, culturale e religiosa ad un tempo, registrata nel nostro territorio. Ovviamente si tratta di una nuova traduzione non di una nuova opera sacra. Di ciò presenta un ampio studio e relazione il Forum, bollettino parrocchiale cattolico del Cantone, a significare tra l'altro l'interesse al testo registrabile tra la nostra gente. Cosa impensabile fra i cattolici italiani per i quali le devozioni sentimentali e il turismo sacro superano di gran lunga l'interesse ai fondamenti ragionati e razionali della nostra fede. È una traduzione che ci riporta al tempo delle origini, ricreando sia l'ambiente di redazione dei testi, sia l'occasione e le circostanze a cui un determinato brano o testo vorrebbe rispondere. E quindi il tentativo di riproporre una traduzione non tanto in letteratura antiquata, ma con attualizzazione dei vocaboli redatti all'oggi e soprattutto alle esperienze in cui noi si vive. Si sa che ogni traduzione dei testi antichi arrischia anche di essere un tradimento. In effetti, i due vocaboli hanno la stessa radice: dal latino "tradere" che significa consegnare ma anche tradire. Sempre in una traduzione si dà a quella determinata parola un po' della nostra interpretazione, fatta d'esperienza maturatasi nel passato. Cioè è un po' una precomprensione, un pregiudizio, un pretesto: vale a dire noi spesso ci troviamo quello che abbiamo deciso già in partenza di trovarci. E quindi al significato povero del vocabolo, del proverbio, del detto antico si aggiunge anche quello arricchito dalla storia successiva, quella pervenuta sino a noi. Qualche esempio? Una donna del nostro tempo reagisce mettendo le mani avanti quando le capitasse di sentire o di leggere nel Vangelo: "Usate misericordia gli uni con gli altri affinché siate figli del Padre Vostro celeste “. Tale donna se normale, non assente da questa società, di attenzione vigile, ribatterà:" ma io non sono un figlio, io sono una figlia di Dio"'. E questo come mai? Perché al tempo di Gesù la donna come i bambini non veniva all'anagrafe conteggiata. Certo, non era colpa di Gesù, ma della mentalità. Però lui mica la poteva sovvertirla di colpo. Quando e come è sorta la Bibbia? Si sa che la Curia romana è intervenuta parecchie volte negli ultimi tempi per rifiutare, specie fra cristiani, inglesi e americani, traduzioni aggiornate nella loro lingua. Però sta di fatto che anche la Gerarchia cattolica si vede costretta a tradurre diversamente parecchie cosette come la frase del Padre Nostro "non c'indurre in tentazione" con la frase "non permetterci di soccombere alla tentazione". Nonché l'Ave Maria che va tradotta: "Rallegrati, Maria". Ed ancora: nella messa cattolica si prega o si parla sempre di "Signore", il Signore sia con voi, Signore pietà, ecc. La maggior parte di noi non sa che il nome di Dio nella Bibbia era intraducibile, composto di 4 consonanti senza vocali "JHVH", cioè impronunciabile, che praticamente significava: "l'Esistente il Vivente, l'Eterno". Potrebbero essere realtà di poco conto, in pratica però ci obbligano ad interrogarci sul "come" è sorta la Bibbia, in quale lingua originale è stata scritta, quanti sono coloro che vi hanno collaborato alla redazione o chi vi ha messo le mani più tardi, perché sono stati esclusi alcuni libri canonici, chiamati apocrifi, cioè nascosti , messi da parte pur essendo contemporanei ai vangeli e di grande contenuto spirituale come il Vangelo di Tommaso, quando si è conclusa la stesura ufficiale della Bibbia, ecc. Ed ancora: come mai le bibbie circolanti sono spesso diverse le une dalle altre. C'è una bibbia cattolica, una bibbia protestante, una bibbia ortodossa, una bibbia ebraica, una bibbia dei testimoni di Geova ecc. Ciò non deve indurci allo scandalo, ma ad un confronto sui testi e sulle origini, nonché sui motivi talvolta di partito che hanno indotto ciascuna religione a prendersi la sua bibbia sotto il braccio, tradurla e interpretarla secondo la sua storia. Qualche risposta, per quanto breve, è pure necessaria. Anzitutto la bibbia non è un libro, ma una raccolta di libri, una specie di biblioteca. Ognuno dei 72, (/69 o/ 65) libri, a seconda la confessione religiosa è stato scritto in tempi e luoghi diversi, dopo lunghi racconti, di anni e di secoli, tramandati oralmente. Si sa che gli ebrei antichi erano un popolo nomade e attorno ai fuochi serali si raccontavano e tramandavano il mito di Adamo, di Noè, di Abramo, di Mosè. Solo lentamente verso l'8° secolo prima di Cristo si cominciò a mettere in iscritto a pezzi, a brani, nemmeno con molta logica né con scrupolosa cronologia. In effetti i libri della Bibbia non sono né testi di storia, né verbali di fatti scientificamente controllati. La quarantina di libri che vanno fino alla nascita di Gesù e raccontano le esperienze del popolo ebraico venne definitivamente chiusa addirittura un secolo dopo Cristo.
                         Il perché delle diversità fra i Vangeli della bibbia
Lo stesso discorso vale per i 27 o 24 libri del Nuovo Testamento, quelli cioè che riguardano la vita, l'opera, il messaggio di Gesù. Anche qui dapprima si fecero circolare racconti orali sul Profeta di Nazareth, poi tali racconti si iniziò a leggerli durante le celebrazioni delle prime messe od eucaristie nelle case, infine si mandarono per iscritto. Però ogni comunità come quella degli evangelisti Matteo, Luca, Marco, Giovanni, Paolo ecc. misero in evidenza di Gesù aspetti che riguardavano l'interesse e la formazione della loro comunità e ne tralasciarono altri di minor interesse. Di qui le diversità e talvolta le contraddizioni (in genere di poco conto) che si riscontrano nei loro libri. Ad esempio Marco (Capo x) nel suo Vangelo e nella sua comunità presenta un Gesù radicale in favore dell'indissolubilità del matrimonio. Matteo (Capo 19) e la sua comunità, Paolo nella seconda lettera ai Corinti (Capo VII) sono più possibilisti per un'eventuale separazione (matrimoniale) Il che al tempo significava seconde nozze, stante l'inaccettabilità del celibato e la vocazione alla procreazione. Al tempo: cioè se non si ricostruiscono i momenti, i destinatari, le circostanze per cui gli Evangelisti hanno di Gesù recepito accenti diversi, si entra in uno stato di confusione. Un fatto è storicamente certo: che tutta la Bibbia, nel suo complesso di libri viene citata per la prima volta nel 367 dopo Cristo. E questo non come fatto di una decisione di qualche Sinodo o Concilio, ma come prodotto di un lungo processo storico. Tenendo presente che la copia originale, l'ebraico del vecchio Testamento, e l'aramaico di alcuni libri del Nuovo non esiste più. In nostro possesso abbiamo solo la copia tradotta in greco. E non dimenticando che verso l'800 dopo Cristo i Masoreti (scrittori della tradizione) hanno inserito nel testo e nelle parole consonanti con le vocali. Si potrà concludere allora che la Bibbia è frutto di una contraffazione letteraria? Fino a questo punto certo no. La Bibbia è ispirata da Dio, secondo un'accezione che va adeguatamente spiegata. Certo non parola per parola, né testo per testo, ma nella sua logica interna. Se la Bibbia è conclusa nella sua stesura, però l'ispirazione di Dio per poterla interpretare adeguatamente tradotta nel nostro tempo non è ancora finita e non finirà mai.

Autore:
Albino Michelin
30.11.2007

Nessun commento:

Posta un commento