giovedì 4 febbraio 2016

L’UOMO AMICO O RE DEGLI ANIMALI?

II rapporto uomo-animale lungo la storia è sempre stato solidale e stretto. In primo luogo per l'alimentazione, in quanto l'uomo si ciba pure degli animali, in secondo luogo per un bisogno affettivo. 
In realtà negli ultimi anni sono sorti diversi gruppi e associazioni animaliste, di protezione della fauna, sia per garantire l'equilibrio ambientale, sia perché da sempre molti animali sono i veri amici dell'uomo. Vi sono pure santi patroni come S. Antonio del porcellino (16 gennaio), S. Francesco del lupo (4 ottobre), e in certe chiese si riserva la prima domenica di febbraio per invitare ad una messa di benedizione cani, gatti, e quant'altro, come nella basilica di S. Romana ai Fori Imperiali di Roma. Persone anziane, sole, oppure in cerca di tranquillità si acquistano un gatto, un cane con cui vanno spesso a passeggio e riempiono cosi il loro bisogno di amicizia, sentendosi corrisposti quasi si trattasse di una persona umana, un partner, un coniuge. Aggiungasi poi il benefico influsso degli animali sulla nostra salute, come la ippoterapia (la cura con il cavallo in certe malattie fra i disabili), la cinoterapia (con il cane) ed di innumerevoli altri. All'interno di questo quadro interessa porre una domanda: alla fine dei conti c'è tanta differenza fra l'uomo e l'animale? Perché certi animali sembrano più umani degli uomini stessi? Che magari l'uomo per lunga evoluzione non provenga dall'animale? Di più che molte specie di animali attuali non siano destinati a diventare uomini? E chi dice che gli animali non abbiano pure un'anima? Non potrebbe essere che gli animali sono ciò che noi eravamo e che saranno ciò che noi oggi siamo?
E se uomini e animali sono stretti da una certa identità perché non si dovrebbe parlare anche di uguaglianza dei diritti?
                                    In che cosa l’uomo sarebbe diverso dall’animale
Restringiamo il campo di osservazione e di risposte su dieci idee, preconcetti, pregiudizi, approssimazioni di comodo. Elenco: proprietà dell'uomo negata all'animale: il riso o il sorriso? E diciamo che Rabelais aveva torto nell'affermare che gli scimpanzé hanno il senso dell'humor? No, si vedano certi individui in cattività riempirsi la bocca d'acqua, attendere che passi qualcuno per sputargliela in faccia. Oppure rubare la corda attraverso cui un collega si cala nel fondo per impedirgli di risalire. In entrambi i casi i birboni effettuata l'operazione picchiano il suolo, spalancano la bocca come gli umani, quando si mettono a sghignazzare. Altra proprietà specifica dell'uomo: il linguaggio? Inesatto. Gli animali come le persone mute dalla nascita comunicano senza pronunciare delle parole. Lo diceva già Montaigne tre secoli fa. Una scimmia è capace di apprendere il linguaggio dei segni, diversi dal suo. Nel Kenia due elefanti hanno imparato da soli ad imitare dei suoni estranei alla loro specie come quelli emessi dagli elefanti d'Asia posti a reciproco contatto. Riuscivano persino a riprodurre il rumore dei camion provenienti dall’autostrada. Il 30 ottobre 2007 è morta negli Usa una scimmia di 42 anni, conosceva più di 250 parole e all'occasione rispondeva all'insulto proprio come una autentica megera. Una certa similitudine fra la scimmia e l'uomo per quanto riguarda la comunicazione e il linguaggio esiste. Altro specifico dell'uomo: l'omosessualità? Non del tutto. Già Aristotele tre secoli prima di Cristo aveva avuto i suoi dubbi sulle iene maschi, fenomeno confermato dagli studiosi moderni. Da aggiungersi ancora altre specie omosessuali: gli scimpanzé nani, i delfini, i pinguini, i bisonti, le libellule, le giraffe, i cigni neri. Ancora: il bipedismo, il camminare su due piedi sarebbe proprietà esclusiva dell'uomo? No. Ad esempio gli uccelli sono bipedi. Gli scimpanzé passano un quinto del loro tempo in posizione eretta, specie quando devono trasportare cibo e Iegna. Certe marmotte delle praterie americane possono restare in piedi per diverso tempo. Ancora: l'utilizzo degli strumenti è tipico dell'uomo soltanto? Inesatto. Gli scimpanzé sono capaci di costruire pile di cassette l'una sopra l'altra sotto una banana appesa in alto e scalarle per acchiappare il frutto desiderato. Utilizzano pure dei piccoli rami per catturare degli insetti nei buchi, tecnica comune anche a certi uccelli. Per rompere l'involucro dei frutti, primati e lontre di, mare sì servono di pietre e guisa di martelli. Dei macachi giapponesi bagnano le patate nell'acqua dolce per pulirle e poi le mettono nell'acqua del mare per maturarle.
                          Specifico dell’uomo sarebbe la politica e l’arte?
La politica è riservata all'uomo? Nemmeno. Come l'uomo, formiche ed api vivono in comunità organizzate. Gli scimpanzé stabiliscono delle coalizioni in seno al gruppo al fine di ottenere uno scopo comune: dirigere la comunità, controllare una femmina, cacciare fuori altre scimmie. Certe specie piangono persino i loro morti. Ad esempio vegliano lunghe ore il cadavere di un membro del clan. I maschi capi spogliano il corpo del consimile defunto, ciò che non farebbero mai con subordinato vivo. Attitudine che potrebbe essere un onore funebre. Ancora: il sesso per il piacere del sesso è esclusivo dell'uomo? Falso. Per molto tempo si è creduto che la riproduzione fosse il solo motivo dell'accoppiamento fra gli animali. Errore: i delfini fanno l'amore per il piacere. Quanto agli scimpanzé si baciano sulla bocca, intrattengono rapporti sessuali tutto l'anno, disciolti e "spudorati". Una funzione sociale: diminuire la tensione in seno al gruppo. Fare l'amore e non la guerra. Ancora: la menzogna è tipica dell'uomo non dell'animale? Non è vero. Gli scimpanzé in cattività danno intenzionalmente delle informazioni allo scopo di ottenere una ricompensa. Allo stato selvaggio i primati non esitano a simulare una malattia per evitare l'aggressività di un congenere. I corvi sono più astuti ancora. Fingono di nascondere il loro bottino, un pezzo di biscotto per esempio, in un posto, ma spostandolo realmente in un altro, allo scopo di non farsi scippare. Decimo ed ultimo: L’arte è proprietà dell'uomo soltanto? Non del tutto. Affidando dei pennelli in mano a certi primati in cattività questi si mettono a disegnare dei motivi a ventaglio e simmetrici. Oppure disegnano una forma aerodinamica e spiegano attraverso il linguaggio dei segni trattarsi di un uccello. Dunque questi esseri sono dotati di una rappresentazione mentale del mondo. Ma anche di se stessi. Per esempio se si incolla loro un punto od una croce sulla fronte e li si mette davanti ad uno specchio, scimpanzé ed elefanti non toccano il riflesso dello specchio ma la propria testa. Ugualmente capita con i delfini. Prova che queste specie riconoscono la loro immagine. Quanto sopra descritto non appartiene alla letteratura o alla fantascienza, ma all'esperienza. Si potrebbe comunque concludere: doti dell'uomo sono presenti pure negli animali, qua o là, singolarmente e mai nella loro globalità. Però resta a tutt'oggi una differenza sostanziale: l'uomo ha la capacità dell'autoriflessione, progetti e ripensamenti, l'animale no. L'animale è dotato dì memoria, si ricorda se dopo una certa azione si merita una carezza oppure una bastonata. Ha un'affettività, però più istintiva che ragionata. In effetti un animale non perdonerà mai a un suo nemico, il lupo non risparmierà l'agnello se ha fame. L'uomo invece è capace di eroismo di perdonare il nemico, di morire fra torture, stenti, sofferenza indicibile per un ideale. Per cui diciamo che la pianta ha si un'anima (vegetativa, una spinta interiore a crescere), l animale ha sì un'anima (una spinta interiore a sentire, accorgersi, reagire), ma solo l'uomo allo stato presente ha un'anima con la A maiuscola. Che gli animali in futuro attraverso milioni anni di evoluzione possano diventare uomini pure rimanendo con i loro corpi di scimpanzé, libellule, delfini, ecc. questo potrebbe essere anche possibile, ma si richiede ovviamente un salto di qualità. È quello che noi chiamiamo l'anima creata da Dio.

Autore:
Albino Michelin
16.11.2007

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