venerdì 12 febbraio 2016

CHIESA E PEDOFILIA DEL CLERO: LUNGHI SILENZI, INTERVENTI TARDIVI

La pedofilia, cioè l'abuso sessuale nei confronti dei bambini e dei minorenni è un brutto vizio antico quanto il mondo. È esistito in tutte le epoche, in tutte le civiltà, e anche (purtroppo se pure in percentuale minore) in tutte le religioni. Indubbiamente la diffusione non giustifica la prassi davvero losca ma non deve nemmeno inveire contro le vittime per sentirsi innocenti e più onesti dei profittatori. Non dimentichiamo anche che abusi sessuali sui minori si verificano presso ogni ceto di persone: celibi, sposati, single, omosessuali, genitori, preti, credenti o religiosi, istituti, orfanotrofi, educandati, seminari, scuole, con una frequenza maggiore fra gli uomini che non fra le donne. Ogni giorno compaiono in rete 135 siti per violenza contro i minori. Oggi però più che nel passato stiamo assistendo ad una vera escalation del fenomeno e quello che fa scalpore, indignazione, scandalo è che gli abusi vengono compiuti dal clero e dagli uomini della chiesa cattolica. Anche qui, chiariamo, non è che ciò non si verifichi nelle altre chiese, ma nella cattolica si costata una percentuale maggiore. Il volume trasgressivo nel clero è senz'altro più contenuto che nel mondo laicale (in effetti fra 400 mila preti, circa 3 mila sono attualmente nella lista dei colpevoli o indiziati, cioè meno dell'l %), ma è il tipo di professione che provoca condanne più che violente. Per non evadere dalla cronaca dirompente divulgata in questi mesi, è opportuno anche dare un ragguaglio analitico, numerico delle vittime che negli ultimi dieci anni iniziarono a reclamare giustizia e risarcimenti finanziari per casi subiti da circa mezzo secolo ad oggi. Usa: Fino al 2003 presentate 11 mila denunce contro 4400 religiosi. Si tratta di un numero cumulativo. Si sa che la diocesi di Boston ha dovuto svendere tutti i suoi possedimenti per risarcire le vittime, alcune delle quali oggi anziani. E altre diocesi boccheggiano. In quella nazione le reazioni si sono addirittura coalizzate in gruppi di pressione. In effetti alcuni chiedono che Papa Ratzinger si dimetta e che si presenti in tribunale, causa i silenzi della chiesa. Al che qui si potrebbe anche obbiettare che di pedofilia è responsabile il singolo e non l'istituzione a cui si appartiene. Come se un dipendente della Fiat compisse un omicidio e il tribunale condannasse l'azienda automobilistica al risarcimento o alla prigione. Per obbiettività non si deve pensare che in Usa i vescovi tendessero tutti a coprire questo malcostume. Un caso esemplare, ma non unico: il vescovo J. Cummins della diocesi di Oakland (California) nel 1981 chiese al Vaticano di esonerare dall'ufficio il sacerdote S. Kiesl, in quanto condannato dal tribunale per violenza sui minori. Il documento rimase senza risposta, così nel settembre del 1982 fu indirizzato direttamente al Card. Ratzinger, prefetto del dicastero ad hoc. Solo nel novembre 85 una missiva: "in faccende così delicate si deve riflettere quali effetti potrebbe produrre sul buon nome e sulla dignità della chiesa". L'esonero avvenne solo due anni più tardi, nove anni dopo la condanna del tribunale. Certo la domanda: "ma l'onore della chiesa vale più dei diritti abusati di un bambino indifeso?". Meraviglia la preoccupazione di tanto look, quando i primi Padri del Cristianesimo non si vergognavano di definire la chiesa: "casta meretrix = casta prostituta), cioè un popolo di Dio con i suoi limiti, peccati, tradimenti che tuttavia non cessa di camminare verso il Signore purificato dagli scandali. Irlanda: 2500 le vittime degli abusi compiuti dal clero fra gli anni 1940-80. Nella sola diocesi di Dublino 46 i preti condannati negli ultimi 30 anni e un centinaio le organizzazione religiose indagate. J.Magee, irlandese, ex segretario di tre papi (Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II) dimissiona a fine marzo 2010, colpevole di aver coperto reati di pedofilia. Norvegia: il vescovo G.Müller ha ammesso gli abusi contro un chierichetto commessi 20 anni fa, risarcito con 60 mila euro. Si è dimesso nel giugno 2009. Germania: Delle 27 diocesi 19 sarebbero coinvolte, 250 i casi accertati fra il 1950-80. Al momento i religiosi indagati sono 14. Il numero, secondo fonti ufficiose della Curia, potrebbero essere 20 volte superiori. La richiesta di indennizzo da parte dei tribunale sarebbe di euro 10 mila per abusato. Olanda: ondata di rivelazioni, 250 denunce pervenute fra il 1959-83, duecento ex allievi presso una scuola salesiana. Svizzera: Una sessantina di segnalazioni negli ultimi 50 anni, dieci casi negli ultimi 7. Alcuni sacerdoti scontano la pena in carcere. Una decina di casi attualmente sotto esame. Italia: A Chievo di Verona dal 1950 all'80 in un istituto di sordomuti 67 piccoli furono abusati da religiosi. Il vescovo dovrà presentarsi in tribunale con il sospetto sulla curia di aver taciuto presunte denunce. L'associazione "Meter" diretta da don Faustino Noto di Palermo segnala un'ottantina di preti coinvolti negli ultimi 10 anni, di cui una quarantina condannati. La chiesa finora aveva deciso di trattare al proprio interno tutta questa problematica, dice E.Caffo, presidente di Telefono azzurro. Un caso finito in Tv: Marco Marchese a 12 anni subì violenze nel seminario di Agrigento da certo don Bruno Poleo e per 4 anni. Nel 2000 si rivolse al vescovo C.Ferraro, che per tutta risposta lo obbligò al silenzio e a non deferire nulla alla magistratura. Nel 2004 il sacerdote fu condannato a due anni di reclusione. Il vescovo citò il Marchese per danni inferti all’immagine chiesa, esigendo 2000 euro di risarcimento. Il prelato dovette ritirare il tutto perché nel 2006 la vittima parlò e svuotò il sacco a ”Mi manda RAI 3” con Gad Lerner il 19.4.2010. Don Fr. Ratti ipotizza che l’Italia è più inguaiata in questi scandali, ma tace perché religiosamente e culturalmente mafiosa, omertosa. Silenzio, perché il rapporto col sacro, leggi prete, è tabù inossidabile, impensabile scalfirlo: il più grave sacrilegio. Una cultura del silenzio che non è servita a nulla, anzi ha gettato ombre oscure sull'istituzione. Ma non vale la pena dilungarsi sui numeri destinati forse ad aumentare. Per completezza giova citare il caso di Padre Marcel Marcial Dellogado, messicano, fondatore dei "Legionari di Cristo", un'istituzione che conta parecchie migliaia di aderenti, 750 sacerdoti, 2.500 seminaristi di 38 nazionalità, 15 università. Deceduto ultraottantenne nel 2008, per oltre una quarantina d'anni abusò di adolescenti, addirittura di due suoi figli avuti da una relazione ventennale con Bianca Estala Lara. Così ammise una sua figlia, oggi di 23 anni. Il cardinale Rivera del Messico Io difese, Papa Wojtyla lo definì: "guida efficace della gioventù". Ritirato dalla circolazione due anni prima della morte. Ma oggi i figli vogliono essere risarciti dal Vaticano e i membri dell'istituzione hanno chiesto che venga addirittura soppressa.
                                          La contrapposizione di due blocchi.
Nel marasma di questa situazione si è creato un vero accanimento fra i due fronti: da una parte quello laicale (credenti o meno, vittime degli abusi e loro sostenitori, il popolo degli onesti), e quello clericale (gerarchia e quanti con essa si identificano per la vita e per la morte, nel bene e nel male, nella buona o nella cattiva sorte), rinunciando magari ad una autonomia di giudizio. Da parte del primo blocco giungono proteste sul tipo: "La chiesa protegge sempre se stessa e non i deboli, i carnefici e non le vittime. Questa bufera la chiesa se la merita. Il silenzio sui preti pedofili si aggiunge ai tanti silenzi nei confronti della corruzione politica, della speculazione, dell'evasione fiscale, dell'illegalità”. Altre reclamazioni: la chiesa ci ha scomunicato perché difendiamo l'aborto terapeutico, le coppie di fatto, il testamento biologico, ora noi chiediamo che la chiesa scomunichi se stessa per la sua     omertà sui bambini. Quest'ultimo grido appartiene al gruppo "Scomunicateci", composta da 4 mila aderenti. Lo Spiegel, rivista tedesca intitola "Scheinheilige" (Ipocriti), e l'Espresso settimanale nostrano: "Pedofilia, l'inferno italiano. Dopo anni di silenzio arrivano le denunce". Anche la gente dello spettacolo reagisce a suo modo, come L. Littizzetto satirica, ma qui non tanto, quando si ripromette che il Papa condanni la pedofilia del clero con la stessa grinta con cui condanna il preservativo e la pillola. Si preannunciano anche manifestazioni, prossime, nell’anniversario delle tesi di Lutero, in cui 50 mila fra vittime della pedofilia, familiari, sostenitori, vorrebbero marciare in piazza S. Pietro per le loro rivendicazioni. Sul fronte della chiesa gerarchica (a parte l'intervento di Papa Ratzinger alla chiesa irlandese del 20.3.10 che riportiamo qui sotto), forse sarebbe più consono alla verità ammettere pur qualche responsabilità, anziché atteggiarsi a vittima, martire, perseguitata, chiamando a raccolta il popolo delle facili emozioni. Sentiamo qualche spezzone del capo orchestra Marcello Pera, scrittore, parlamentare della destra cattolica italiana: "E' in corso una guerra campale fra laicismo e cristianesimo. Ignobile intento di colpire il papa, di infangare la sua tonaca bianca, di spegnere il suo sorriso mite e dolce. Pasqua di veleni, calunnie, si vuole distruggere la chiesa. Lobby mondiale contro il papa e la chiesa, peggio dell'antisemitismo. Dagli Usa solo speculazioni. Nemmeno ai tempi dei martiri la chiesa è stata così vilipesa." Ambiguo l'intervento di Padre G. Amorth, esorcista del Vaticano, che ha liberato, si dice, migliaia di persone dal demonio e che qualche settimana fa affermò essersi Satana annidato in Vaticano e ora ti gira il giudizio definendo posseduti da satana coloro che accusano di connivenza la gerarchia della chiesa. Vacci a capire.
                                     Manca il coraggio: ”la verità vi farà liberi”.
Qui vale la pena dare un contributo al grave fenomeno citando qualche documento del Vaticano da 40 anni a questa parte. Ognuno di essi si ricollega al senso di un antico adagio "si non caste, tamen, caute". Se non sei casto sii almeno cauto. Una prescrizione pontificia del 1517 (!) fissa una tassa per i preti che chiedono il perdono degli abusi sessuali: libbre 291 se compiuti con adulti e 31 con bambini. Il diritto dei minori non entra in considerazione. Nel 1962 il Sant'Ufficio (dicastero della fede), tramite il Cardinale Ottaviani aveva comunicato ai vescovi (Crimen Sollecitationis) l'obbligo del segreto totale sulla pedofilia del clero. La divulgazione punita con la scomunica. Quarant'anni più tardi il 20.5.2001 il Cardinale Ratzinger successore allo stesso Dicastero confermava la disposizione. Questa viene alla luce nel 2003 durante un processo alla corte del Texas (Usa) in cui il Cardinale era stato citato a rispondere. Ma poiché nel 2005 divenne Papa godette dell'immunità in quanto Capo di uno stato straniero. Nel febbraio 2002 sulla Rivista 30 giorni il Cardinal Bertone segretario di stato vaticano prendeva posizione in materia così: "il Vescovo non è obbligato a denunciare al Magistrato il sacerdote che gli confida abusi di pedofilia". Una volta Papa Benedetto XVI però prese posizione chiara e decisa. Non c'importa se costretto dagli eventi o dall'evidenza dei fatti. Il 20.3.2010 nella lettera ai cattolici irlandesi scrive chiedendo scusa agli abusati: "Sento vergogna, rimorso, dolore. Sarete giudicati da Dio e dai Tribunali umani. Nello stesso tempo continuate a collaborare con le autorità civili nell'ambito della loro competenza". L'intervento era già nell'aria e qualche giorno prima il Cardinal Brady nella cattedrale di Dublino aveva chiesto scusa per i silenzi nei confronti dei pedofili. E Mons. Akermann, portavoce dell'episcopato tedesco, aveva ammesso qualche caso di occultamento e insabbiamento. Per tutti va ricordato l'intervento del primate del Belgio A. Leonard: "Dobbiamo restituire dignità a chi è stato sfruttato. Per decenni la chiesa non ha gestito al suo interno il problema pedofilia quando aveva tutte le ragioni evangeliche per vegliare sul rispetto dei bambini. Abbiamo preferito il buon nome e l'onorabilità della chiesa e dei suoi dignitari all'onore dei bambini". Un grande e sincero grazie a questo vescovo. Ma dobbiamo anche ringraziare i non credenti e laici che con la loro sensibilità ci hanno aiutato a capire e intervenire. Noi cattolici dobbiamo evitare il delirio di onnipotenza.
                                                  Cause e rimedi del fenomeno
Anzitutto va presa più in considerazione la sessualità umana anche del clero cattolico. Essa fa parte della persona, non un’opzione da attivare solo per fare bambini. Quindi o la si realizza nell'affetto normale e con il partner, o la si riesce a sublimare verso ideali superiori (arte, religione, solidarietà), oppure la si esprime deviando, tipo pedofilia. Qui non serve la repressione sessuale, serve piuttosto una cura sul disturbo evolutivo della personalità. Più a rischio sono le persone residenti in istituti di solo maschi con religiosi educatori pure maschi e obbligati dal celibato. Perciò inserire educatrici donne, più inclini alla difesa dei bambini, sarebbe anche un contributo alla soluzione. L'assenza del femminile nella chiesa può solo nuocere ad una sana pedagogia. Forse anche il libero matrimonio per i preti potrebbe essere un elemento da riconsiderare. Altro motivo della pedofilia clericale e non solo potrebbe essere l'istinto di potenza. Allorché uno non riesce o non può condividere la sua sessualità con un adulto in dialogo, può finire verso un debole, il minore che non sa reagire, e l'aggressore può esprimere tutto il suo sadismo di possesso. Il motivo per cui poi queste "storie" sono saltate fuori soltanto ora può avere una spiegazione. Ieri la sessualità era un tabù, non se ne doveva parlare. Per di più ogni tipo di trasgressione in materia veniva livellata: sesso extraconiugale, sesso omosessuale, masturbazione, pedofilia, tutto veniva rubricato entro una cassetta postale: "Peccato impuro". Oggi la sessualità è stata detabuizzata, quasi a esercizio ginnico o sportivo. Però con un salto qualitativo. Se esercitata con adulto consenziente non fa problema sul piano etico-civile, se con un bambino viene ritenuta inaccettabile, considerata atto di violenza di fronte ad un indifeso. Il primo aspetto può essere un degrado etico, il secondo invece è un progresso etico, anche se prima della chiesa qui ci è arrivato il mondo laico. Sul piano dell'intervento sociale sono da sostenere e incoraggiare diverse iniziative messe già in atto da alcune chiese nazionali. Obbligo di deferire il pedofilo alla giustizia civile (e qui andrebbe ridiscusso l'istituto della confessione al canone 983 che impone l'obbligo del segreto). La chiesa tedesca ha istituito un numero verde per denunce di molestie. Qualcosa di simile in Italia, diocesi di Bolzano. In Svizzera la presidente della Confederazione D. Leuthard sostiene la messa in atto di una lista nazionale di preti pedofili, come già esiste per gli insegnanti delle scuole. Il Codice penale non fa differenza prete o laico. Tutto si sta rivelando, qualcosa si muove nel rispetto dei minori. Non meravigliamoci se l'espressione "prete pedofilo" è diventata oggi gergale. Da una parte si può capire che il Papa oltre alla chiara presa di posizione abbia aggiunto "non lasciarsi intimorire dal chiacchiericcio contro la chiesa". Però dall'altra essa deve avere anche l'umiltà e la sincerità di non fare del vittimismo gridando al complotto e condannando l’esigenza di bonifica come complicità degli atei, tesa a denigrare la "santa" chiesa di Dio.

Autore:
Albino Michelin
16.04.2010

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