venerdì 7 agosto 2015

DALLE FILIPPINE ALLA SARDEGNA: CASTIGHI DI DIO?

Catastrofi ce ne sono sempre capitate da che mondo è mondo. Chiamateli terremoti, vulcani, inondazioni, oppure decimazioni di popoli come la peste. Qui non mettiamo in conto le guerre perché causate dagli uomini, per cui si potrebbe rispondere “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Nel mese di novembre 2013 abbiamo avuto due casi, anche se di diverse dimensioni. Nelle Filippine il supertifone Haijan con qualche migliaio di morti e in Sardegna la bomba d’acqua con quasi una ventina. Cifra più modesta, che in tutti i casi pone sempre la stessa domanda. Ed è ovvio che in queste circostanze periscono buoni e cattivi, giusti e ingiusti, ricchi e poveri, innocenti e colpevoli, forti e deboli, bambini, donne, anziani. Disgrazie ambientali che lasciano senza riposta. Ma c’è sempre qualcuno che si arroga il diritto, quale messaggero di Entità superiori, di dare la sentenza: castighi di Dio! Certo Michele Lonardi recentemente scrive irritato alla stampa che radio Maria, una fra le tante emittenti cattoliche, attraverso il suo direttore P. Livio Fanzaga, da sempre, specie dall’ultimo terremoto avvenuto in Giappone fino ai nostri giorni sentenzia: castighi di Dio. Sulla linea di intimidazione psicologica e di terrorismo religioso di un ex vescovo di Rossano Calabro, Orazio Gazzolla, che nel 1909 aveva definito il terremoto di Messina, con centinaia di migliaia di morti: severo castigo di Dio per i peccati dei siciliani. Da qualche tempo l’associazione degli atei e agnostici ha inoltrato una protesta nei confronti del P. Fanzaga, il quale rispose che loro vorrebbero la dittatura dell’ateismo e dei cornuti. Come sempre elegante e bene educato questo religioso degli Scolopi. Egli come tutti i fondamentalisti cattolici si fonda sulla Bibbia del Vecchio Testamento. Al capitolo 26 del Levitico Dio minaccia gravissime calamità contro i peccatori:” Io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.” E al salmo 137 fa scrivere:” beato che ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la roccia”! Ovviamente altri interpreti di oggi, più obbiettivi e documentati, vi diranno che in questi scritti vi sono proiezioni degli autori che attribuiscono a Dio sentimenti e vendette umane. D’accordo, ma sta di fatto che anche la Bibbia va reinterpretata, ambientata nella sua “Sitz im Leben”, nel modo e nel linguaggio del tempo. In effetti Gesù si è espresso ben diversamente. Nel Vangelo di Giovanni al capo 9 presentandogli un uomo cieco dalla nascita gli fu chiesto chi avesse peccato per essere venuto al mondo disgraziato: se lui, se i genitori, i nonni…E Gesù rispose che nessuno aveva peccato. Quindi né lui, né i suoi progenitori,” né Adamo ed Eva”. In pratica, secondo il concetto di Gesù, salute e fortuna non sono un premio per i buoni e la disgrazia non è un castigo per i cattivi. Resta comunque aperto l’interrogativo sulle calamità naturali. E qui il tentativo di risposta varia secondo la cultura, la fede, le tradizioni dei singoli. Prima risposta:” Tutto è frutto del caso, Dio non esiste(Atei)”. Seconda risposta:” Se Dio esiste e non interviene è un impotente.” Terza riposta” Se Dio esiste e potrebbe intervenire ma non lo fa, è un crudele.” E qui si inserisce il romanzo di Dostojeski” I Fratelli Karamazoff” in cui l’autore sostiene che il pianto di un bambino innocente non verrebbe ripagato dal piano di un eventuale Dio teso a programmare un’armonia universale futura”. Quarta posizione:” risarcimento danni”. Dio, offeso dal peccato di Adamo ed Eva, dalla loro ribellione, ricaduta anche sui loro discendenti, ha voluto essere risarcito mandando sulla croce suo Figlio innocente, Gesù. Le nostre eventuali sofferenze servono a completare quelle sue. Così Dio Padre viene placato. Un po’ sulla linea delle antiche divinità Azteche, che venivano addomesticate cibandosi del cuore cavato dal petto dei bambini innocenti. E come Dio Padre non ha liberato Gesù dalla croce, così non libera gli uomini dalle loro sofferenze (Mistica della croce). Quinta posizione:” legge di natura”. Le calamità naturali, morte dell’uomo inclusa, sono iscritte nella legge di natura. Dio non interviene ogni momento a cambiare le leggi della evoluzione. Compito dell’uomo è quello di conoscerle, scoprirle, farle avanzare anche con il proprio sacrificio. Sesta posizione: “La sofferenza è un mistero”. Noi non possiamo sondare le vie di Dio. Ci siamo limitati a dare un elenco meno approssimativo possibile. Se il lettore è un credente si aggreghi alla posizione su citata di Gesù che non fece teorie sul dolore, ma ha cercato di superarlo e farlo superare nei limiti del possibile. O alla posizione di molti teologi cattolici attuali, secondo i quali Dio non ci libera “dalle” calamità e disgrazie, ma ci accompagna e convive “nella” nostra limitata natura umana.

Autore:
Albino Michelin
11.12.2013

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