lunedì 3 agosto 2015

MARADONA, IL FISCO, IL GESTO DELL'OMBRELLO

Domenica 20 ottobre 2013 nella trasmissione “Che tempo fa” Fabio Fazio invitò Maradona, il pibe d’oro, prodigio del Calcio Napoletano negli anni ’80 e gli pose una domanda sulle sue vicende concernenti il fisco. In effetti risulterebbe evasore di circa una quarantina di milioni. Al che il pibe rispose con il gesto dell’ombrello, una bella pacca sull’avambraccio e …chi se ne fotte. Vien da pensare che gli spettatori reagissero rumoreggiando o fischiando ed invece fu un applauso ed un’ovazione plebiscitaria. Sembra una piccola cosa, ma purtroppo si rivela un tipico costume di molti di noi italiani. I latini dicevano: ”quod licet  Jovi ,non licet bovi”. Ciò che è lecito a Giove, non è lecito al bove. Cioè l’uomo ritenuto importante, diremmo l’idolo magico, è fuori da ogni legge e comportamento morale, a lui si concede e si perdona tutto. All’uomo comune non si lascia scappare nulla. Maradona è un caso, ma perché l’abbiamo applaudito? Perché in ognuno dei suoi fans c’è dentro un po’ di Maradona, che vorrebbe evadere altrettanto ma non ci riesce. Quindi trasferisce la sua delusione e la sua brama nell’idolo di turno. Questo episodio ci da l’occasione di aprire a casistiche più importanti e vicine a noi. Fra l’altro alle vicende Berlusconi, l’argomento dell’anno. Senza entrare in merito a valutazioni partitiche di destra, sinistra, centro, il berlusconismo significa successo perché un po’ di Berlusconi è dentro di noi. A noi non sembra vero che un tipo come lui riesca a fare tanti soldi, possieda tante televisioni, proprietà, ville, riesca a farsi tante leggi ad personam e ad aziendam, evada il fisco, metta sotto suo giudizio persino la magistratura. Ma questo è un dio in terra, dice la gente. Lui mi interpreta bene, io mi identifico con lui, lo voto e lo difendo nella buona e cattiva sorte! Indubbiamente è difficile che la massa distingua” consenso” popolare, elettorale, numerico da “senso” morale, che potrebbe anche essere minoritario sul piano statistico ma sarebbe l’unica risorsa sul piano sociale umano oltre che religioso. Certo non ci si deve limitare solo a questo caso, perché tutti a questo mondo hanno il loro idolo, talvolta può essere religioso (anche i santi hanno i loro modelli), economico, può essere un sistema, una razza, un dittatore. Cambiano gli oggetti, ma il sentimento di dipendenza e il desiderio di transfert rimane, perenne ed incancellabile dentro di noi. Indubbiamente si potrebbe anche suggerire ed educarsi a rimanere se stessi, con la propria autonomia interiore. Ma purtroppo noi non siamo sempre solo uno, ma spesso nessuno e centomila. Per limitarci allo stretto ambito politico, è vero che il popolo ha i rappresentanti che si merita, ma è altrettanto vero che è anche la classe politica a formare i cittadini. Per cui il politico, pure lui in certo senso l'idolo magico, non dovrebbe dimenticare il suo effetto trainante sul cittadino, che si sente sempre un gradino inferiore nella scala sociale. Questo vale nel bene e nel male. Quindi anche un leader religioso, chiamiamolo Papa, vescovo, cardinale, clero, vaticano, ecc. ha un potente influsso sull’uomo della strada o sul credente comune. Papa Francesco ne è la dimostrazione. Cominciare da se stessi ad essere onesti è importante ma talvolta è insufficiente. Se comincia un leader è sempre più convincente e vincente. Le parola passano, gli esempi restano. Questa idea è entrata persino nella Costituzione italiana del 27.12.1947 che al nr.54 prescrive: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore".  In pratica si vuole dire che un politico è tenuto al decoro, alla legalità sociale, al senso civico. Quando il Presidente americano Clinton manifestò qualche rapporto di simpatia verso la segretaria Lewinsky lo dovette confessare in pubblico e chiese scusa in TV. Non campò scuse giustificandosi che nella vita "privata" ogni leader può comportarsi come crede. Per Clinton un cittadino non poteva essere rappresentato da un mentitore. In Svizzera la ministra dell’Interno Kopp, sospetta di aver ignorato il marito banchiere intento a riciclare denaro sporco si dimise. Innumerevoli altri casi con la stessa sorte. J.Schmid, ministra degli esteri e Ch.Hukne, ministro dell’ambiente, entrambi inglesi. F. Barme ministro della Giustizia spagnola. S. Marchara, ministro degli Esteri giapponese, K. Guttenberg, ministro della difesa tedesco (per una quisquiglia, aveva scopiazzato la tesi di laurea vent'anni prima). Tutti costoro, e tanti per la stessa mancanza di "decoro" non si misero a reagire ritenendosi oggetti di ricatto, bersaglio, calunnia, vittima del fumo persecutionis, lordati dal fango della pubblica malignità. Non hanno fatto il gesto dell'ombrello, e chi se ne fotte. No! Fecero fagotto e se ne andarono a casa. E allorché recentemente il parlamentare De Gregorio ammise pubblicamente di aver negoziato voti a vantaggio dell'allora presidente del Governo una signora Onorevole a rimbrottarglielo che le confessioni non si fanno alla TV o nei Talk show, ma dal prete confessore. Religione, sacramenti, confessione? Tutto da rifare, direbbe Gino Bartali. Diego Maradona, pibe d'oro dell'arte pedatoria, di grazia restituisca al fisco quanto di dovere. Lui e tutti gli star dello spettacolo, del gossip, del successo. Tutti i leader di ogni ceto sociale. Così ogni essere umano potrà usufruire di una giusta distribuzione del bene comune.

Autore:
Albino Michelin
15.11.2013

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