mercoledì 12 agosto 2015

L'INCHINO DELLA MADONNA AI MAFIOSI HA PRECISE ORIGINI

Cioè dalla connivenza, convivenza, reciproco sostegno fra poteri forti. Non è necessario qui ripetere tutta la cronaca che ha riempito stampa e TV per il fatto di Oppido Mamertina in quel di Reggio Calabria. Alla Festa Patronale del 2 luglio durante la processione la Statua della Madonna viene fermata e girata come una bambola verso la casa del boss Giuseppe (detto don Peppe) Mazzagatti, capo di faide sanguinose, fa un inchino di ossequio e procede oltre. Per trovare soluzioni bisogna cercare le cause. Papa Bergoglio nel suo viaggio a Crotone il 21 giugno 2014, quando proclamò che i mafiosi si sono autoesclusi dalla comunione con Dio, perché con la loro corruzione e criminalità spargono sangue innocente e distruggono i rapporti sociali, dava pure un chiaro ammonimento contro la connivenza dei poteri forti. Anche se non espresse chiaramente, sottintese sono le applicazioni. Ogni potere cerca il riconoscimento e l’alleanza con altri poteri che operano su piani diversi. Così il potere politico cerca il riconoscimento del potere economico, il culturale dello sportivo, il cinematografico del musicale e così via. Riconoscimento ma anche reciproca legittimazione. Logica che è valsa fin’ora anche per il potere ecclesiastico gemellato a quello politico. Come appare ancora ai vescovi e ai cardinali sempre presenti in importanti manifestazioni e sfilate pure militari della vita pubblica. Orbene l’inchino della statua della Madonna al capo mafioso don Beppe si inquadra in questa logica: pubblico riconoscimento di un potere mafioso costituito con quello religioso della chiesa. In questo territorio ciò avviene da secoli con benefici da parte di entrambi e consolidato nella mente della popolazione, considerata profondamente religiosa. Papa Bergoglio non vuole più continuare questa politica connivente e oggi denuncia ciò che fino a ieri altri uomini di chiesa quasi negavano. Buona novella sia per il Cristianesimo come per la società civile. Una logica però che parte da lontano e con radici ampiamente diffuse. La logica di Oppido Mamertina non è diversa da quella che ha portato Papa Pio XI a stipulare il concordato con l’Italia fascista nel I929 e con la Germania nazista nel 1933, con la dittatura franchista spagnola da parte di Pio XII nel 1952, con l’apparizione congiunta di Papa Wojtyla e il Dittatore Pinochet al balcone del palazzo governativo del Cile nel 1987.La logica della legittimazione a livello politico. Si aggiunga la legittimazione reciproca fra poteri finanziari. Vedi la revisione nel 1984 del concordato dell’8 per mille fra Governo Craxi e Vaticano, una specie di strattagemma per cui se uno non cita la destinazione religiosa finisce tutto alla chiesa cattolica. Oppure il rifiuto del Vaticano nel 1987 di consegnare all’Italia Il Cardinal Marcinkus, presidente della Banca del Clero, indagato con mandato di arresto per una serie di irregolarità che già nel 1982 avevano portato il banchiere Calvi ad impiccarsi sotto il ponte del Tamigi. Tutto silenziato e riappacificato. Fino a ieri durante il potere berlusconiano l’azione del Cardinale Ruini e specie del Cardinal Bertone, numero due della gerarchia cattolica, è stata in questa prospettiva, e oggi l’appartamento spaziosissimo che Sua Eminenza ha regalato a se stesso in Vaticano è giusta ricompensa per i servizi prestati alla Chiesa del potere amico dei potenti. Da non sottovalutare poi la connivenza a livello culturale. Basti citare il caso di Ernesto Buonaiuti, (1881-1946) esponente del modernismo cattolico, teologo e storico di grande valore, anticipatore di molti temi e sensibilità fatte proprie dal Concilio ecumenico del 1965. Professore all’Università la Sapienza di Roma, le sue opere furono messe all’indice, scomunicato. La chiesa italiana si accordò perché lo Stato gli togliesse la cattedra di insegnamento. Stanco, senza soldi, umiliato mori a a 65 anni, privato pure della sepoltura ecclesiastica: vittima di poteri forti culturali, Chiesa-Stato congiunti. A tutti i livelli i forti si alleano sempre con i forti e a soffrirne sono sempre i più deboli. In Calabria le Madonne si fermano davanti alle case dei boss, a Milano davanti alle banche, a Roma davanti ai palazzi della politica e così via in ogni altra città del mondo. Orbene è questa connivenza che Bergoglio si prodiga di far saltare accordi con il potere civile per esprimere la propria e le religioni di tutti, questo si, ma nulla di più. Da varie parti si dirà che la chiesa in Italia ha sempre condannato la mafia. Si e no, l’ambiguità c’è stata. E’ vero che i vescovi della Sicilia hanno emanato la scomunica nel 1944,52,82 ma ai mafiosi non ha sfiorato la pelle perché nel frattempo negli anni 60 il Cardinale Ruffini di Palermo disse che i comunisti sono peggio dei mafiosi, i mafiosi frequentano la chiesa, quelli no. E così i documenti dei prelati sono rimasti carta da formaggio. E vero pure che Papa Wojtyla il 9.5.1993 gridò ad Agrigento l’inferno ai mafiosi, ma quelli se ne fotterono tanto sapevano che la banca vaticana riciclava il loro denaro sporco. Condanne formali che nascondevano ancora intese fra poteri forti. Bergoglio invece a Crotone ha sconvolto l’assetto della malavita organizzata: ha tolto le loro processioni, i loro santini di Padre Pio, le loro devozioni alle varie Madonne delle Grazie. Togliere questo alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla camorra, alla Sacra Corona riunita è togliere la terra sotto i piedi, l’ossigeno, la vita. E’ un colpo da KO. A loro questo è un papa che fa paura, perché crede quello che dice, vive quello in cui crede. E se la chiesa dei prelati, del clero, dei devoti gli darà credito e lo seguirà, potremo vedere emergere lentamente un’Italia più onesta.

Autore:
Albino Michelin
16.07.2014

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