sabato 15 agosto 2015

INAUGURATA A BERNA LA CASA DELLE RELIGIONI

Da che mondo è mondo le guerre di religione ci sono sempre state, continuano ancora oggi, e forse anche per un bel pezzo di futuro. Basti pensare al 2014 in cui guerre di religione o per interesse del proprio Dio o del proprio Mammona, hanno registrato migliaia di morti, vedi in Pakistan, Siria, Africa, Congo, Turchia, Ucraina. Di guerre di religione sono pieni gli spazi, i tempi, i mondi, la storia. Ognuna pretese e pretende di avere il monopolio della verità e molti paventano che finché vi saranno religioni ci saranno pure guerre di religione. Anche per questo buona parte dell’umanità opta per la scomparsa delle religioni a favore dell’avvento della scienza, perché solo questa con le sue scoperte e le sue invenzioni da tutti accettate ed utilizzate riuscirebbe a riunificare i popoli. Una semplificazione che risponde anche a verità, ma insufficiente perché dobbiamo fare i conti con il presente: le religioni esistono e forse anche in futuro potrebbero essere un fatto permanente. In questo contesto è un po’ miracoloso quanto avvenuto a Berna il 14 dicembre: l’inaugurazione “Casa delle Religioni”. La realizzazione di un sogno da parte di molti, unico nel suo genere al mondo. Situata in piazza Europa, nella periferia Ovest della città, popolata di gente di ogni colore ed etnia, la costruzione ospita sotto lo stesso tetto cinque comunità religiose diverse. Vi è un tempio buddista ed uno induista, una moschea musulmana, una sala di preghiera per gli aleviti, una cappella cristiana per cattolici, protestanti, ortodossi. Al progetto sono state associate anche comunità ebraiche, bahaj, e sick. L’idea carismatica risale al 1998, ad opera del pastore evangelico della Moravia H.Haas. Si tratta di una fondazione che ha impiegato 10 anni per raccogliere gli undici milioni necessari alla concretizzazione dell’opera. Il finanziamento è stato garantito dal Cantone di Berna, dalla chiesa cattolica e protestante, da donazioni e contributi privati. Costruito in vetro e cemento, oltre al reparto riservato al culto specifico di ogni religione, l’edificio comprende sale di concerti, di spettacoli, di dibattiti culturali. Inoltre due centri commerciali, 80 appartamenti e uffici vari. All’inizio dei lavori il Consiglio Federale in data 18.5.2011 si dichiarò ambizioso del progetto perché al di là dell’intento religioso intende promuovere il dialogo, la comprensione multiculturale ed un approccio costruttivo nei confronti del ”diverso”. Quando religioni e visioni del mondo differenti si incontrano diventano fermenti insostituibili per la convivenza, l’integrazione, la pace sociale. In questa epoca caratterizzata da frequenti tensioni fra religioni è indispensabile che ognuno cominci da se stesso, nel suo piccolo, dal suo territorio. Il sostegno dato dal Cantone non significa che la politica bernese sia diventata confessionale – religiosa, rinunciando alla sua laicità e autonomia, ma che la promozione dei valori di ogni religione indistintamente serve anche alla politica, a renderla più attenta e più rispettosa di ogni essere umano. Alcuni dettagli importanti non vanno nella circostanza sottovalutati: la Casa delle Religioni è stata voluta anche e soprattutto per le minoranze religiose (pensiamo al 4% di musulmani) che finora si riunivano nelle vecchie fabbriche, nelle cantine, nei garage o nei cortili. L’azzardo poi di abitare sotto lo stesso tetto non comporta la perdita della propria identità. Ad esempio per quanto concerne la cappella cristiana essa non viene adibita solo a servizi ecumenici, ma anche alla messa, all’eucarestia, ai battesimi, ai matrimoni dei cattolici e così per le altre due confessioni cristiane, protestante ed ortodossa. Da sottolineare infine il disgelo operato dalla chiesa cattolica nel riunirsi in questo tipo di “comunità’”. La disponibilità e la capacità di liquidare un suo passato non tanto affettuoso verso le altre religioni.  Non si vada troppo indietro nel medioevo quando “i mussulmani in certo senso eravamo noi” cattolici ma anche a tempi più recenti. Nel 1859 Pio IX proibì ai cattolici di partecipare all’Associazione per   la riunione dei cristiani fondata in Inghilterra da un pastore evangelico. Nel 1925 all’assemblea di Stoccolma costituita allo stesso scopo la chiesa cattolica ufficialmente invitata non vi aderì. Nel 1948 con Pio XII stessa proibizione per l’assemblea di Amsterdam con la motivazione: l’unità delle religioni si verifica soltanto con il ritorno di tutte le altre a quella cattolica. Fino al 1960 quando Giovanni XXIII dichiarò che va ricercato ciò che ci unisce e non ciò che ci divide.  A parte l’incidente e il malessere provocato fra le religioni dall’enciclica “Dominus Jesus” redatta il 5.9.2000 dall’allora Cardinal Ratzinger che sosteneva esistere la vera chiesa di Gesù solo in quella cattolica, mentre   tutte le altre non sono chiese ma solo associazioni, negli ultimi anni si tentò di superare le disquisizioni teologiche, di tenersi ciascuno la sua, ma di fondare comunità di lavoro e di intenti unitari. E anche la recente Casa delle Religioni di Berna rappresenta non solo un laboratorio di convivenza religiosa, ma un potenziale simbolico universale per diminuire le guerre e garantire un cammino di pace fra i popoli.

Autore:
Albino Michelin
17.12.2014

Nessun commento:

Posta un commento